Si inasprisce la crisi politica in Albania senza che si trovi uno spazio di mediazione tra il governo del socialista Edi Rama e l’opposizione che fa riferimento al Partito democratico di centrodestra, guidato da Lulzim Basha che accusa il partito di maggioranza di collusioni con il narcotraffico e di alterazione del voto democratico. Sabato 16 febbraio le opposizioni hanno convocato una grande manifestazione a Tirana per chiedere le dimissioni di Rama e elezioni anticipate. Durante la protesta, che si svolgeva davanti alla sede della presidenza del Consiglio, sono stati lanciati ordigni incendiari e si è innescato uno scontro duro tra manifestanti e polizia, che è proseguito anche all’interno dell’edificio pubblico, davanti allo studio di Rama. La situazione si è normalizzata solo dopo ore di violenti contrasti; l’opposizione ha dato appuntamento ai suoi sostenitori per giovedì 21 e non intende allentare la mobilitazione. Il Partito democratico dopo la giornata di sabato sembra anzi intenzionato ad aumentare la pressione sul governo, attraverso le dimissioni di tutto il gruppo parlamentare per delegittimare il Parlamento “eletto da un voto dettato dalla criminalità organizzata”. L’Unione Europea segue con attenzione gli sviluppi, condannando ogni forma di violenza; tra le accuse che l’opposizione rivolge al governo c’è anche quella di procedere con troppa prudenza nel percorso di integrazione europea dell’Albania.
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