Avvicinandosi il trentennale dell’entrata in vigore della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, viene pubblicato il rapporto intitolato Diamogli peso: l’impegno dell’Unicef per combattere la malnutrizione, che illustra un panorama mondiale del problema della malnutrizione.

Naturalmente i casi più gravi concernono la malnutrizione infantile cronica (derivante da malnutrizione nei primi tre anni di vita, con conseguenze irreversibili) e acuta (comunque potenzialmente letale): la prima è diminuita a livello mondiale negli ultimi 15 anni, ma è comunque aumentata in Africa, arrivando a interessare quasi 60 milioni di bambini; la seconda continua a costituire un problema critico di salute pubblica in Asia meridionale, dove colpisce più di 25 milioni di bambini sotto i 5 anni.

Tuttavia, pure l’obesità infantile rappresenta un caso rilevante di malnutrizione, anch’esso legato a condizioni economiche svantaggiate (si investe sulla sazietà più che sulla qualità del cibo), e tale fenomeno, oltre che naturalmente in Africa e in Asia, desta allarme anche in Europa e negli Stati Uniti: sempre tenendo come riferimento gli ultimi 15 anni, l’incidenza della patologia risulta aumentare, infatti, in tutto il pianeta.

Il rapporto dedica inoltre spazio ai disturbi alimentari dell’adolescenza, con particolare riguardo all’anoressia e alla bulimia, ricordando l’elevata mortalità che ne deriva (1/5 delle persone afflitte non supera i 20 anni) e la sua associazione con forme radicali di autolesionismo.

L’UNICEF ricorda le molte iniziative svolte per affrontare queste emergenze, aggiungendo i più immediati suggerimenti, sia per i bambini e coloro che li nutrono, sia chi voglia migliorare l’aspettativa di vita e la salute nel suo complesso per l’intera durata della propria esistenza.

Crediti immagine: Peggy Greb, U.S. Department of Agriculture [Public domain], via Wikimedia Commons

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