Il russo Daniil Medvedev ha vinto le ATP Finals 2020 nell’anno della pandemia, l’ultimo della lunga edizione londinese, imponendosi al terzo set di un match altalenante contro l’austriaco Dominic Thiem: 4-6, 7-6, 6-4 il punteggio finale in favore del russo che, come nella gara disputata in semifinale, ha avuto la meglio in rimonta dopo aver perso il primo set.
Nelle fasi precedenti, i due finalisti avevano battuto rispettivamente, a sorpresa, i numeri uno e due del tennis mondiale, Novak Djokovic e Rafa Nadal. Il russo aveva, infatti, superato in semifinale, in tre set, lo spagnolo Rafa Nadal, con il punteggio di 6-3, 6-7, 3-6. Mentre, qualche ora prima, Thiem aveva sconfitto, con il punteggio di 7-5, 6-7, 7-6, il numero uno del mondo, Novak Djokovic che, alla fine del match, ha dovuto ammettere: «Ben fatto Dominic. Hai mostrato coraggio quando eri sotto al tiebreak del terzo set ed hai meritato la vittoria. È stato un piacere competere di nuovo con te. Incontro fantastico». A parti invertite nella fase a gironi, ci aveva già pensato Medvedev a battere il serbo in due set con un secco 6-3, 6-3, costringendolo a vincere uno spareggio contro il tedesco Zverev per conquistare il passaggio alle semifinali. Mentre l’austriaco Thiem, nel proprio girone, aveva beffato Nadal (mai vittorioso alle Finals) in due tiratissimi set decisi entrambi al tie-break. Così anche il maiorchino, per poter accedere alle semifinali, ha dovuto superare una sorta di spareggio con il campione uscente del torneo, Stefanos Tsitsipas.
La finale 2020 del torneo tra i maestri del tennis mondiale, quelli che occupano le prime otto posizioni nella classifica mondiale (assente solo “The Goat”, Roger Federer per infortunio), è stata dunque quella che non ti aspetti, ma alla luce dei risultati anche la più giusta. Il numero tre e quattro del mondo che rubano la scena meritatamente alle due stelle. E, nel torneo delle sorprese, l’ennesima sorpresa, la vittoria del russo (numero 4) che si è aggiudicato il titolo di maestro battendo l’austriaco (numero 3) che era il più accreditato per la vittoria finale.
ATP Finals, da Londra a Torino
Nello speciale albo d’oro del torneo dei maestri Daniil Medvedev succede al greco Stefanos Tsitsipas che aveva trionfato nell’edizione londinese del 2019. E quella coppa alzata al cielo dal russo è anche simbolicamente un passaggio di testimone perché segna la fine delle dodici edizioni londinesi e l’inizio delle cinque di Torino.
Le ATP Finals si giocano a fine stagione e, dopo le quattro prove del Grande Slam (Australian Open, Roland Garros, Wimbledon e U.S. Open che si giocano a Melbourne, Parigi, Londra e New York), sono considerate il torneo di tennis professionistico più importante dell’anno. In palio un ricco paniere: punti, ma anche in denaro e prestigio sportivo che si contendono i migliori otto tennisti delle classifiche ATP. Il vincitore conquista 1.500 punti, un premio a metà strada tra un Master 1000 ed uno Slam (2.000 punti) e che, nel 2021, vanta un montepremi record di US $ 14.500.000.
Torino è la quindicesima città ad ospitare il prestigioso torneo, selezionata tra una fortissima e variegata concorrenza internazionale in tutto il mondo. Ed è la prima volta per l’Italia nei 50 anni di storia della competizione.
