22 febbraio 2019

Crisi politica in Kazakistan

Il presidente del Kazakistan Nursultan Nazarbaev ha aperto giovedì 21 febbraio una crisi politica, sfiduciando il governo guidato dal 2016 da Bakhytzhan Saghintaiev che alcuni osservatori avevano valutato come possibile successore dell’attuale capo di Stato. In un video alla nazione Nazarbaev ha chiesto le dimissioni del governo illustrando gli obiettivi di sviluppo mancati dal Paese: i numerosi provvedimenti presi si sarebbero infatti dimostrati inadeguati a venire incontro alle esigenze e alle difficoltà della popolazione, nonostante le indicazioni fornite dallo stesso presidente sulle politiche da applicare per migliorare le retribuzioni e la qualità della vita in generale, diversificare l’economia troppo dipendente dagli idrocarburi, creare nuovi posti di lavoro sostenendo le piccole e medie imprese. Nazarbaev, 78 anni, è in carica dal 1990, prima ancora che il Paese dichiarasse l’indipendenza dall’Unione sovietica, e nel 2007 il Parlamento ha autorizzato la possibilità di candidarsi per un numero illimitato di mandati, cosicché la sua presidenza ha assunto caratteri sempre più autoritari e personalistici, mentre in più occasioni osservatori internazionali hanno avanzato dubbi sul regolare svolgimento delle elezioni parlamentari e sulla libertà di stampa. Nazarbaev ha inoltre comunicato che al prossimo congresso del partito di maggioranza Nur Otan di cui è leader (che alle legislative del 2016 ha ottenuto l’82% dei consensi), chiederà al nuovo governo di applicare efficaci misure di sostegno per i cittadini più disagiati.

 

Crediti immagine: President of Russia (http://en.kremlin.ru/catalog/persons/43/events/55823/photos/50782). Creative Commons Attribution 4.0 International