I diritti umani perdono terreno nel mondo, lo spazio civico si restringe: il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, nel suo discorso di apertura della quarantesima sessione del Consiglio per i diritti umani dell’ONU a Ginevra, ha delineato un quadro fatto di luci ed ombre. Se è vero che sono stati fatti straordinari passi in avanti nel corso di una generazione e obiettivi importanti sono stati raggiunti, per esempio rispetto alla mortalità infantile o all’accesso alle cure mediche, rimangono ancora grossi ostacoli da superare. La povertà e le ineguaglianze che ancora affliggono il pianeta non sono solo problemi economici, ma hanno pesanti ricadute nell’ambito dei diritti umani, creano scontro sociale, rivendicazioni e un malcontento diffuso che cerca un capro espiatorio; e l’ineguaglianza di genere rimane una sfida per vincere la quale sarà necessario ancora un tempo assai lungo. Il mondo è attraversato sempre di più da fenomeni come l’odio razziale, si assiste a una recrudescenza dell’antisemitismo e allo svilupparsi dell’antislamismo, che si diffondono anche grazie a pratiche come gli hate speech, un vero e proprio attacco alla democrazia, alla stabilità e alla pace. Il modo in cui viene trattato il tema delle migrazioni e l’aumento del numero dei rifugiati in diversi Paesi ne è una riprova. E l’informazione indipendente, che ha il compito di far conoscere e di raccontare e che è un importante strumento per combattere pregiudizi e disinformazione, in molte aree del mondo è repressa, anche con la violenza, e il numero di giornalisti e attivisti per i diritti umani uccisi negli ultimi tre anni (oltre 1.000) è un segnale che non può essere ignorato.

Immagine: António Guterres (3 agosto 2012). Crediti: United States Mission Geneva. Attribution-NoDerivs 2.0 Generic (CC BY-ND 2.0), attraverso www.flickr.com