Il torneo venne disputato per la prima volta nel 1970 a Tokyo. Nella prima edizione a imporsi fu l’americano Stan Smith. L’anno seguente si trasferì a Parigi, poi toccò nell’ordine a Barcellona, Boston, Melbourne, Stoccolma, Houston. Nel 1978 il torneo si stabilisce al Madison Square Garden di New York fino al 1989. Dal 1990 al 1995 trasferimento a Francoforte. Nel 1996 e fino al 1999 il torneo rimane in Germania, ma si sposta ad Hannover. Dal 2000 la carovana riprende un tour più frenetico; infatti, dal 2000 al 2002 i tennisti si spostano in tre città diverse: Lisbona, Sydney e Shanghai. Poi Houston per due anni e, dal 2005 al 2008, nuovamente Shanghai. Nel 2009 il torneo arriva a Londra, dove si trattiene fino al 2020.
La sindaca di Torino Chiara Appendino, subito dopo la vittoria di Medvedev nell’ultima finale dell’edizione londinese, ha dichiarato raggiante: «Ora sarà Torino che, per cinque anni, ospiterà il più importante torneo di tennis indoor al mondo, dove si sfideranno i migliori otto giocatori di singolo e di doppio. Uno spettacolo seguito da milioni di persone in ogni angolo del globo che porterà la città sotto i riflettori delle più importanti testate ed emittenti, italiane e straniere. Con oltre 600 milioni di euro in termini di ricadute economiche sul territorio. Perché si tratta di un evento sportivo prestigioso, di grande richiamo che rappresenta una delle proposte tennistiche più attese a livello mondiale». Una popolarità confermata dai numeri degli spettatori che seguono le gare dal vivo e da quelli riguardanti l’impatto mediatico. «L’auspicio – della sindaca (e di tutti noi) ‒ in questo contesto difficile, è che questo importante evento possa accelerare la ripartenza post-Covid».
I presupposti ci sono tutti. «Negli ultimi nove anni infatti – come era già stato sottolineato al momento della designazione, nella conferenza stampa organizzata nella prestigiosa cornice del salone dei ricevimenti di Palazzo Madama ‒ le Finals hanno portato a Londra (fino al 2019 ndr) oltre due milioni e 300 mila persone. Mentre, per quanto concerne la copertura televisiva mondiale e i canali digitali, sono state registrate in media 101,9 milioni di visualizzazioni, effettuate 10 milioni di riproduzioni video e sono state 96 milioni le persone che hanno seguito l’evento attraverso i canali tv».
Per poter ospitare le ATP Finals, Torino ha dovuto superare una concorrenza forte e nutrita, costituita da alcune tra le più grandi metropoli mondiali. «Un ruolo fondamentale al buon esito della candidatura italiana – ha spiegato la sindaca – è stato giocato non solo dalla qualità di una proposta eccellente e innovativa, ma anche dalla capacità di fare squadra da parte delle Istituzioni locali, di quelle sportive (dalla Federazione Italiana Tennis al Coni e a Sport e Salute), del Governo e dell’Istituto per il Credito Sportivo e dal coinvolgimento di associazioni, enti e imprese del nostro territorio».
I match si giocheranno al Pala Alpitour, un impianto polifunzionale indoor costruito in occasione dei Giochi olimpici invernali del 2006, ma è stato già annunciato che «Tutta l’area circostante sarà trasformata in una vera e propria ‘cittadella del tennis’, con altri campi al coperto per gli allenamenti e strutture di servizio. Saranno inoltre proposti, impiegando soluzioni tecnologiche all’avanguardia e innovative, servizi su misura per spettatori e turisti e programmi che consentiranno di seguire gli incontri e vivere ogni aspetto e momento dell’evento in tutta la città». Per Angelo Binaghi, presidente della Federazione italiana tennis: «L’assegnazione del grande compito di organizzare le Finali ATP a Torino rappresenta un successo internazionale del Paese».
Nitto ATP Finals 2021, see you in Torino
La scelta di Torino, che consentirà di proporre, per cinque anni, dalla città della Mole i migliori giocatori del mondo, ha suscitato l’entusiasmo dei più grandi nomi del tennis che non vedono l’ora di trasferirsi al Pala Altipour Stadium.
