Dichiarata una settimana di lutto nazionale in Tunisia per la morte del presidente Béji Caïd Essebsi, avvenuta giovedì 25 luglio, dopo che nell’ultimo mese aveva avuto seri problemi di salute. Essebsi, 92 anni, figura chiave nella transizione democratica della Tunisia dopo la Primavera araba del 2011, era il più anziano presidente in carica ed era stato il primo democraticamente eletto nel Paese nelle elezioni del 2014. Il portavoce del Parlamento Mohamed Ennaceur ha prestato giuramento come presidente ad interim e resterà in carica fino alle prossime elezioni presidenziali, la cui data è stata anticipata a metà settembre rispetto alla scadenza prevista del 17 novembre.

Nato nel 1926 Essebsi aveva studiato legge a Parigi ed era stato ministro degli Interni con Habib Bourguiba, il primo presidente della Tunisia dopo l’indipendenza dalla Francia, e presidente della Camera con Zayn al-Abidin Ben Ali, che era stato poi esautorato e costretto all’esilio dalla Rivoluzione dei gelsomini; primo ministro ad interim durante la rivolta, aveva contribuito a stilare una nuova Costituzione che garantisse i diritti fondamentali e aveva fondato nel 2012 il partito di orientamento laico Nidaa Tounes. Considerato da più parti una figura unificante per il Paese, in grado di preservarne la laicità e di garantirne la stabilità anche grazie al difficile ma strategico accordo raggiunto con il partito islamista Ennahda, Essebsi era tuttavia visto dai suoi detrattori come troppo legato ai regimi del passato, autoritario e non in grado di risolvere i problemi economici del Paese.

In ogni caso sono ora forti i timori per il periodo di instabilità che potrebbe profilarsi in attesa delle nuove elezioni.

Immagine: Da sinistra, Dimitris Avramopoulos, commissario europeo per la Migrazione e gli Affari interni, e Béji Caïd Essebsi nel palazzo presidenziale di Cartagine, Tunisia (24 luglio 2017). Crediti: Dimitris Avramopoulos. STRINGER/AFP [Attribution-ShareAlike 2.0 Generic (CC BY-SA 2.0)], attraverso www.flickr.com

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