Uno studio dell’Istituto Cattaneo mostra che, rispetto al fenomeno dell’immigrazione, esiste una forte discrepanza in Europa fra quanto percepito dalle persone e i dati reali. In generale, i cittadini europei sovrastimano nettamente la percentuale di immigrati extracomunitari presenti nei loro Paesi: le persone che sono state intervistate ritengono che siano il 16,7% del totale della popolazione, a fronte dei dati reali che indicano una percentuale del 7,2%. Una valutazione che nasce da conoscenze insufficienti della situazione effettiva ma anche – e forse soprattutto – da componenti emotive; inoltre, lo stesso Istituto Cattaneo sottolinea come i dati che vengono offerti all’opinione pubblica siano spesso ingannevoli, perché soggetti alle forzature e alle strumentalizzazioni che sono proprie di temi politici sentiti e divisivi. Il dato che riguarda l’Italia è molto indicativo poiché sono proprio gli intervistati italiani quelli che mostrano un maggior distacco dalla realtà; un primato italiano che peraltro sembra confermato da un analogo studio di Bobby Duffy, direttore della sezione inglese di Ipsos MORI, dedicato proprio alle differenze nei vari Paesi tra percezioni e realtà.

Gli immigrati extracomunitari realmente presenti in Italia raggiungono il 7%; la percentuale percepita è molto superiore, pari al 25%. Una distanza che si manterrebbe ugualmente elevata anche se considerassimo la percentuale di tutti gli immigrati che vivono in Italia, che corrispondono attualmente al 10% della popolazione. I Paesi che mostrano un errore di percezione soltanto di poco inferiore a quello dell’Italia sono il Portogallo, la Spagna e il Regno Unito. Una differenza di gran lunga minore rispetto ai dati reali è stata invece riscontrata nei Paesi scandinavi e nell’Europa centro-orientale. Il 73% degli intervistati italiani sovrastima le presenze; sono molto forti inoltre i segnali di contrarietà e di ostilità al fenomeno migratorio in generale. I due fattori sono correlati; le persone che esprimono diffidenza e preoccupazione nei confronti del fenomeno migratorio e delle sue conseguenze hanno frequentemente una percezione distorta, notevolmente ingigantita, delle sue proporzioni. Inoltre, il livello culturale, lo status economico e l’orientamento politico incidono fortemente, mentre paradossalmente conta di meno la presenza effettiva di migranti: la distorsione della realtà è molto elevata in regioni dove il fenomeno è meno rilevante.

L’indagine non risolve il dilemma se sia l’ostilità a causare l’errata percezione o viceversa se l’errata percezione produca ostilità. Si tratta di fenomeni collettivi molto complessi: quest’anno il tema degli sbarchi e dei migranti occupa il centro della scena pubblica in Italia, nonostante i dati del ministero dell’Interno mostrino che dal 1° gennaio al 31 agosto 2018 i migranti sbarcati siano stati 20.001, in netto calo dunque rispetto ai 99.135 del 2017 e ai 115.068 del 2016, riferiti agli stessi mesi. Per un paragone, si tratta di una cifra inferiore ai 27.834 del solo ottobre 2016.

Naturalmente, le percezioni sono esse stesse un fenomeno reale, di cui tenere conto; non si producono casualmente e ci indicano fragilità del corpo sociale che non possono essere trascurate. Nondimeno l’ostinazione dei fatti può essere di grande aiuto nel risolvere i problemi concreti.

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