Legame di reciproco aiuto e di condivisione di interessi e fini tra individui o altri soggetti giuridici, sociali o istituzionali. Il termine deriva dal latino in solidum obligari, espressione giuridica indicante un’obbligazione che impegna un gruppo di debitori a pagare gli uni per gli altri la somma dovuta. Solo nel XIX secolo in Francia, tuttavia, il termine (solidarité) acquisisce il rilievo e i significati odierni, all’interno della teoria sociale e politica e per opera di alcuni autori che lo pongono al centro della loro proposta di rinnovamento sociale, tra cui in particolare Pierre Leroux (De l’humanité, 1840), Émile Durkheim (De la division du travail social, 1893) e Léon Bourgeois (La solidarité, 1896). Di fronte alle crescenti ineguaglianze sociali e alle rivendicazioni del movimento operaio, la nozione di “solidarietà” prende forma come corrispettivo, sul piano politico-sociale, di due nozioni che le sono apparentate ma che si situano su piani diversi: da un lato la “carità” religiosa, virtù teologale per i cattolici; da un altro lato la “fraternità”, terzo elemento del motto rivoluzionario “Liberté, égalité, fraternité”, da sempre il più difficile da definire politicamente (apparentato esso stesso del resto alla “fratellanza” cristiana, al sentimento cioè di essere tutti fratelli). Il termine “solidarietà” intende dunque anzitutto, di contro alla dimensione morale ed affettiva di queste nozioni, offrirne una declinazione sociale, politicamente percorribile.

Esso non è ad ogni modo esente da interpretazioni e accezioni abbastanza diverse tra loro, che si sovrappongono nel dibattito di fine XIX secolo. Taluni pensano la solidarietà come legame universalista: si tratta di una disposizione che unisce tutti gli uomini, eguali tra loro per il solo fatto di essere uomini. Altri (a partire da P.-J. Proudhon e L. Blanc, i primi a parlare di “solidarietà operaia”) interpretano invece la solidarietà come legame di coesione sviluppato internamente ad un gruppo contro altri gruppi. Per molti, poi, invocare la solidarietà significa soprattutto cercare una terza via tra l’egualitarismo radicale della dottrina socialista e l’individualismo liberale, con il paradigma dell’interesse individuale e i suoi limiti. In questo senso ad esempio da un lato il papa Leone XIII nella sua enciclica Rerum novarum (1891) incoraggia il “solidarismo cristiano”, e da un altro lato L. Bourgeois sistematizza (in La solidarité, 1896) la sua dottrina “solidarista”, volta a razionalizzare la politica attorno all’idea di “bene comune”.

Queste riflessioni sulla solidarietà si inscrivono prevalentemente nel dibattito sociale ed economico interno a comunità nazionali o internazionali; e nel corso del Novecento il concetto di “solidarietà” ha potuto essere esteso in questo senso dalla questione operaia a quella femminile, a quella di altre minoranze sociali che subiscono condizioni di disagio e ineguaglianze, come ad esempio gli immigrati. Tuttavia, il termine ha trovato applicazione anche fuori dalla sfera sociale, sul piano dei rapporti istituzionali tra nazioni. Lo stesso L. Bourgeois è tra i primi teorici, ad inizio Novecento, di una “Società delle Nazioni” (Pour la Société des nations, 1910), divenendo nel 1919 il primo presidente della SDN e ricevendo nel 1920 il premio Nobel per la Pace. Nelle sue riflessioni, per designare i rapporti di collaborazione e comunanza di intenti che le nazioni dovrebbero intrattenere tra loro, al termine “solidarietà” si affianca anche un altro termine, che prevarrà di fatto nell’autorappresentazione che la SDN darà di sé negli anni Venti e Trenta: “cooperazione”. Esso rinvia in particolare al modello della cooperazione animale, che secondo la dottrina solidarista dovrebbe guidare anche la società umana, sostituendosi al paradigma della competizione. Avvicinare la nozione di “solidarietà” a quella di “cooperazione” significa di fatto promuovere un’interpretazione etimologica del termine “solidarietà”, contro altri usi che nel tempo si sono aggiunti. Si può parlare infatti di “solidarietà tra” individui, nazioni etc., per sottolineare appunto una comunanza di interessi e fini, secondo il senso etimologico; oppure di “solidarietà verso” qualcuno (come nelle espressioni “gara di solidarietà verso i paesi del terzo mondo, verso le zone terremotate” etc.), avvicinando dunque la nozione di “solidarietà” a quella di “generosità”, al dare senza aspettarsi di ricevere in cambio.

Nella recente pandemia la solidarietà è stata spesso richiamata come valore ritrovato nella difficile quotidianità del confinamento: il termine è stato usato nel suo senso proprio ed originario per designare le relazioni improntate alla comunanza di interessi che hanno caratterizzato le comunità, da quelle piccole, ad esempio condominiali o di quartiere, che hanno creato reti di aiuto reciproco, a quella più vasta della cittadinanza nazionale. A livello internazionale, la solidarietà è stata invece spesso richiamata alternativamente per essere invocata come assente e necessaria, o per ricordare che essa rappresenta uno dei valori su cui si fonda l’Unione Europea. Il Trattato di Lisbona del 2007 prevede in effetti una “Clausola di solidarietà” che sancisce che «L’Unione e gli Stati membri agiscono congiuntamente in uno spirito di solidarietà qualora uno Stato membro sia oggetto di un attacco terroristico o sia vittima di una calamità naturale o provocata dall’uomo» (titolo VII, articolo 188 R). Il dibattito sulla solidarietà europea tuttavia non è stato privo di una certa ambiguità, nella misura in cui in esso si sono spesso confuse e sovrapposte, generando potenziali incomprensioni e fraintendimenti, le due accezioni sopra menzionate del termine (“solidarietà tra pari”/“verso soggetti in difficoltà”). Di fronte a un Trattato che sembra propendere per la seconda accezione, dovremmo forse ambire e lavorare ad un’Europa improntata ad una solidarietà fatta di cooperazione come condivisione di interessi e progetti, collaborazione tra pari, e rinuncia alla competizione.

Immagine: Consegna della spesa a domicilio alle persone in difficoltà durante la quarantena per il Coronavirus, la borsa con viveri è appesa alla porta d’ingresso di casa. Crediti: Imagesines / Shutterstock.com

© Istituto della Enciclopedia Italiana - Riproduzione riservata

Argomenti

#Durkheim#Leone XIII#solidarietà