Ho visto le menti migliori della mia generazione distrutte dalla pazzia, affamate nude isteriche, / trascinarsi per strade di negri all’alba in cerca di droga rabbiosa, / hipsters dal capo d’angelo ardenti per l’antico contatto celeste con la dinamo stellata / nel macchinario della notte, / che in miseria e stracci e occhi infossati stavano su partiti a fumare nel buio soprannaturale di soffitte a acqua fredda fluttuando sulle cime delle città contemplando jazz.
Con queste parole inizia il poema The Howl, grido di sofferenza e di protesta di Allen Ginsberg, che vuole, attraverso l’espressività delle parole, denunciare il materialismo economico, l’oppressivo conformismo e la repressione sessuale della società capitalista statunitense. Allen Ginsberg fu un'importante figura della Beat Generation, movimento letterario sviluppatosi negli anni Cinquanta a partire da un gruppo di giovani studenti della Columbia University. The Howl, a causa della sua vigorosa carica espressiva, divenne il manifesto dei giovani autori che volevano, superando la visione accademica dei propri professori attraverso il rifiuto delle regole imposte e la rottura con la tradizione, creare una nuova “visione” a livello letterario.
Il termine beat potrebbe riferirsi alla beatitudine, derivata dalla meditazione e dalla fuga, vista come salvezza ascetica dal consumismo che caratterizzava la società americana, per poter ritrovare se stessi attraverso l’acquisizione di una nuova spiritualità, che si avvicinava alle religioni orientali. Allo stesso modo, il termine beat potrebbe riferirsi, partendo dal sentimento di non appartenenza e di mancanza di identità della comunità afroamericana, all’aggettivo battuto, sconfitto; sentimento alla base del gruppo di giovani autori che, attraverso il consumo di droghe e alcol e il libero amore, in molti casi omosessuale o bisessuale, ricercano un contatto con la realtà spirituale, non riuscendo a trovare il senso della propria esistenza. Infine, il termine beat potrebbe riferirsi al battito, alla musicalità del jazz e del bebop e al ritmo del respiro, adottato come unità di espressione poetica; le parole dei componimenti beat fluttuano su malinconiche sinfonie e con la loro quotidiana crudezza colpiscono l’ascoltatore, che inizia ad essere cosciente che il muro esistenziale del consumismo statunitense si va frammentando sotto l’incessante spinta del messaggio rivoluzionario dei giovani poeti. Il poema The Howl, basato su questa ricerca di musicalità, è un coro disperato e colmo di Sehnsucht, sentimento di struggimento provato dal desiderio interiore di raggiungere una determinata condizione passata, in un tempo futuro, a più voci, che si alternano nel componimento in richiami di aiuto, grida di rabbia e di disperazione.
La stesura del poema è iniziata nell’ottobre 1954, quando Ginsberg, sotto l’effetto del peyote, allucinogeno in uso nelle culture native americane nei riti dei medicine men , inizia a vedere, dall’appartamento della sua fidanzata, la facciata del Sir Francis Drake Hotel a San Francisco, avvolto dalla nebbia. La costruzione appare al poeta come un enorme demone, nella seconda parte del poema più volte invocato con il nome di Moloch, divinità venerata dai Cananei, a cui venivano sacrificati e bruciati bambini in olocausto; quest’immagine diviene la metafora del capitalismo e del materialismo statunitense, che manda a morire, per ideali vacui e false speranze, giovani in conflitti lontani per interessi economici.
Quale sfinge di cemento e alluminio gli ha spaccato il cranio e ha mangiato / i loro cervelli e la loro immaginazione? / Moloch! Solitudine! Sporco! Bruttezza! Ashcan e dollari irraggiungibili! / Bambini urlanti sotto trombe delle scale! Ragazzi che gemono negli eserciti! / Vecchi che piangono nei parchi!
Il poema fu letto per la prima volta il 7 Ottobre 1955 alla Six Gallery di San Francisco dall’autore stesso, che lasciò fruire, attraverso il linguaggio colmo di termini erotici e visioni legate all’uso di sostanze stupefacenti, il proprio duro messaggio di denuncia, cosciente che le proprie parole avrebbero provocato lo scandalo della critica, ma allo stesso modo la nascita di una nuova consapevolezza poetica che si sarebbe basata sul riconoscimento del fallimento del mito dell’ American way of life e sulla speranza di nuovo sogno rivoluzionario. Il poema venne pubblicato per la prima volta nel 1956, nella raccolta poetica Howl and Other Poems, dalla casa editrice City Lights Bookstore, gestita dal poeta e editore beat Lawrence Ferlighetti, che venne arrestato per diffusione di oscenità. Ginsberg è cosciente dell’importanza della parola e della necessità di recuperare la dimensione della quotidianità nella poesia, che deve, attraverso la durezza e la forte espressività, farsi viva, seguendo l’insegnamento del modernismo e in particolar modo di William Carlos William, che predicava la realizzazione di una poesia senza limiti. The Howl è dedicato a Carl Solomon, un poeta beat, che avvicinatosi al dadaismo, si fece internare in un ospedale psichiatrico, che all’interno della terza parte del poema viene chiamato Rockland, dove Ginsberg lo conobbe nel 1949, in visita alla madre malata. Ma all’interno del componimento vengono fatti riferimenti anche ad altri poeti ed autori della Beat Generation, come Neal Cassady, di cui Ginsberg si era innamorato e a cui si rivolge chiamandolo «eroe segreto di questi versi, amatore e Adone di Denver».
I versi utilizzati da Ginsberg ricordano i lunghi versi liberi di Walt Whitman, considerato dai poeti della Beat generation il padre della letteratura americana che, attraverso la quotidianità della parola viva, riesce a riscopre la relazione con il mondo circostante, fino ad abbracciare con tumulto la vera anima americana. Ginsberg stima e assimila la lezione whitmaniana sulla parola, e si rivolge direttamente al poeta chiamandolo maestro e padre nel componimento A Supermarket in California. In conclusione, per Allen Ginsberg, la parola si configura come il mezzo attraverso cui il poeta può opporsi alla logica del materialismo economico e gridare la necessità di ritrovare un senso alla propria esistenza o come tramite per poter raggiungere con malinconica melodia jazz, paradisi artificiali, fatti di droghe e amori sfrenati, per poter superare, attraverso una bohème statunitense, la condizione di mancanza di identità nella società capitalista americana. Ginsberg diviene con il poema The Howl un poeta simbolista, che, come il giovane Rimbaud, nel componimento Ma Bohème si aggira sulle strade di una nazione dormiente di sogni di capitale e guerre giuste, con le tasche e le scarpe bucate, gridando crude parole di rabbia e disperazione per far risvegliare una nuova consapevolezza rivoluzionaria nei lettori.
Per saperne di più:
Allen Ginsberg, Collected Poems 1947-1985, Penguin Books, London, 1987
Allen Ginsberg, Jukebox all’idrogeno, Guanda, Parma, 2001
Walt Whitman, Foglie d’erba, Feltrinelli, Milano, 2012