La Corea del Nord ha effettuato domenica 8 dicembre un importante test con un missile a lungo raggio, presso il sito di lancio del satellite Sohae; lo riporta l’agenzia di stampa governativa nordcoreana che sottolinea come il risultato del test possa incidere sulla «posizione strategica» della Corea del Nord. Dichiarazioni che sembrano far parte della strategia nordcoreana che tende a sbloccare le trattative sul nucleare facendo pressione sugli Stati Uniti affinché assumano una posizione più flessibile, soprattutto sul tema delle sanzioni e sulla loro presenza militare in Corea del Sud. La risposta del presidente Donald Trump al nuovo test non si è fatta attendere: ha invitato Kim Jong-un ad abbandonare un atteggiamento ostile e a mantenere le promesse fatte in tema di denuclearizzazione. Nelle scorse settimane, dichiarazioni polemiche e poco concilianti tra Stati Uniti e Corea del Nord avevano già dato la misura di un possibile riaccendersi delle tensioni.  Trump aveva affermato, martedì 3 dicembre, incontrando i giornalisti in occasione del vertice NATO di Londra, che a Kim «piace lanciare missili. Ecco perché lo chiamo Rocket man». In risposta, la diplomazia di Pyongyang, il 5 dicembre, ha suggerito in una nota che l’atteggiamento degli Stati Uniti potrebbe far precipitare la situazione e che il presidente degli Stati Uniti sia un anziano un po’ rimbambito («the relapse of the dotage of a dotard»). Queste schermaglie riflettono la situazione di stallo che c’è nelle trattative; è probabile che la Corea del Nord, che si aspetta novità entro la fine dell’anno, valuti anche l’interesse di Trump a conseguire un risultato utile a rafforzare la sua immagine durante la campagna elettorale.

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