12 ottobre 2020

Zaiastan

Le parole della neopolitica

 

All’indomani delle elezioni regionali, trovo opportuno «scendere», almeno inizialmente, dal piano della politica nazionale a quello della politica regionale, citando un consigliere veneto della legislatura appena conclusa, Piero Ruzzante di «Liberi e uguali». In un post pubblicato su Facebook il 10 aprile scorso, a proposito della manifestazione di protesta di alcuni sindaci davanti all’ospedale di Schiavonia nella Bassa Padovana, Ruzzante ha scritto: «Dopo questo gravissimo episodio, abbiamo presentato un'altra interrogazione urgente in Regione. Speriamo che almeno stavolta Zaia ci risponda. Oltre ai primi cittadini è stato denunciato anche un giornalista, robe da regime. Siamo in Veneto o in Zaiastan?». La ridenominazione del Veneto come Zaiastan (cioè «la terra di Zaia») ricorre spesso nei giornali, soprattutto da quando Luca Zaia è stato rieletto Presidente della Giunta regionale del Veneto con il 76,79% dei voti. Un risultato annunciato (se vogliamo usare uno stereotipo ricorrente nella stampa): già il 18 febbraio 2020 Massimo Cacciari (ex sindaco di Venezia ed ex parlamentare di centro-sinistra), aveva dichiarato, in un’intervista al «Corriere del Veneto» del 18 febbraio 2020: «lasciamogli [al Pd] il tempo (e lo spazio di manovra) necessario per costruire, piano piano, un’alternativa spendibile allo Zaiastan, inteso come il territorio governato a furor di popolo da Luca Zaia».

 

Dieci anni fa, un successo

 

Ma non bisogna credere che Zaiastan sia un neologismo creato nel corso di quest’anno, quando ormai si profilava chiaro il plebiscito elettorale a favore di Luca Zaia. Già un decennio fa, nel «Foglio» del 28 aprile 2010, si poteva leggere un articolo di Cristina Giudici, con un’interpretazione politica dell’allora nuovissimo neologismo: «Eppure qualcosa vorrà dire, se qui in Veneto è già stato coniato il neologismo “Zaiastan” per sottolineare la democratica dittatura, cattolica, apostolica e persino romana; operaia e borghese, laburista e imprenditoriale; ambientalista ma anche no; localista ma anche global; illuminata e autoritaria, che Luca Zaia sta cercando di costruire per strappare la sua regione alle paludi dell’immobilismo».

Il 2010 è proprio l’anno del successo, ma forse addirittura dell’introduzione nel lessico politico locale (e di riflesso nazionale), di Zaiastan, al punto che la parola valica i confini e giunge persino alla «Frankfurter Allgemeine Zeitung», uno dei principali quotidiani tedeschi, che il 4 maggio 2010 intitola un’intervista di Jörg Bremer a Zaia «Zaiastan statt Padanien. Der Präsident Venetiens im Gespräch» («Zaiastan invece di Padania»). Un articolo del «Mattino di Padova» (da prendere, in attesa di riscontri, con beneficio d’inventario) attribuisce all’universo leghista la creazione del neologismo. Testimonia Renzo Mazzaro, giornalista ben informato, in un articolo del 25 luglio 2010: «Peccato che la stessa Padania per ribattezzare il nuovo Veneto a trazione leghista non trovi di meglio che attingere al vecchio vocabolario d'oltrecortina: “Zaiastan”».

 

Dal -land allo -stan

 

È interessante anche come si esprime un altro giornalista, Stefano Arduini, negli stessi mesi (la citazione è tratta da «Vita» del 2 luglio 2010): «La Lega 2.0 è tutt'altra cosa. E in Zaiastan, molto più che a Cotaland, lo vogliono dimostrare con le parole (prima) e coi fatti (da verificare)». Questa citazione è interessante perché denomina anche un’altra regione (guidata anch’essa, allora, da un esponente leghista) con il nome del presidente, ma attraverso un altro suffisso, il più tradizionale e comune (e tranquillizzante) -land: un suffisso dal quale non viene escluso neppure Zaia. Nel 2009 il Veneto era già la terra di Zaia, ma non era ancora uno -stan, bensì un -land: «Ci siamo arrovellati per tutta la settimana: perché Zaialand, non va a lezione di marketing in Austria?» (nell’articolo La settimana dell’orgoglio prosecchista, di Alessandro Morichetti, uscito nel sito http://www.intravino.com il 27 settembre 2009).

Zaialand coesiste accanto a Zaiastan durante tutto lo scorso decennio (ad esempio il 2 giugno 2015 il «Manifesto» titola Moretti «asfalta» il Pd, è «Zaialand» in tutte le province) e resiste anche in quest’ultimo mese (per esempio all’indomani delle elezioni, il 22 settembre 2020, il «Gazzettino» scrive: «Ma qual è la vera capitale dello Zaialand? Mansuè, Sinistra Piave, al confine con la provincia di Pordenone»). Ma Zaiastan ormai furoreggia, come si può vedere interrogando Google Trends, che presenta per Zaiastan un picco incredibile di occorrenze nello scorso mese di settembre.

 

Il Suddistan di Bonomi

 

Ma c’è un altro indizio del successo dell’espressione, che inizia a diventare modello per la creazione di altri neologismi od occasionalismi. All’Assemblea generale di Confindustria, il 29 settembre 2020, il presidente Carlo Bonomi (che sta assumendo un profilo interessante anche dal punto di vista dell’esuberanza lessicale), ha inserito il neologismo Sussidistan nella sua relazione: «Ma i sussidi non sono per sempre, né possiamo o vogliamo diventare un Sussidistan, come è stato recentemente scritto». Certo: Sussidistan non è un’invenzione di Bonomi, come dichiara lui stesso, ed è precedente al picco di presenze di Zaiastan di queste ultime settimane (lo troviamo nel titolo Ultime notizie dal Sussidistan italiano di un articolo del sito phastidio.net del 16 agosto 2020), ma l’uso che ne ha fatto Bonomi, e le polemiche che la sua dichiarazione ha suscitato, ne hanno certamente esteso l’uso. Non posso neppure andare oltre il sospetto che la scelta di Bonomi sia un’eco dell’esplosiva diffusione del capostipite, nella politica italiana, Zaiastan. Ma certamente è bene che chi si occupa del nuovo lessico politico presti attenzione al suffisso -stan e alla sua possibile diffusione, promossa dal successo della nuova denominazione del Veneto come Zaiastan e favorita dal rilancio rappresentato dal Sussidistan del Presidente di Confindustria.

 

 

Le 40 parole (o locuzioni) già trattate da Michele A. Cortelazzo: menevadismo, contratto di governo, manina, palle, sovranismo, cambiamento, pacchia, mangiatoia, umanità, pigranza, buonista, revenge porn, radical chic, salvo intese, professoroni, rosiconi, gufo, sbruffoncella, rosicare, interlocuzione, rottamazione, ruspa, vaffa, sardine, Italia viva, Germanicum, spallata, non mollare, pieni poteri, zona protetta, ciuffetto, chiudere, riaprire, riapertura, Decreto Rilancio, congiunto, Stati generali, democrazia negoziale, Paesi frugali, zecca, negazionista

 

 

Immagine: Bandiera vettoriale del Veneto

 

Crediti immagine: Derivative work: F l a n k e r & Angelus / CC BY-SA (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/)


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