In Ucraina si avvicina il ballottaggio per le elezioni presidenziali che vede coinvolti l’attuale presidente Petro Porošenko e l’outsider Volodymyr Zelenskij, celebre attore televisivo del tutto nuovo all’impegno in politica. Si voterà domenica 21 aprile (la Pasqua ortodossa si celebra domenica 28). I sondaggi sottolineano la possibilità di una larga vittoria di Zelenskij; del resto al primo turno delle elezioni, svoltosi il 31 marzo, il celebre attore improvvisatosi in pochi mesi candidato alla presidenza del Paese, aveva superato, sia pur di poco, la soglia del 30% dei consensi staccando nettamente Porošenko, che aveva ottenuto il 15,99%, e Julija Tymošenko che con il 13,35% è stata esclusa dal ballottaggio.

Le motivazioni del successo di Zelenskij sono fortemente legate alla bassa popolarità di Porošenko, considerato incapace di contrastare la corruzione dilagante e di risolvere efficacemente il contenzioso con la Russia. Del resto lo stesso presidente in carica ha dedicato le ultime giornate della campagna elettorale a una sorta di autocritica chiedendo perdono alla nazione per gli errori compiuti e al tempo stesso esortando i cittadini a dargli la possibilità di finire ciò che è stato iniziato. Zelenskij deve la sua popolarità all’aver interpretato nella serie televisiva Servitore del popolo la parte di Vasyl Petrovych Holoborodko, un onesto insegnante che diventa presidente per caso e si trova a combattere, armato soltanto della sua ingenua buona fede, le mire dei potenti e dei corrotti. La fiction può diventare realtà e secondo alcuni osservatori rischia di disorientare l’elettorato. In effetti, in molti accusano Zelenskij di non essere “puro” come si rappresenta nella serie televisiva, a causa dei suoi rapporti con il potentissimo uomo di affari Igor Kolomoisky**,** caduto in disgrazia nell’era Porošenko, e del cauto appoggio della comunità di lingua russa e in qualche modo anche di Putin, che sicuramente lo preferisce a Porošenko.

Rimangono forti dubbi sul suo orientamento; Zelenskij ha evitato durante la campagna elettorale i confronti diretti e le interviste ed è rimasto piuttosto vago nelle sue intenzioni programmatiche sia in politica estera sia sul piano interno, a parte il tema della lotta alla corruzione, che rimane il suo vincente cavallo di battaglia. La sua scarsa esperienza potrebbe creargli difficoltà alla guida di un Paese, che vive un forte conflitto con un potente vicino come la Russia e deve confrontarsi con dispute territoriali complesse anche con la Romania e con l’Ungheria. Una parte difficile per la quale non sembra sia stato ancora scritto il copione.

Immagine: Volodymyr Zelenskij (23 dicembre 2018). Crediti: Максим Стоялов [CC BY-SA 4.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0)], attraverso Wikimedia Commons