L’ondata di proteste che ha accolto Mohammad bin Salman in Tunisia è un sintomo evidente delle difficoltà diplomatiche in cui trova l’Arabia Saudita dopo l’esplosione del caso Khashoggi, non solo in Occidente ma nello stesso mondo arabo. I manifestanti hanno sfilato per le strade di Tunisi gridando slogan in riferimento sia all’assassinio di Jamal Khashoggi sia al coinvolgimento saudita nella guerra in Yemen, un conflitto che sta provocando una drammatica crisi umanitaria. I democratici tunisini non hanno peraltro dimenticato l’ospitalità offerta da Riyad a Ben Ali, il dittatore tunisino che, in fuga dal suo Paese, ottenne l’asilo politico in Arabia Saudita, dove peraltro attualmente risiede. Una ben diversa accoglienza il principe ereditario aveva ricevuto nelle precedenti tappe del suo tour arabo negli Emirati Arabi Uniti, nel Bahrein e soprattutto in Egitto. Al Cairo, bandiere saudite ovunque e oppositori in silenzio forzato; i rapporti con il presidente Abd al- Fattah al-Sisi restano ottimi, cementati dai solide relazioni economiche e dalla convergenza degli interessi geopolitici. Però che la posizione complessiva dell’Arabia Saudita si sia indebolita lo dimostra anche la mancata visita in Marocco, che secondo indiscrezioni della stampa locale, sembra sia dovuta al rifiuto di Mohammed VI di incontrare il principe ereditario saudita. Ma la preoccupazione più grande per Riyad rimane l’atteggiamento degli Stati Uniti, dove la polemica sul coinvolgimento diretto di Mohammad bin Salman nella vicenda Khashoggi, ipotizzato anche dalla CIA, attraversa l’opinione pubblica e non può lasciare indifferente la stessa amministrazione Trump. Mohammad bin Salman è atteso il 30 novembre al vertice G20 di Buenos Aires, dove è previsto anche un incontro bilaterale non facile con il presidente turco Erdoğan. Lo aspetta una difficile prova, perché ci sono pressioni sulla magistratura locale affinché venga accusato di crimini di guerra. Gli aspetti giuridici per ora non dovrebbero avere conseguenze concrete, ma una parte dell’opinione pubblica internazionale giudica comunque molto severamente l’operato saudita nel caso Khashoggi e nella conduzione delle operazioni militari in Yemen.

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