Proteste e tensioni in Kerala, dopo che per la prima volta due donne in età fertile sono entrate nel tempio di Sabarimala, mercoledì 2 gennaio, seguite da una terza, il 3 gennaio, violando il divieto religioso con l’appoggio di una sentenza della Corte suprema, che aveva giudicato l’esclusione delle donne discriminatoria. In molti templi induisti esiste il divieto di entrare per le donne durante le mestruazioni, in quando giudicate impure; nel tempio di Sabarimala invece vigeva il divieto per tutte le donne in età fertile, dai dieci ai cinquanta anni.

A settembre 2018 la sentenza della Corte suprema dello Stato del Kerala contro il divieto aveva scatenato un’ondata di proteste e la presenza massiccia di persone fedeli alla tradizione aveva di fatto comunque impedito l’ingresso alle donne nel tempio. Una forma di disobbedienza attiva alla legge che è sembrata a molte e a molti una violazione dei diritti civili appena acquisiti.

Il 1° gennaio si è svolta nel Kerala una grande manifestazione a cui hanno partecipato tre milioni di donne che hanno formato una gigantesca catena umana lunga oltre seicento chilometri per rivendicare la parità di genere e protestare contro il divieto di ingresso a Sabarimala. L’iniziativa ha visto l’adesione di moltissimi movimenti e associazioni e la partecipazione di migliaia di uomini, che hanno creato una seconda fila, dietro a quella delle donne.

Il giorno dopo, all’alba di mercoledì 2 gennaio, due donne di circa quaranta anni, Bindu Ammini, e Kanaka Durga, sono entrate nel tempio scortate da alcuni agenti di polizia, che ne hanno garantito l’incolumità, minacciata da una folla ostile. Quando le due donne sono uscite, i guardiani del tempio lo hanno chiuso, per “purificarlo”. Subito sono scattate le manifestazioni di protesta, a cui ha partecipato la sezione locale del Bharatiya Janata, il partito del primo ministro indiano Narendra Modi, che in Kerala è però una forza di opposizione. Negli incidenti è morto un uomo di cinquantacinque anni, Chandran Unnithan, colpito da una pietra; era tra coloro che sono scesi in piazza per opporsi all’ingresso delle donne nel tempio.

Il primo ministro di questo Stato dell’India meridionale è il comunista Pinarayi​ Vijayan, che ha appoggiato la protesta delle donne e ha definito la violazione del divieto un momento storico. In questo contesto, la protesta delle donne e la difesa delle tradizioni del tempio di Sabarimala stanno diventando un caso in grado di scuotere la politica nazionale.

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