Intervista a Carla Garlatti
L’Autorità garante dell’infanzia e dell’adolescenza (AGIA), nata con lo scopo di promuovere e monitorare l’attuazione delle misure previste dalla Convenzione di New York sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, ha appena compiuto dieci anni e continua a svolgere un ruolo sempre più importante nella tutela dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza nel nostro Paese. Tra le novità degli ultimi anni la creazione della Carta per i diritti dei figli nella separazione dei genitori, l’enunciazione di diritti e principi di valore etico finalizzati a promuovere la centralità dei figli proprio nel momento della crisi della coppia; oltre a questa l’Autorità ha varato la Carta dei diritti dei figli di genitori detenuti, che mira ad agevolare le visite dei figli minori ai genitori detenuti e ad allontanare i bambini dal carcere, consentendo a chi ci vive con un genitore detenuto il libero accesso al mondo esterno, agli asili nido e alle scuole. Abbiamo intervistato la nuova garante Carla Garlatti, che da gennaio ha preso il posto di Filomena Albano, sui temi di maggiore attualità e sulle azioni future dell’Autorità.
Tra le azioni del nuovo governo è prevista la riforma della giustizia firmata dalla ministra Marta Cartabia, che avrà ricadute anche sui minori. Che giudizio ne dà?
Ho appreso da più fonti della presenza di emendamenti nella riforma: preferisco quindi attendere il testo definitivo per un giudizio complessivo. L’auspicio è che non ci sia un affievolimento della specializzazione nella magistratura, con il mantenimento della componente onoraria: nel nostro settore l’interdisciplinarietà composta da psicologi, pedagogisti, insegnanti e medici è fondamentale. Spero venga rispettata la giurisdizionalizzazione del processo minorile: no agli atti secretati, tutela assoluta del diritto alla difesa. Sono convinta della valorizzazione della giustizia riparativa come segmento del processo penale ma anche in altri contesti, come quello carcerario: a questo proposito l’Autorità garante ha avviato uno studio volto ad indagare i programmi in uso nei servizi e negli uffici italiani e gli effetti che la giustizia riparativa può produrre nelle persone che la sperimentano e nelle comunità circostanti. Importante anche l’impulso alla mediazione familiare, purché sia rispettata la Convenzione di Istanbul ed esclusa nelle situazioni di violenza; al riguardo sono solo perplessa rispetto alla eventuale partecipazione dei figli: i minori vanno ascoltati ma quello mediatorio non è il setting migliore.
Con la Convenzione di New York si è affermata l’ottica del diritto dei minorenni a partecipare alle decisioni che li riguardano: come viene da voi applicata?
La precedente garante Filomena Albano ha avviato la Consulta delle ragazze e dei ragazzi, per ora limitata a venticinque adolescenti romani dai 14 ai 17 anni; già in autunno sarà ampliata con la creazione di una rappresentanza nazionale che esprima le problematiche specifiche delle regioni; saranno presto divulgate le linee guida nazionali per la partecipazione. Nell’ultimo anno la Consulta è stata coinvolta nel progetto europeo Enya per valutare l’impatto del Covid sui diritti dei minorenni, al termine del quale ha espresso diverse raccomandazioni. In tale ambito i ragazzi hanno approfondito diversi temi, come ad esempio quello della violenza domestica durante il lockdown – è stata ben colta dai ragazzi anche la pericolosità della violenza psicologica. Hanno dibattuto di ambiente digitale e hanno posto le basi per la consultazione pubblica “La scuola che vorrei”, che l’AGIA sta per lanciare. La Consulta ha inoltre affrontato la tematica delle dipendenze ideando lo slogan Io dipendo solo da me per una campagna che l’Autorità garante ha promosso in occasione della giornata mondiale contro l’abuso di droga.
In questo periodo storico si dibatte della condizione di diverse categorie di minori fragili o non pienamente tutelati: orfani di femminicidio, figli di genitori omosessuali
Abbiamo pubblicato il documento di studio e proposta “La tutela degli orfani per crimini domestici”, a partire dagli stimoli e dei dati contenuti nell’opera Orfani speciali della compianta Anna Costanza Baldry che per prima ha affrontato la delicata tematica. La legge 4 del 2018 in materia introduce diverse tutele, dal riconoscimento di una provvisionale economica in sede processuale all’ammissione al gratuito patrocinio, fino alle agevolazioni per le assunzioni degli orfani nelle imprese e alla sospensione della successione per l’autore del reato. C’è comunque ancora strada da fare. In generale il minore va tutelato a prescindere da chi sono i suoi genitori. Proprio oggi ho letto che un tribunale ha autorizzato il cambio di generalità di un sedicenne che sentiva di appartenere a un sesso diverso rispetto a quello di nascita prima dell’operazione chirurgica: personalmente penso che un minore non abbia formato completamente la sua personalità, e che sarebbe meglio essere cauti e attendere la maggiore età per questo.
Con la crisi in Afghanistan è possibile un arrivo consistente di minori non accompagnati: qual è il vostro impegno?
Sebbene la maggior parte dei minori provenienti dall’Afghanistan arrivi insieme ai genitori, il numero dei minori stranieri non accompagnati, in calo dal 2015, potrebbe ora crescere: la questione mi è particolarmente a cuore perché si tratta di ragazzi soli in un ambiente per loro non sempre amichevole. In questo senso è stata importante l’istituzione nel 2017 della figura del tutore volontario, persona che dona il proprio tempo libero per seguire i ragazzi che arrivano nel nostro Paese senza adulti di riferimento. La formazione dei tutori volontari è affidata ai garanti regionali e, qualora questi non fossero presenti, alla stessa Autorità garante, che cura poi il monitoraggio nazionale del sistema della tutela volontaria dei minori stranieri non accompagnati.