In un momento particolarmente critico dell’evoluzione della pandemia da Covid-19, proprio quando i contagi nel mondo hanno superato i 50 milioni e nel nostro Paese la settimana scorsa si sono sfiorati i 40.000 nuovi casi in un solo giorno, giunge dalla casa farmaceutica Pfitzer un annuncio che potrebbe cambiare lo scenario mondiale e frenare significativamente la diffusione del virus, anche se non in tempi brevissimi. Il vaccino in corso di sperimentazione dalla Pfizer, insieme alla consociata BioNTech, nello studio di fase 3 (l’ultima prima che possa essere presentata una domanda di omologazione del vaccino) si è dimostrato più efficace di quanto si fosse ipotizzato e Albert Bourla, presidente e CEO del colosso farmaceutico, ne ha dato l’annuncio dopo aver dichiarato «Oggi è un grande giorno per la scienza e per l’umanità». Certamente i risultati sono molto positivi fino a questo momento: la fase 3 è iniziata il 27 luglio è ha coinvolto 43.538 persone con diverso background e di diverse etnie, una parte delle quali ha ricevuto il vaccino (la seconda dose è stata somministrata l’8 novembre), mentre la restante parte ha ricevuto un placebo. Il vaccino è risultato efficace al 90%, mentre nei mesi scorsi i ricercatori avevano ipotizzato un’efficacia intorno al 70%; i numeri di cui si parla sono però ancora dati preliminari e saranno necessari ulteriori controlli e verifiche prima di potere avanzare alle autorità sanitarie una richiesta ufficiale per commercializzare il vaccino, un passo che secondo la Pfizer potrebbe essere compiuto entro la fine di novembre, posto che si ricevano le attese conferme dai dati ancora in sospeso. Comprensibile la cautela della casa farmaceutica – quotata in Borsa – consapevole delle possibili gravi conseguenze della diffusione di notizie scorrette da parte delle aziende quotate in Borsa. La notizia della possibilità concreta di arrivare a un vaccino contro il Covid-19 ha intanto però già avuto già qualche effetto positivo sulla Borsa di Milano, che ha registrato un +5%.

Le notizie promettenti sul vaccino Pfizer non devono tuttavia farci indulgere a un facile ottimismo, far abbassare la guardia o indurre a dimenticare che per il momento i mezzi a disposizione per frenare il contagio sono ancora il senso di responsabilità, le mascherine, il corretto distanziamento, l’igiene; e anche se le aziende prevedono di essere in grado di produrre fino a 50 milioni di dosi di vaccino nel 2020 e fino a 1,3 miliardi di dosi nel 2021, prima che gli effetti sul contenimento del contagio comincino a diventare tangibili ci vorrà ancora un po’ di tempo.

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