Perché analizzare #Roma su Twitter?

In questa seconda parte della terza restituzione, cambiamo radicalmente il “luogo” della nostra etnografia digitale: da Instagram, passiamo a Twitter.

Come si è ampiamente argomentato, ciascun social network possiede una propria peculiare infrastruttura e caratteristiche che lo rendono particolarmente adatto per studiare determinati fenomeni e aspetti e inadatto per studiarne altri.

Attraverso l’analisi di Instagram è stato possibile studiare approfonditamente come gli abitanti dei quartieri a ridosso del GRA (Grande Raccordo Anulare) si autorappresentino e quali significati attribuiscano ai luoghi dove vivono. Twitter è un social network assai diverso: a differenza di Instagram, è molto più incentrato sul contenuto testuale e su eventuali hyperlink. Più similarmente a Instagram tuttavia (e diversamente da Facebook), Twitter mantiene una struttura “aperta”, basata sul meccanismo del following, che favorisce discussioni orizzontali anche con sconosciuti attorno a determinati temi di dibattito.

Non a caso, Twitter sul proprio sito si definisce come «what’s happening and what people are talking about right now» e indica la propria missione principale come «to serve the public conversation» garantendo uno spazio libero e sicuro di conversazione. Il focus del social network è dunque evidentemente quello di fornire un’arena di intervento e confronto su quelli che sono i temi di discussione del momento (quelli che sono stati resi famosi da Twitter come i trending topics). Effettuare una etnografia digitale di Roma su Twitter, con un dataset di oltre un milione di tweet, dunque, significa catturare lo stile di questo dibattito e poterlo analizzare nelle sue componenti, ma anche immaginare quale sia il futuro del discorso pubblico e politico su piattaforme di questo genere.

Le categorie principali di discussione

Tre sembrano essere i temi predominanti nella discussione digitale su Roma: il primo è il dibattito politico; il secondo è, prevedibilmente, quello della pandemia, ed è verosimile che in questo caso, il tema pandemico e dei suoi effetti nella città di Roma sia intersecato con la centralità che Roma ‒ capitale e sede delle istituzioni statali ‒ ricopre nel dibattito politico nazionale. Il terzo tema di grande rilevanza è ovviamente il calcio, in particolare la Roma.

Andando tuttavia a far dialogare la ricerca svolta su Instagram relativa ai temi del GRA con l’analisi del dibattito pubblico della città di Roma, un dato che emerge in modo molto significativo è la completa rimozione di queste zone e del relativo tema delle periferie dal dibattito. Cercando manualmente i tweet che contengono i nomi dei quartieri a ridosso del GRA se ne ottengono un numero estremamente esiguo, tali da impedire qualsiasi tipo di analisi proficua. Da questo punto di vista, il gap esistente tra Instagram e Twitter appare significativo: gli abitanti, le attività commerciali e le realtà si autorappresentano in modo vivo e vivace e postano contenuti riguardanti il proprio quartiere su Instagram, ma le loro zone e i loro modi di vita rimangono esclusi dal dibattito pubblico cittadino nel mondo digitale e non solo.

Focus sul lavoro: hashtag analysis

A partire dal dataset generale si è scelto di realizzare un focus sul mondo del lavoro, che mai come nell’ultimo anno e mezzo ha assunto un peso specifico fondamentale – essendo tuttavia spesso fortemente strumentalizzato ‒ nel dibattito pubblico.

In Figura 3 è possibile visualizzare la realizzazione grafica del network.

In generale si può dire che quello del lavoro è certamente un tema complesso, multi-sfaccettato. All’interno del dataset si può notare come venga trattato da almeno due punti di vista, quello dei lavoratori dipendenti e quello dei (neo)imprenditori. Da un lato il dibattito sembra infatti ruotare attorno a tematiche centrali come la ricerca di una nuova occupazione, la formazione dei lavoratori, la loro sicurezza sul luogo di lavoro. Certamente più interessante è il cluster che interseca il tema del lavoro con quello della mobilità (in azzurro in basso a destra); in esso troviamo hashtag quali #trasporti, #astralinfomobilità, #metrob, #pendolari, insieme ad alcuni che sembrano evidenziare delle criticità e possibili scontri come #sciopero e #resistenza.

Mobilità e pendolarismo, dato l’alto numero di hashtag dedicati, si dimostra essere uno degli argomenti più impellenti e discussi, confermando come il tema dei trasporti si configuri come uno dei più urgenti e impattanti nel dibattito pubblico e nella vita dei cittadini romani, legando quello che ormai è un terreno di scontro politico al mondo del lavoro e alla marginalità che l’assenza di una rete di servizi adeguata acuisce e contribuisce a creare.

