Lo Zeitgeist, o spirito del tempo, influisce sulle forme in cui il disagio psicologico viene espresso: chi si è formato sull’opera di Sigmund Freud riconosce come l’isteria fosse lo specchio di una società puritana, quella di inizio Novecento, che vietava con complesse norme implicite l’espressione degli impulsi erotici. Nell’epoca contemporanea i divieti si sono annacquati, ma di contro ricade sulle spalle degli individui il peso di essere all’altezza delle aspettative sociali. La soddisfazione dei desideri sembra a portata di mano e di consumo, e la colpa di non sapervi accedere porta a depressione, isolamento e crisi nelle relazioni intime: alcuni fenomeni nati nei paesi più avanzati - e che si affacciano ora in Italia - ben raccontano l’aria che respiriamo.

Hikikomori
Il termine Hikikomori è stato coniato nel 1998 dallo psichiatra giapponese Tamaki Saito, a definire quegli individui che, in assenza di patologie psichiche, scelgono di rinchiudersi in un isolamento volontario. Il fenomeno riguarda adolescenti e giovani adulti che decidono di restare nella propria stanza per lunghi periodi (da 6 mesi a diversi anni) senza alcun tipo di contatto diretto con il mondo esterno, sgattaiolando nottetempo per rimediare del cibo. Da quando sono comparsi i social network il numero dei giapponesi coinvolti è triplicato, assestandosi - secondo alcune delle complesse stime effettuate - sul milione, quasi l’1% della popolazione. Secondo il sito Hikikomori Italia è già osservabile e in crescita nel nostro paese: a parere di Saito i reclusi nostrani si differenzierebbero per essere più giovani, gravati di minor senso di colpa e in prevalenza di sesso maschile. Michel Houllebecq nel suo La Possibilità di un’Isola immagina un futuro prossimo non dissimile per l’umanità: i neoumani non hanno più bisogno dell’accoppiamento, autoriproducendosi per clonazione, e vivono perseguendo un’isolata ricerca della atarassia davanti a un monitor. "Tra le loro modeste gioie, le più costanti erano legate all’organizzazione e alla classificazione, alla costituzione di piccoli insiemi ordinati, allo spostamento minuzioso e razionale di oggetti di piccole dimensioni".

Cosleeping
Se lo digitate su Google troverete tutto l’annoso dibattito sul dormire o meno con i propri neonati; ma il cosleeping offerto da alcune agenzie di Tokio come Soneya (dormire insieme in lingua nipponica) riguarda quelle ragazze disposte a dormire insieme a sconosciuti dietro lauto compenso, fino all’equivalente di 500 euro per una notte. Il sesso è off limit, i clienti per la maggior parte uomini di mezza età che lavorano anche 13 ore al giorno. Il tema era stato anticipato dallo scrittore (giapponese, ça va sans dire) premio Nobel Yasunari Kawabata nel suo romanzo La casa delle belle addormentate del 1961: vi si narra dell’anziano Eguchi e della sua frequentazione di una locanda nella quale si paga per trascorrere la notte con giovani vergini addormentate da un potente narcotico – anche qui con assoluto divieto di copula. La finalità è quella di stimolare le antiche memorie degli attempati avventori: Eguchiè riportato alle sue passate esperienze sentimentali, al rapporto con figlia e madre. Il gioco lo aiuta a esorcizzare la paura della morte che sfida somministrando sonniferi sempre più potenti, fino all’esito tragico.

Cuddle Shop
Samantha Hess, un’intraprendente trentenne di Portland (Oregon), ha inaugurato due anni fa il suo negozio di coccole. Sessioni da un quarto d’ora a 5 ore di non-sexual touch per 1 dollaro al minuto, prenotabili con il pratico modulo online; per la sicurezza sua e delle sue collaboratrici le cuddle room sono monitorate con camera H24. L’ingegnosa Sam non si accontenta del fragoroso successo della sua idea: è in cantiere la scuola di formazione per cuddler, la sua convention dello scorso S. Valentino è andata benissimo, la coccolata in diretta al giornalista Mo Rocca è stata vista da 6 milioni di spettatori sulla CBS; mentre il suo libro Touch – The Power of Human Connection, disponibile in formato ebook o cartaceo, è stato un bestseller. Leggiamo le sue cogitazioni: "Essere bimbi è fantastico: fai sonnellini, hai tanti libri vicino, fai mostri di argilla fantastici, ti vesti in maschera, fai il supereroe […]. Facciamolo! Tutto! Perché è fantastico! Ok forse andremo prima al lavoro, faremo una cena salutare, mediteremo, ma poi avrai quello che intendo: giochiamo!".

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