Diritto Civile italiano. Due sec...

Guido Alpa


Guido Alpa,

Diritto Civile italiano. Due secoli di storia,

Il Mulino 2018

Il Prof. Alpa ha creato un’opera dove il tempo, la storia e il diritto scorrono insieme con il chiaro intento di offrire al lettore un affresco ampio e dettagliato delle trasformazioni che hanno riguardato il diritto civile negli ultimi duecento anni. Sin dalle pagine di esordio l’Autore lancia un monito: la storia del diritto civile italiano difetta di linearità. Gli ultimi duecento anni, difatti, sono caratterizzati da mutamenti che hanno interessato la materia analizzata nel volume, la società e, dunque, la storia dell’Italia. Come si legge nella quarta di copertina del volume, «il libro segue le trasformazioni del diritto civile italiano sullo sfondo delle vicende politiche e sociali succedutesi nel nostro paese e ne traccia il percorso evolutivo».

I temi classici del diritto civile, dalla persona alla proprietà, dal contratto alla responsabilità civile, attraversano i secoli e le epoche e vengono, di volta in volta, modellati dalla storia. Tra le pagine più affascinanti del volume, vi sono quelle dedicate alla persona si veda, ad esempio, quel che il Prof. Alpa scrive narrando dei riflessi della Rivoluzione Francese nel territorio italiano, del ventennio fascista - quest’ultimo capitolo è, forse, tra i più densi e drammatici dell’intero volume - per giungere sino a parlare, nelle ultime pagine del libro, dell’applicazione diretta dei diritti fondamentali.

L’Autore non consegna al lettore un’immagine statica, al contrario si tratta di sequenze in movimento, vive e poliedriche come le pagine dedicate alla Costituzione e ai nuovi confini del diritto civile. Il termine confini  non è inteso come un limite, non si tratta di una barriere erette dall’Autore per delimitare il perimetro della materia. Al contrario, i “nuovi confini” sono utilizzati come sinonimi di scoperte, di traguardi, di sincretismi giuridici tra materie e solo apparentemente antitetiche. Il Prof. Alpa sottolinea come la cultura giuridica italiana- anche quella di stampo civilistico- nel corso dei secoli si sia nutrita e sia stata vivificata dall’incontro con le esperienze straniere.

Sarebbe forse il caso di cominciare a leggere il libro partendo dalle pagine di congedo, che non possono essere qualificate come un semplice capitolo di chiusura, ma possono ben rappresentare il manifesto del diritto civile.

L’Autore si muove con maestria attraverso le epoche sezionando, con precisione quasi chirurgica, i decenni. Il volume è una mappa per orientarsi tra i secoli e per comprendere quali saranno le sfide che la scienza civilistica dovrà affrontare negli anni futuri. Il libro non è destinato ai soli “addetti ai lavori”; al contrario, la chiarezza espositiva e il fascino che un tema come questo esercita sul lettore, rendono questo volume un’opera rivolta ad un pubblico ampio, ad una platea variegata che molto avrà da imparare da queste pagine.

 

Anna Maria Pancallo

28 gennaio 2019