Il 14 dicembre, alla Sala stampa della Camera dei deputati, Gianni Lattanzio, segretario generale dell’Istituto cooperazione Paesi esteri, presenterà Web, social ed etica. Dove non arriva la privacy: come costruire una cultura della riservatezza (Edizioni ETS). Il fresco di stampa, in libreria dal 6 dicembre 2018, ha l’ambizione di diventare il «primo campanello d’allarme per un’allerta sociale che ci renda compatti, ognuno nei suoi panni, nel fare muro contro l’ignoranza e la superficialità, unendoci invece per creare cultura, fare formazione e informazione, alfabetizzando chi naviga senza la patente della consapevolezza».

Sono le parole della curatrice, la giornalista e scrittrice Eugenia Romanelli, impegnata professionalmente e personalmente nella costruzione di una “cultura della riservatezza” come antidoto primo alle derive dello strumento simbolo di libertà e democrazia che ha connesso il mondo oggi e che, «pur conservando quelle qualità che lo hanno reso paladino degli ultimi, adesso contiene in sé funzioni capaci di travolgere e distruggere la vita di un singolo come quella di un intero paese».

Non banale la questione. Anzi, di un’attualità stringente sotto vari punti di vista. A livello globale, non c’è dubbio che data protection, cybersicurezza e security awareness siano mercati di grande interesse economico e questioni prioritarie per ogni Paese industrializzato, sempre più ricattabile, trasversalmente e in modo multilivello, da attacchi hacker (ospedali, banche, industrie, aziende, governi, ecc.). Ma anche sul piano sociale, siamo in presenza di nuove piaghe: cyberbullismo, sexting on-line, socialholics, hate speech, ecc. possono portare a vere e proprie epidemie di suicidi tra gli adolescenti, per non parlare dei fenomeni dei giochi on-line che mettono a rischio la vita dei più giovani.

Il volume osserva i vari fenomeni del www e delle reti social da vari punti di vista e competenze, declinando la questione in modo da coinvolgere genitori, educatori, psicologi, assistenti sociali, ma anche i Tribunali, o le varie categorie professionali che si ritrovano un po’ per caso a maneggiare dati sensibili senza avere la preparazione culturale e tecnologica che faccia percepire loro i rischi, al di là delle evidenti opportunità, di un certo modo superficiale, sregolato e inconsapevole di maneggiarli.

Di fatto il libro è un vademecum specializzato ma accessibile a tutti e ha il merito di segnare un punto di partenza per perimetrare il problema e gettare le basi per costruire nuovi paradigmi etici, sociali, culturali che da soli riescano a funzionare come contenitore, contenimento, bussola e regolazione dei comportamenti umani 2.0: «Spontaneamente seminiamo informazioni personali, non solo accettando di farci tracciare nella navigazione, ma addirittura pubblicando foto, video, localizzazioni, tag, ecc. – spiega la curatrice. Anzi, lo storytelling del sé è addirittura necessario perché è diventato un componente dell’identità: io sono non solo perché il mio corpo mi perimetra, perché produco i miei pensieri unici e vivo le mie emozioni uniche; io sono anche per come rappresento me stesso. Ma cosa accadrebbe alle nostre informazioni personali, alla nostra reputazione, alla nostra vita, se lo scandalo Cambridge Analytica di Facebook si ripetesse?».

Ecco che i vari autori, ognuno sollevando domande ma anche cercando di trovare risposte, fiutano piste da percorrere: da Mario Morcellini, commissario Agcom e consigliere alla Comunicazione Sapienza Università di Roma, a Roberto Acciai, direttore del dipartimento Libertà di manifestazione del pensiero e cyberbullismo del Garante per la protezione dei dati personali. Ma anche Davide Mula, funzionario dell’Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni, Marco Lagazzi, criminologo, Giovanni B. Camerini, neuropsichiatra infantile, Silvia Spanò, perito al Tribunale di Marsala e di Trapani, Adriana Mazzucchelli, gruppo di Psicologia forense dell’Ordine degli psicologi del Lazio, Maria Chiara Parmiggiani, avvocato penalista, Rory Cappelli, giornalista di cronaca nera a la Repubblica, fino a Roberto Mazzoni, ospite speciale degli Stati Uniti per occuparsi di cybersecurity, e il giornalista Vincenzo Vita.

Eugenia Romanelli, Web, social ed etica. Dove non arriva la privacy: come costruire una cultura della riservatezza, Edizioni ETS, 2018, pp. 132

(MB)

Crediti immagine: Privacy by Nick Youngson CC BY-SA 3.0 ImageCreator

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