Dall’altro lato, tuttavia, la discussione su Twitter sembra essere decisamente orientata verso il lavoro imprenditoriale. Come abbiamo avuto modo di notare si tratta di un gruppo dedicato non solo agli esercizi commerciali già consolidati ma che fa anche particolare riferimento alle nuove aziende e alle start-up, in relazione alle agevolazioni fiscali (#tassoagevolato) ma anche all’innovazione tecnologica (#trasformazione digitale).

Focus sul lavoro: analisi dei tweet con almeno 100 retweet

A conclusione di questo primo focus sul mondo del lavoro, proponiamo una analisi qualitativa dei post più ritwittati del nostro dataset.

Una rapida indagine esplorativa rivela che quasi tutti i post si intersecano a molteplici tematiche, come abbiamo rilevato nel caso dei trasporti.

I due argomenti di maggior rilievo sono “Regole” e “Provvedimenti”. Entrambi gruppi che trattano di aspetti legati più o meno indirettamente all’emergenza sanitaria da Coronavirus e dell’impatto che questa ha avuto sul mondo del lavoro. In particolare, nella categoria “regole” sono inclusi tweet che commentano le decisioni in merito alle aperture e chiusure di esercizi commerciali. Nella maggior parte dei casi il post esprime una critica (talvolta accesa) nei confronti della classe politica. Sorprendentemente, nei post analizzati pochi sono i riferimenti alle direttive del Consiglio dei ministri contenute nei vari DPCM. Al contrario, l’unica esponente politica ad essere esplicitamente citata più volte è la sindaca Virginia Raggi. L’etichetta “Provvedimenti” riguarda invece i tweet in cui si parla dei decreti a sostegno delle imprese durante (e dopo) il periodo di emergenza.

Segue poi una categoria di stampo più squisitamente politico, che riguarda lavoro e “Immigrazione”. In questo gruppo troviamo alcuni post che problematizzano la questione dei migranti, sostenendo come questi ricevano dal governo un trattamento di favore rispetto ai cittadini italiani in difficoltà economica, costretti a vivere in auto (Figura 5).

Concludiamo l’analisi degli argomenti con le categorie “Disoccupazione” e “Sicurezza”. I pochi post appartenenti a questi gruppi raccontano situazioni critiche ed emergenziali, come ad esempio i post che denunciano la scarsa sicurezza nei cantieri (Figura 6) o quelli dedicati al licenziamento di alcuni dipendenti AMA (Figura 7).

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La narrazione del lavoro su Twitter sicuramente coglie alcune delle polarizzazioni più comuni anche nel quadro del dibattito nazionale, esibendo tuttavia una dimensione territoriale e geografica molto forte: la critica alla classe dirigente e ai provvedimenti politici si declina infatti quasi sempre nei confronti della sindaca Raggi, facendo raramente riferimento al quadro nazionale. A livello generale, si può osservare inoltre come i tweet esaminati siano più uno strumento di attacco diretto a raccogliere consensi piuttosto che a intavolare un dialogo costruttivo. Questo tipo di impostazione del confronto, demolitiva e poco complessa, come vedremo, attraversa senza soluzione di continuità anche il dibattito eminentemente politico sulla città, che si cristallizza fortemente attorno ai temi dell’incuria e del degrado.

Questa tendenza è anche confermata dal tono dei commenti, che intendono dare ragione oppure torto all’autore del post (specialmente se si tratta di un personaggio di rilievo) con frasi concise e spesso prive di argomentazioni. In questo senso si potrebbe tuttavia affermare che, in effetti, sono in primis la struttura e le affordances (una su tutte il limite al numero di caratteri) della piattaforma Twitter a non promuovere la discussione estesa ed articolata.

Focus sul dibattito politico

Per analizzare il dibattito politico cittadino, abbiamo selezionato tutti i post relativi a Virginia Raggi e lo abbiamo combinato con l’insieme di tweet contenenti l’hashtag #raggi. Per il suo ruolo di sindaca, infatti, Virginia Raggi è il miglior indicatore a disposizione per intercettare il dibattito politico cittadino nei suoi diversi aspetti, raccogliendo sia post a sostegno dell’operato dell’amministrazione, sia post di critica, sia tweet di segnalazioni o denuncia di malfunzionamenti o problemi.

Su questo corpus, abbiamo effettuato un’analisi delle reti degli hashtag, in modo da individuare i principali temi che compongono il dibattito politico cittadino romano.

Come si può notare nelle figure 8 e 9, la discussione sembra dominata da alcuni temi che possono essere ricondotti alla macrocategoria del degrado e dell’incuria. L’unica eccezione è il macro-cluster che tratta temi legati al Covid ed alle misure restrittive e obbligatorie relative alla gestione della pandemia. Tuttavia, come è noto, queste ultime sono tematiche di competenza regionale o nazionale più che locale, e difatti questo cluster comprende hashtag legati a Regione Lazio, al governo, e a politici e leader nazionali.

