Donald Trump avrebbe dovuto incontrare a Camp David domenica 8 settembre i leader talebani e separatamente il presidente dell’Afghanistan Ashraf Ghani per concludere un accordo di pace che comportasse il ritiro dei soldati americani e avviasse la pacificazione del Paese dopo un conflitto durato diciotto anni. L’incontro è saltato all’ultimo momento per la persistenza della guerriglia fondamentalista; mercoledì 4 settembre a Kabul, in un attentato rivendicato dai Talebani, sono morti un militare americano, il sergente di prima classe Elis A. Barreto Ortiz, originario di Porto Rico, un altro militare in servizio per la NATO di nazionalità rumena e dieci persone tra civili e funzionari afghani. Nelle due settimane precedenti la data scelta per l’incontro sono stati uccisi quattro militari degli Stati Uniti nel corso di una continua offensiva dei Talebani, che hanno rifiutato la proposta di un cessate il fuoco. Il presidente Trump ha annunciato a questo punto l’8 settembre l’annullamento dell’incontro, che era stato mantenuto segreto, e l’interruzione delle trattative di pace. I Talebani hanno risposto all’annuncio del presidente con nuove minacce, riversando sugli Stati Uniti la responsabilità per le difficoltà del processo di pace. La notizia del mancato incontro ha suscitato diverse polemiche negli Stati Uniti, dove il presidente è stato accusato di legittimare in questo modo i Talebani e di condurre la politica estera in modo spettacolare, pensando al suo prestigio personale, con l’idea di annunciare la pace in Afghanistan in occasione della ricorrenza degli attentati dell’11 settembre 2001. Secondo alcuni osservatori, quella di Trump è una mossa per forzare le trattative; la pacificazione dell’Afghanistan però appare sempre più lontana.

Immagine: Donald Trump (19 ottobre 2018 ). Crediti: Gage Skidmore [Attribution-ShareAlike 2.0 Generic (CC BY-SA 2.0)],  attraverso www.flickr.com