Così Novak Djokovic al momento della designazione: «L’ATP Finals è l’evento più grande e prestigioso dell’ATP. Un torneo che storicamente si sposta da una città all’altra. Sono molto felice che si trasferisca a Torino. I tennisti saranno molto contenti di gareggiare lì e spero di far parte anch’io di quello che sarà un evento molto speciale».
Roger Federer, il grande assente a Londra 2020, a causa di due interventi al ginocchio che lo tengono lontano dai campi da gioco dall’inizio della pandemia, aveva già definito «Emozionante il nuovo capitolo per l’ATP Tour». Adesso, non vede l’ora di rientrare: «Le ATP Finals? Non importa dove si sposteranno, qualsiasi giocatore ci andrebbe. E io le giocherei anche sulla luna». Affermazione che risuona come una promessa e alimenta il sogno di vedere il più grande tennista di tutti i tempi giocare a Torino tra un anno. King Roger programmerà scientificamente i suoi impegni e le sue energie nel 2021 tra Slam, Olimpiadi di Tokyo e gli altri tornei del circuito, ma di certo non potrà mancare alle ATP Finals, torneo in cui detiene il record di dieci finali giocate e di sei successi (Houston 2003 e 2004, rispettivamente con Agassi e con Hewitt, Shanghai 2007 e 2008 contro Blake e Ferrer, Londra 2010 e 2011, prima con l’amico-rivale Rafa Nadal e poi con Tsonga. È stato sconfitto, invece, da Djokovic in tre finali). Dopo “The Goat”, gli altri tennisti più decorati del torneo sono Ivan Lendl, Pete Sampras e Novak Djokovic che hanno conquistato cinque titoli. I primi due hanno appeso da tempo le racchette al chiodo, quindi l’unico che può eguagliare il record di Federer è proprio l’attuale numero uno del mondo. Una bella sfida nella sfida da non perdere.
Nel 2021 il mondo dello sport a Torino
Le ATP Finals 2021 si svolgeranno a Torino dal 14 al 21 novembre. Ma non sono l’unico appuntamento sportivo per la città e per il Paese. Nel 2021 Torino, oltre alle ATP Finals, ospiterà anche le Finals Nation League di volley, gli Europei di baseball e le fasi finali delle Final Four di Nations League, il torneo di calcio per Nazionali giunto alla seconda edizione.
Grazie all’ultima vittoria sulla Bosnia, l’Italia guidata da Roberto Mancini si è aggiudicata infatti il primo posto nel Gruppo A1 qualificandosi alla fase finale della UEFA Nations League, così saranno Torino e Milano ad ospitare le gare, come deciso dalla UEFA che aveva stabilito che la fase finale, disputata dalle quattro squadre vincitrici dei gironi della fascia A, si sarebbe giocata nel Paese che avrebbe vinto il primo girone.
Le semifinali si terranno il 6 e 7 ottobre 2021, la finalissima e la finale per il terzo e quarto posto sono in programma il 10 ottobre. Le partite, secondo un calendario ancora da definire, si giocheranno all’Allianz Stadium e allo stadio Meazza di Milano.
Anche la massima competizione continentale di baseball torna in Italia da dove manca dal 1999. La Confederation of European Baseball ha ufficializzato l’attribuzione alla FIBS (Federazione Italiana Baseball e Softball) dell’organizzazione della trentaseiesima edizione del Campionato europeo, scegliendo le sedi di Torino, Avigliana e Settimo Torinese dove l’evento sportivo si svolgerà nel mese di settembre.
La Nations League 2021 di volley, la competizione internazionale itinerante che quest’anno non è stata disputata a causa della pandemia, si giocherà a maggio con un leggero anticipo per non accavallarsi con le Olimpiadi di Tokyo.
