Il cambiamento di passo (per usare l’espressione commentata la volta scorsa), almeno sul piano lessicale, c’è stato. Ai ristori si sono sostituiti i sostegni. Con il governo Conte eravamo rimasti al Decreto Ristori-quater (cioè al quarto decreto che riconosceva aiuti economici alle categorie costrette a sospendere le attività a causa della pandemia), ma era già avviato il Decreto Ristori-5. Però è sopraggiunta la crisi di governo e la serie dei _Decreti Ristori_si è interrotta. Il Decreto-legge 22 marzo 2021, n. 41, “Misure urgenti in materia di sostegno alle imprese e agli operatori economici, di lavoro, salute e servizi territoriali, connesse all'emergenza da COVID-19”, quello che doveva essere il Ristori-5, è stato sì ribattezzato, come è ormai d’uso, con una denominazione più concisa, ma il riferimento è passato dai ristori ai sostegni (con il vantaggio di riprendere una parola che è presente nella dicitura ufficiale del decreto). Così il comunicato stampa n. 8 del Consiglio dei Ministri, del 19 marzo 2021, intitolava Decreto “Sostegni” la parte relativa all’approvazione del decreto e spiegava che «l’obiettivo è quello di assicurare un sistema rinnovato e potenziato di sostegni, calibrato secondo la tempestività e l’intensità di protezione che ciascun soggetto richiede».

Il governo del sostegno

Presto il Decreto sostegni ha perso le virgolette ed è stato comunemente chiamato così (talvolta al singolare, Decreto legge Sostegno). Ma c’è di più: la parola sostegno è diventata, sia pure senza clamore (cioè con la discrezione che contraddistingue tutta la politica comunicativa del governo Draghi), una parola-chiave della promozione delle attività del governo in carica. La parola sostegno ricorre costantemente nelle conferenze stampa del Presidente del Consiglio: il 19 marzo Draghi ha dichiarato: «i capisaldi di questo decreto sono gli aiuti alle imprese, il sostegno al lavoro e la lotta contro la povertà»; l’8 aprile: «È normale chiedere le riaperture, sono le miglior forme di sostegno»; il 17 aprile:«un sostegno alle persone - umanitario -per coloro che hanno perso tutto e non per colpa loro».

Per marcare la differenza

Inoltre, la parola è stata utilizzata, anche al di fuori delle citazioni dirette dei provvedimenti governativi, dalla stampa e dalle forze sociali: ad esempio Coldiretti, Filiera Italia e Campagna amica hanno promosso, con il sostegno della Presidenza del Consiglio dei Ministri, la campagna “A sostegno di chi ha più bisogno” (e dal sito della Coldiretti si apprende che il Presidente dell’associazione, illustrando l’iniziativa, ha precisato che con questa operazione di solidarietà la Coldiretti intende portare «nelle case delle famiglie in difficoltà economica sostegni alimentari e prodotti del Made in Italy»). Oppure, il «Giornale», il 13 aprile 2021, ha scritto che «questa è una conquista delle associazioni di categoria di cui fanno parte piccole imprese e liberi professionisti, che hanno spinto il governo Draghi a valutare altre soluzioni oltre ai sostegni****economici».

Nel sito del «Corriere della sera» Milena Gabanelli e Rita Querzé hanno dedicato un articolo a questa, e ad altre, innovazioni lessicali (Dad e Did, Decreto Ristori e Sostegni, Asl, Ats, Asp e Nuova Imu: qual è la differenza? Le finte riforme che fanno solo confusione). Su sostegni hanno scritto senza mezzi termini: «Cambiare nome a volte serve solo a marcare la differenza fra un governo e l’altro. Prendiamo i provvedimenti che servono a risarcire chi è stato danneggiato dalla pandemia: fino a ieri si chiamavano “Ristori”, adesso sono diventati “Sostegni”. Che cosa c’è di nuovo? Niente».

Visioni diverse, intenzioni nuove

A me pare che, almeno a proposito della sostituzione di ristori con sostegni, Gabanelli e Querzé abbiano sottovalutato ragioni e conseguenze del cambio di nome. Innanzi tutto, se i nickname dei provvedimenti amministrativi (di questo si tratta!) sono dati per identificare rapidamente il provvedimento di cui si sta parlando (cosa non così semplice con i nomi ufficiali), è un bene che un nuovo provvedimento abbia un nome diverso dal precedente; e infatti il decreto che seguirà il Decreto Sostegni, inizialmente indicato con il nome di Decreto Sostegni-bis, probabilmente cercherà di distinguersi e pare che si chiamerà Decreto Imprese. Poi, ristori e sostegni non sono proprio sinonimi e fanno trasparire visioni diverse dei sussidi che il governo dà alle categorie in difficoltà. Intanto, i due nomi esplicitano la diversa provenienza professionale dei due Presidenti: la nozione di ristoro rinvia all’ambito giuridico, dal quale proviene Conte, mentre quella di sostegno rinvia all’ambiente economico, nel quale Draghi ha operato fino all’altro ieri. Poi, anche sul piano concettuale le due parole hanno riferimenti diversi: ristoro rinvia al concetto di risarcimento per una perdita causata da fatti autorizzati o imposti da una norma di legge, sostegno a quello di aiuto economico per ridare slancio a un’attività produttiva. Non sono in grado di valutare, per mancanza di competenze, se i decreti di Draghi hanno costituito davvero un cambiamento nelle politiche di sostegno dell’economia. Certamente, il mutamento di nome fa trasparire almeno un’intenzione nuova.

Immagine: Mario Draghi riceve la campanella da Giuseppe Conte, tradizionale passaggio di consegne

Crediti immagine: Governo Italiano. Presidenza del Consiglio dei Ministri, CC BY-SA 3.0 https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0, via Wikimedia Commons

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