A più di due settimane dalla tragedia di Steccato di Cutro, il mare continua a restituire corpi senza vita. Si tratta di due uomini tra i 30 e i 40 anni: il primo, a Belcastro (a circa 15 km di distanza dal luogo del naufragio), il secondo in località Madama. Al momento, al Palamilone, il palazzetto dello sport, sono custodite una ventina di bare, molte delle quali in partenza per l’Afghanistan. Nonostante tutto i familiari vogliono che i loro cari siano sepolti nella terra natia, da dove sono stati costretti a scappare. Un paradosso. Coloro che non ce l’hanno fatta tornano nel luogo da cui erano fuggiti.

Intanto, i parenti delle vittime e i superstiti del naufragio sono stati invitati giovedì a Palazzo Chigi per incontrare la premier Giorgia Meloni. Ma non tutti hanno accettato l’invito. Risuona ancora l’eco della marcia silenziosa, ‘Fermare la strage subito’, voluta da sindacati e da centinaia di associazioni in seguito alla strage di esseri umani consumata il 26 febbraio in mare. Un viaggio della speranza finito in tragedia. I manifestanti (foltissima la presenza di giovani) si sono mossi all’alba da tutta la Calabria e da varie regioni, insieme a numerosi sindaci e amministratori, parlamentari e leader politici, per concentrarsi alle 13.00 nei pressi della rotatoria stradale all’incrocio tra via delle Mimose e via Marinella. Si sono poi diretti verso la spiaggia di Steccato di Cutro dove sono state recuperate la maggior parte delle vittime. Lì, hanno osservato un minuto di silenzio. Indossavano una fascia bianca al braccio in segno di lutto per i bambini morti nel naufragio, hanno deposto tantissimi fiori, hanno versato lacrime di dolore e commozione, hanno pregato. Qualcuno ha esclamato sottovoce una «smisurata preghiera»: «Dio mio, perdonaci».

«Un corteo partecipatissimo – si legge in una nota ufficiale della CGIL ‒ che si è concluso sulla spiaggia di Steccato di Cutro per ricordare le vittime del naufragio, esprimere vicinanza ai familiari e alla popolazione locale che, subito dopo la tragedia, ha risposto con grande solidarietà per chiedere un radicale cambiamento delle politiche migratorie italiane ed europee, per rafforzare l’accoglienza e aprire i corridoi umanitari. Perché le persone in mare vanno sempre soccorse». Non solo marcia silenziosa e raccoglimento. Dal corteo si sono levate anche critiche al decreto Migranti approvato dal governo nel Consiglio dei ministri straordinario del 9 marzo, tenuto proprio a Cutro.Immagine 0Manifestazione di associazioni e sindacati per commemorare le vittime del naufragio del 26 febbraio 2023, Steccato di Cutro, Crotone, 11 marzo 2023
(foto di Francesco Alì)

Malgrado la recente tragedia in mare, non conosce tregua l’ondata di nuovi sbarchi sulle coste italiane. Secondo i dati diffusi dal Viminale, sono 20.017 i migranti sbarcati in Italia nei primi mesi del 2023, più del triplo di quelli registrati nello stesso periodo del 2022. Un aumento concentrato soprattutto nei giorni che vanno dal 9 all’11 marzo. Gli ultimi, in ordine cronologico, i 17 sbarcati a Pozzallo, sopravvissuti al naufragio avvenuto davanti alle coste libiche in cui altre 30 persone, invece, non ce l’hanno fatta.

E poco prima era toccato al porto di Reggio Calabria accogliere la nave Diciotti approdata con 584 migranti a bordo (70 tra donne e bambini). Dopo i primi soccorsi di volontari, Protezione civile e Polizia di Stato, l’identificazione e, quindi, l’accoglienza nei centri dove, una volta completati i controlli sanitari, i migranti vengono trasferiti secondo le regole del riparto. Anche a circa 100 miglia da Roccella Ionica, nell’area metropolitana di Reggio Calabria, ad Augusta, a Lampedusa (dove l’hotspot è stracolmo e le condizioni igienico-sanitarie sono al collasso) è servito il dispiegamento di diversi mezzi navali per soccorrere centinaia di migranti stipati in diversi barconi.

Numerosi arrivi, concentrati in pochi giorni, che mettono in crisi il sistema di soccorsi in mare e quello dell’accoglienza. Proprio mentre entra in vigore il nuovo decreto Flussi voluto dal governo. «Una risposta paradossale contro i diritti e la razionalità», per Magistratura democratica (MD). «La riforma – secondo una nota a firma dell’esecutivo di MD ‒ andrà a colpire persone che in Italia lavorano con contratti regolari, hanno un’abitazione, la famiglia. Persone parte integrante del sistema sociale del nostro Paese. La riposta ai morti di Cutro non è stata una rivisitazione critica della ratio punitiva e respingente che ha governato le politiche migratorie, ma l’estromissione di queste persone dal sistema legale». E ancora, «la conseguenza immediata potrà essere quella di produrre un esercito di irregolari che non potranno essere allontanati, in mancanza di accordi per il rimpatrio con la maggioranza dei Paesi dai quali provengono, e che andranno ad alimentare il mercato del lavoro nero e dello sfruttamento o della criminalità». Inoltre, «immaginare che il traffico di esseri umani si combatta con l’innalzamento esorbitante delle pene per i c.d. scafisti è pura illusione. La previsione penale è strutturata con una formula così ampia e indeterminata da porre seri problemi di aderenza ai principi costituzionali, autorizzando interpretazioni che potrebbero estenderne l’applicazione anche a chi interviene per garantire aiuti umanitari». Infine, secondo MD «anche a fronte di sciagure così enormi, come la strage di Cutro, non si vuole ancora prendere atto che c’è un fenomeno strutturale che deve essere governato e di fronte al quale l’Europa e l’Italia hanno il dovere di adottare una legislazione utile a fermare quello che si configura come un vero e proprio genocidio, introducendo canali di ingresso legali, visti per il lavoro, per richiesta di asilo. L’ingresso regolare è l’unico mezzo che esclude la perdita di vite, mette nel nulla i disegni di sfruttamento dei trafficanti di vite umane e consente all’essere umano che vi accede di vedersi riconoscere i diritti garantiti dalla Costituzione».

