25 maggio 2023

L’amicizia maschile è in declino?

 

I dati della ricerca statunitense condotta dalla Survey Center on American Life nel 2021 sono impietosi: il numero di uomini che hanno dichiarato di non avere amici intimi è quintuplicato negli ultimi trent’anni, passando dal 3% dell’analoga indagine del 1990 al 15% attuale. Così come la percentuale di maschi che dichiaravano di avere dieci o più amici è diminuita dal 40% al 15%, e dimezzata (dal 50% al 25%) quella di coloro che dichiaravano di averne almeno sei. Le donne intervistate hanno rivelato la stessa tendenza ma con dimensioni molto minori. I media americani ne hanno discusso ampiamente, con la velocità e il tono tranchant che li contraddistingue, coniando l’espressione recessione dell’amicizia maschile. Mettono in evidenza i rischi indiretti per la salute dei minori contenimento e connessione emotiva: disturbi del sonno, cardiaci – rischio di infarto e ipertensione – fino allo sviluppo di patologie come tumore o malattia di Alzheimer.

In realtà i rischi per la salute mentale di una ridotta rete sociale sono evidenti, diretti e rilevati transculturalmente: il dato per cui in tutto il mondo gli uomini vedovi hanno probabilità di morte doppia o tripla entro un anno, rispetto a quanto statisticamente dovremmo aspettarci e in misura molto maggiore rispetto alle donne vedove, unitamente alla grande maggioranza di suicidi maschili (80%) rispetto a quelli femminili nel nostro Paese, è stato spiegato in prima battuta con lo sviluppo di sintomi depressivi legato all’isolamento. Un problema che diventa anche sociale, poiché diverse manifestazioni di violenza sono considerate strettamente connesse a questa condizione.

 

Ma non tutto è patologia. L’amicizia si caratterizza per la condivisione di interessi, valori, esperienze e affinità personali, e si differenzia dalle relazioni intime di coppia per vari aspetti: queste ultime spesso implicano un impegno reciproco con un alto livello di intimità emotiva, sessuale e fisica, e aspettative di centralità della relazione e completa reciprocità. L’amicizia può essere longeva più di ogni altra relazione, coinvolgendo le persone dall’età infantile, o con alterne vicende fino alla vecchiaia, come ne Le braci di Sándor Márai, o fino alla morte, come ne Le otto montagne di Paolo Cognetti; può superare le differenze sociali, culturali o di età come nel film Quasi amici di Olivier Nakache ed Éric Toledano. Secondo la psicologa dello sviluppo Judy Yi-Chung Chu della Stanford University, il declino delle amicizie tra uomini inizia intorno alla tarda adolescenza media: «I ragazzi non nascono disconnessi emotivamente, ma lo diventano. Tutti gli esseri umani hanno la capacità innata e il desiderio di avere connessioni intime ed emotivamente strette con gli altri. Abbiamo bisogno di queste relazioni per sopravvivere da bambini e poi per prosperare man mano che cresciamo».

La minore capacità maschile di creare legami amicali è spiegata tradizionalmente con l’azione degli stereotipi di genere, che incoraggiano gli uomini a essere autonomi, distanti emotivamente e a evitare l’intimità: esprimere apertamente le proprie emozioni o cercare supporto dagli amici può essere considerato segno di debolezza. Ma altri fattori più attuali sembrano poter influenzare il calo della bromance: durante e a seguito della pandemia gli uomini potrebbero sentirsi soddisfatti da interazioni on-line superficiali e perdere l’impulso di cercare connessioni più profonde off-line; e anche la precarietà lavorativa e il maggiore impegno professionale da casa possono togliere tempo e linfa alle relazioni.

In psicoterapia il tema è sentito e spesso affrontato, se da un lato c’è una certa passività (“non mi chiama nessuno”), dall’altro è possibile proporre una narrazione alternativa, che senz’altro potrebbe essere adottata collettivamente: la rivalutazione delle aspettative di genere e la promozione di una visione più ampia e inclusiva della mascolinità, che incoraggi gli uomini a essere aperti, empatici e a cercare supporto dagli amici senza temere di essere giudicati. Riconoscendo il profondo valore dell’amicizia, in modo da investire le proprie risorse nella consapevolezza degli effetti benefici sulla salute mentale e sul benessere generale.

 

Crediti immagine: Riccardo Piccinini / Shutterstock.com

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