Si svolgeranno il 31 marzo le elezioni presidenziali in Ucraina; a fronteggiarsi, almeno sulla carta, ci sono trentanove candidati, ma sono solo in tre ad avere realmente delle possibilità: l’attuale presidente Petro Porošenko, l’ex premier Julija Tymošenko e l’attore comico Vladimir Zelensky. Nel Paese, ancora dilaniato per l’annessione della Crimea da parte della Russia, le pressioni dei separatisti filorussi e la situazione del Donbass, il panorama è complesso. Porošenko, grosso industriale del settore dolciario, filoccidentale, eletto nel 2014 dopo che violente proteste avevano costretto alla fuga il suo predecessore Viktor Janukovyč, aveva promesso di traghettare l’Ucraina in Europa, riprendere in breve il controllo del Sud-Est e rimettere in sesto l’economia, ma ha in parte deluso le aspettative. L’arresto della recessione del Paese, che ha registrato una crescita del 3,4% lo scorso anno, non ha tuttavia consentito di migliorare realmente in media le condizioni di vita delle persone e il malcontento è diffuso; l’inflazione è altissima, il salario medio mensile è sceso sensibilmente e il prezzo del gas, proveniente dalla Russia, è salito alle stelle. L’ex premier Tymošenko, protagonista della ‘rivoluzione arancione’ del 2004, ma attualmente poco incisiva, accusa inoltre il rivale di corruzione. Non è forse quindi del tutto sorprendente che il favorito nei sondaggi, con circa il 20% dei consensi sia Zelensky, che incarna l’‘uomo nuovo’ in cui riporre le speranze. L’attore tra l’altro è protagonista di una fiction in cui un semplice professore di scuola che denuncia la corruzione diventa in breve tempo, grazie ai social, una star e infine si candida a presidente. Difficilmente però uno dei candidati raggiungerà la percentuale di voti necessaria al primo turno ed è prevedibile che si vada al ballottaggio, che si svolgerà nel caso il 21 aprile. Il clima intanto non è sereno e due inviati Rai, Marc Innaro e il suo operatore, che volevano entrare nel Paese, provenienti dalla Russia, per seguire le elezioni sono stati trattenuti e infine respinti, ed è probabile che su questa decisione abbia influito la nazionalità russa dell’operatore.

Immagine: Petro Porošenko (10 ottobre 2014). Crediti: The Chancellery of the Senate of the Republic of Poland  [CC BY-SA 3.0 pl (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/pl/deed.en)], attraverso commons.wikimedia.org