Un elemento di interesse è la rilevanza del cluster composto dalle discussioni legate ai programmi televisivi che si sono occupati della città di Roma, con particolare riguardo al programma Non è l’arena di Giletti e ai temi di Mafia Capitale e alla (strettamente connessa) zona di Ostia: nello stesso cluster compare anche Calenda con il relativo hashtag “sindaco di Roma”, indice della sua presenza nei dibattiti televisivi sulla capitale.

I cluster su sicurezza e degrado spostano decisamente l’asse della discussione, per l’appunto, sul tema della sicurezza, del degrado urbano, della sporcizia: gli hashtag predominanti sono #sicurezza, #pulizia, #degrado, #cinghiali, #zozza, #schifo, #droga, tutti tematicamente e semanticamente fortemente connotati. Legato a problemi e disservizi riconducibili allo stesso filone è anche il cluster su trasporti e rifiuti, che raccoglie discussioni (principalmente lamentele per disservizi) rispetto ai trasporti pubblici, come evidenziato dagli hashtag come #atac, #cassonetti, #metrob.

Un altro cluster rilevante è quello genericamente legato alla gestione del Comune, al M5S e alla vicenda dei Casamonica. In ultimo, è presente un cluster che ruota attorno a Casapound e all’eventuale sgombero della sua sede, legato anche ad altri tweet prodotti da un’area sempre di riferimento a Casapound (l’hashtag #centrisociali è usato, in questo contesto, in termini eminentemente negativi).

La discussione pubblica su Roma rimane anche nel mondo digitale troppo spesso fondata su concetti vacui e solo apparentemente apolitici come quelli di “decoro” e “degrado”: il racconto della città, sui giornali, sui blog o tra cittadini – anche su piattaforme che condensano il dibattito politico e pubblico come Twitter ‒ è evidentemente ridotto alla condivisione ed esibizione cieca degli effetti più vistosi e superficiali della crisi della città, prima e dopo il Covid. Alcuni di questi racconti, basti pensare al blog Romafaschifo, hanno avuto grande peso e fortuna nell’orientare il discorso pubblico sulla città, ma anche la percezione dei cittadini rispetto ai propri territori, instillando un atteggiamento di passività e una frustrazione che sui social trova spesso il proprio canale di espressione privilegiato.

Il discorso sullo stato della salute della città ha per protagonisti i disservizi dell’ATAC, le foto dei rifiuti, i video di animali a passeggio. Una retorica che ha contribuito ad accrescere il voto di protesta e a portare al governo la giunta Cinque stelle e che ormai da tempo è stata fatta propria anche dalle altre forze politiche, oltre ad aver monopolizzato la quasi totalità dei commentatori e degli organi di informazione. Il discorso attorno allo spazio pubblico raramente tocca i temi degli spazi in maniera profonda, nonostante la grande complessità che ruota attorno al patrimonio in abbandono della capitale (285 edifici abbandonati secondo i dati del Comune) e ad un’emergenza abitativa che nell’ultimo anno è cresciuta vertiginosamente.

Anche il dibattito sul mondo del lavoro appare particolarmente appiattito intorno ad una vuota polarizzazione politica, fatta eccezione per il paradigma della mobilità che cede il passo a riflessioni fondamentali sulla città, anche in tema di sostenibilità. Solo il 4% del Recovery Fund per i trasporti è destinato alla mobilità locale, a fronte di una città in cui il numero di mezzi privati per numero di abitanti è il più alto di Italia. Del tutto assente nel dibattitto sono le generazioni più giovani, laddove il fenomeno dell’abbandono scolastico e della mancanza di lavoro per questa categoria si fa sempre più grave e drammatica: 1 giovane su 3 non riesce a trovare lavoro a Roma e un 1 su 5 non lavora e non studia.

Di certo questo primo tentativo di un’analisi di etnografia digitale attraverso i social ha restituito alcune costanti importanti sia per quanto riguarda l’autopercezione degli abitanti delle zone del GRA, sia nel caso dell’analisi della discussione pubblica, rilevando soprattutto quali sono le più grandi mancanze tanto in termini di percezione e rappresentazione quanto nel dibattito che coinvolge la città di Roma.

In vista delle elezioni amministrative alzare il tenore della discussione è imprescindibile per il futuro di una fetta sempre più larga della cittadinanza che conosce una sempre più scarsa opportunità di essere visibile e rappresentata, come in parte i social stessi registrano.

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Crediti immagine di copertina: Maria Marzano

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