Intanto, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è in visita di Stato nella Repubblica del Kenya fino al 16 marzo. È stato ricevuto alla State House dal presidente della Repubblica del Kenya, William Ruto. Il tema dei migranti non è stato tra quelli al centro dei colloqui, ma resta pur sempre un tema di stretta e tragica attualità per il nostro Paese. E il presidente Mattarella è tornato sull’argomento: «Il livello e le modalità di collaborazione tra Kenya e in Italia sono esemplari, eccellenti. Possono essere un modello perché i problemi comuni sono affrontabili in maniera efficace con la collaborazione». Ha poi sottolineato: «Questo riguarda tutti i problemi predominanti, anche quello delle migrazioni. Noi cerchiamo un rapporto di collaborazione con i Paesi di origine e transito dei flussi migratori, ma sappiamo che la dimensione di questo fenomeno, epocale e crescente in ogni parte del mondo, non è affrontabile a livello bilaterale. Ma soltanto con una congiunta, lucida, ben organizzata azione europea, che affronti in maniera sistemica questo grande problema che si presenta attraverso il Mediterraneo e attraverso la rotta balcanica». Infine, «I buoni rapporti collaborativi bilaterali sono un’azione consapevole, organica, che l’Unione europea può svolgere su tutti i tavoli, compreso quello delle migrazioni».Immagine 1Manifestazione di associazioni e sindacati per commemorare le vittime del naufragio del 26 febbraio 2023, Steccato di Cutro, Crotone, 11 marzo 2023
(foto di Francesco Alì)

Il tema dell’immigrazione è al centro di un acceso dibattito anche in Inghilterra. Gary Lineker, ex calciatore, oggi notissimo commentatore del calcio in TV, tornerà in onda il prossimo fine settimana dopo la sospensione subita dalla BBC ed un successivo accordo raggiunto con la importante emittente televisiva. Lineker (capocannoniere con 6 gol ai Mondiali del Messico nel 1986) aveva preso, attraverso il suo profilo Twitter, una posizione netta contro la linea voluta dal governo britannico in tema di immigrazione. «Era stato sospeso – scrive l’Adnkronos ‒ per un tweet con cui paragonava il linguaggio utilizzato per lanciare una nuova politica del governo sui richiedenti asilo con quello della Germania degli anni ’30». Dopo il “cartellino rosso” a Gary Lineker da parte della BBC però è scoppiato il caos. Forse non previsto e non prevedibile in queste dimensioni. Le parole di Lineker e la sua sospensione dai palinsesti sportivi avevano alimentato un forte dibattito ed effetti a catena sulla programmazione televisiva. Così, prosegue l’agenzia, «è arrivata la solidarietà di illustri colleghi come gli ex calciatori Ian Wright e Alan Shearer» che hanno minacciato di «disertare lo studio», uno sciopero che «trasforma il programma in una semplice rassegna di highlights». Inoltre, «la Professional Footballers’ Association ha annunciato che i giocatori non accetteranno di farsi intervistare dalla Bbc al termine delle partite». E le «critiche sono arrivate dall’opposizione laburista, con Keir Starmer, leader del Labour, che ha accusato la Bbc di non agire in modo imparziale piegandosi ai Tories». Alla fine, «dopo l’interruzione del fine settimana dei programmi di Bbc Sport», è arrivata l’intesa per il ritorno in onda del Lineker nazionale.

Il primo ministro britannico Rishi Sunak, intervenendo sulla vicenda, scrive l’Adnkronos «ha ribadito il suo sostegno alla controversa misura tesa a negare in modo permanente la possibilità di fare domanda d’asilo a chi cerca di arrivare nel Regno Unito attraversando la Manica a bordo di piccole imbarcazioni». Ha dichiarato: «Come primo ministro io devo fare quello che credo sia giusto. Per questo sono inequivocabile nel mio approccio per fermare le imbarcazioni. Sono 45mila le persone che hanno attraversato illegalmente la Manica lo scorso anno, la maggior parte sfruttati e trafficati da gang criminali che mettono le loro vite in pericolo. Dobbiamo interrompere questo ciclo di sofferenza una volta per tutte e la misura presentata questa settimana io credo che punti a questo». Un approccio che oggi si scontra con un’opinione pubblica mondiale che, tra accoglienza, solidarietà e prese di posizione pubbliche, sta dimostrando che un’altra via umanitaria è possibile. Il vento, forse, sta cambiando.

Immagine di copertina: Manifestazione di associazioni e sindacati per commemorare le vittime del naufragio del 26 febbraio 2023, Steccato di Cutro, Crotone, 11 marzo 2023 (foto di Francesco Alì)

Argomenti

#Unione europea#preghiera#migranti#cutro