Torino ‘casa dello sport’ sicuro, pulito, sostenibile e accessibile per tutti
Gli organizzatori, nelle valutazioni pre-Covid, prevedevano, per le ATP Finals, «Un fatturato di circa 50 milioni di euro per ogni edizione», stimando «un ritorno per il territorio quantificabile tra i 120 e i 150 milioni di euro ogni anno, oltre a tutti gli altri benefici in termini turistici e di immagine per lo sport italiano». A causa della pandemia oggi non si può sapere esattamente cosa potrà accadere. Se però, con il contributo congiunto del mondo scientifico, dei governi e dei cittadini, la crisi sanitaria nel 2021 comincerà ad essere un brutto ricordo, questi eventi potranno rappresentare una grande vetrina internazionale per il Paese e per la città che ne è sede, oltre che una svolta in direzione del rilancio dell’economia. Per essere in grado di attrarre, ospitare, trattenere e canalizzare il flusso turistico e far vivere l’evento nell’intero Paese, occorre lavorare perché Torino e l’Italia siano la ‘casa dello sport’, non solo per i sei mesi (maggio-novembre) in cui si giocheranno le quattro competizioni.
L’Italia è uno dei Paesi dove lo sport è più forte ed affermato e vanta anche una comprovata tradizione ed esperienza nell’ospitare eventi di livello mondiale, passando dai mondiali di calcio al tennis, con gli Internazionali d’Italia a Roma e le Finali ATP Next Gen a Milano. Lo spirito di squadra con cui enti locali, governo, istituzioni sportive, imprese e realtà territoriali hanno lavorato alle candidature vittoriose si è rivelato fondamentale e può essere l’arma vincente che può guidare le azioni successive.
Bisogna però puntare a quella che chiamiamo ‘Una dimensione europea per lo sport’.
Un concetto introdotto dall’Unione Europea (UE), mai efficacemente perseguito, per favorire il raggiungimento di obiettivi come la tutela dei minori, l’inclusione, la lotta contro le partite truccate, il doping e la corruzione, la violenza ed il razzismo, l’innovazione dello sport nel rispetto della salute e dell’ambiente. Con il Trattato di Lisbona l’UE ha acquisito competenze specifiche nello sport, allora bisogna che svolga azioni tese a sostenere o completare l’azione degli Stati membri attraverso progetti che rimettano in campo le politiche per lo sport inteso come un insieme di valori positivi. In questa direzione ambiente, sostenibilità, innovazione, attenzione agli sport minori, scuole aperte allo sport, promozione della concreta, libera e uguale partecipazione femminile, sono condizioni essenziali, la priorità assoluta e le linee guida per la costruzione e la gestione degli eventi in programma.
Occorre puntare ad una certificazione di sostenibilità anche nello sport. Puntare su tecnologia e innovazione significa metterle al servizio dei cittadini e quindi degli stessi eventi sportivi. Fare in modo che l’impatto delle attività sia minimo sia per quanto riguarda l’energia usata nell’evento, sia in termini di mobilità e flussi di traffico, sia promuovendo un cambio culturale che consenta di puntare ad uno sviluppo centrato su rigenerazioni sostenibili in direzione del green building, consentendo di recuperare i centri urbani e le periferie e di riqualificare le aree degradate.
Lo sport se inteso come valore costituzionale deve essere accessibile per tutti. I match e lo spettacolo non possono rivolgersi ad una ricca élite, ma bisogna dare una possibilità concreta agli studenti e alle famiglie per poter ammirare le prestazioni sportive insieme alla gestione sana e alla buona governance dei grandi eventi sportivi. Servono per questo politiche per calmierare i prezzi dei biglietti, programmi transnazionali per supportare lo sport sicuro e pulito, diffondendo le buone pratiche, scommettendo sulla dimensione economica e occupazionale degli sport, favorendo un nuovo rapporto con la società, con l’ambizione di incoraggiare l’attività fisica per tutti, attribuendo un ruolo speciale alle scuole, alle associazioni sportive, ad allenatori, enti culturali, organi di informazione, permettendo ai giovani di studiare anche l’attività agonistica con scambi tra Paesi dell’Unione Europea. In questa direzione i Comuni e le Regioni possono assumere un ruolo di primo piano investendo sullo sport, attuando così una efficace politica di prevenzione, diminuendo la spesa sanitaria, contenendo problematiche sociali, generando crescita e sviluppo.