«Penso che l’Arabia Saudita potrebbe essere il luogo di un nuovo Rinascimento per il futuro». È una delle frasi centrali del discusso colloquio pubblico avuto da Matteo Renzi con il principe ereditario saudita, Mohammed bin Salman alla fine dello scorso gennaio. Il colloquio si è tenuto in inglese, ma il contenuto è stato presto diffuso anche in italiano. È del 1 aprile 2021, invece, il post su Facebook con cui Matteo Salvini commenta un suo incontro con i primi ministri ungherese e polacco: «Dall'incontro di oggi a Budapest con il premier ungherese Viktor Orbán e il premier polacco Mateusz Morawiecki, che ringrazio, parte un progetto di “Rinascimento europeo” dopo il Covid: una nuova idea di Europa, che riconosca le proprie radici, fondata su salute, lavoro, sicurezza e controllo dei confini, comuni valori cristiani, cultura, bellezza, identità e LIBERTÀ». Il rinascimento europeo di Salvini è stato presto ribattezzato dalla stampa nuovo rinascimento (europeo): «Il leader della Lega ha lanciato dalla capitale ungherese la sua battaglia per arrivare a una riforma delle istituzioni comunitarie che segni l’avvio di un “Nuovo rinascimento” che porti ad una “resurrezione europea”», spiega Matteo Mura sul “Giornale” on line, mentre Concetto Vecchio su «Repubblica” inizia così il suo articolo: «Matteo Salvini, ieri a Budapest, ha annunciato un nuovo Rinascimento europeo».

Dal principe saudita allo smart working

L’espressione usata da Renzi, sul quale pesa il sospetto di piaggeria nei confronti del principe saudita e del FII Institute, l’organismo controllato dal fondo sovrano saudita e organizzatore della conferenza «FII NeoRenaissance», non ha suscitato, però, solo l’interesse di Matteo Salvini. La si trova sempre più spesso, come stereotipo dell’attuale neopolitichese, nei discorsi di diversi esponenti politici: dal mio osservatorio locale (il Veneto) l’ho incrociato nell’intervento di Luca Zaia, Presidente della Giunta regionale del Veneto in una delle sue abituali conferenze stampa, il 6 aprile 2021 («Serve un nuovo rinascimento dell’economia») e nel saluto della Presidente del Senato, Elisabetta Alberti Casellati, all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Padova il 1**6 aprile 2021 («**Risorse che dobbiamo usare con  intelligenza per rimediare ai danni della pandemia ed essere artefici di un nuovo Rinascimento: nella società, nell'economia, nella cultura, nelle arti e nelle scienze»). Ma l’ha usata anche il cuoco, che più volte ha mostrato di apprezzare le idee di Renzi, Massimo Bottura (in un articolo pubblicato il 21 aprile 2021 nella sezione «Il gusto» del sito di «Repubblica»: «Abbiamo l’occasione di uscire da questo periodo ancora più forti, più determinati, più consapevoli. In questo modo saremo sulla strada del nuovo Rinascimento»), mentre il sociologo Domenico De Masi (decisamente meno vicino alle posizioni di Renzi), in un’intervista al «Tirreno» del 29 aprile 2021 (intitolata «Con lo smart working un nuovo Rinascimento»), ha dichiarato: «io vedo un nuovo Rinascimento, sì».

Evergreen

L’affermarsi di Nuovo Rinascimento come stereotipo di moda è testimoniato anche dalla sua presenza in numerosi titoli di agenzie di stampa, giornali, testate on line, di peso diverso, in riferimento anche ad articoli nei quali l’espressione non era menzionata. Così l’Ansa il 17 marzo 2021 titola «Franceschini, "Per la cultura un nuovo Rinascimento"», ma Franceschini più semplicemente aveva dichiarato: «finita la crisi per la cultura ci sarà una sorta di Rinascimento, ci aspettiamo una ripresa dei consumi, un po' come è avvenuto nel settore dei libri, una spinta verso la ricerca di consumi nuovi»; il Magazine del Touring Club Italiano, a sua volta, ha titolato «Evergreen. Per un nuovo Rinascimento», ma l’autore, il geologo Mario Tozzi, aveva sì evocato il concetto, ma non il nome: «è ora di guidare la transizione ecologica planetaria verso un Rinascimento contemporaneo per cui ci vuole molto coraggio». Infine il sito dell’Associazione Culturale Lungarno di Firenze dà il titolo «Il nuovo Rinascimento di Firenze nell’era post covid» a un’intervista con Sergio Risaliti, direttore del Museo Novecento, che offre un appiglio ancora più debole per l’uso dell’espressione, dal momento che l’intervistato immagina che Firenze diventi «come era nel Rinascimento: un grande campus della cultura, interdisciplinare, dove i giovani possano coltivare il proprio talento ed essere sostenuti».

Non così "nuovo"

Insomma, il quadro sembra chiaro: Renzi lancia una formula e molti, a cominciare da Matteo Salvini, la riprendono, più o meno letteralmente. Ma come accade spesso alle espressioni del neopolitichese, le cose non sono così semplici. Rimando a un articolo di Federico Bomba sul sito di TPI («The Post Internazionale») del 3 aprile 2021 per un commento sulla semantica dell’espressione e sulle prospettive diverse di rinascita che l’espressione sottende: l’autore ricorda che si tratta di una formula «utilizzata, con accezioni diverse, tanto da rischiare di diventare uno slogan svuotato di significato e sensualità. Eppure, proprio per la sua grande capacità evocativa, credo sia importante provare a capire quali siano le famiglie di significato da attribuirgli, intorno ai quali ricostruire le comunità, non solo culturali».

Sotto il segno del Budda

Ricordiamo qual è la storia pregressa di Nuovo Rinascimento, che non nasce con Renzi, ma è un’espressione di uso piuttosto largo, impiegata negli ambiti più diversi, prima e dopo il successo del libro del premio Nobel Gao Xingjian, Per un nuovo Rinascimento (Milano, La nave di Teseo, 2018). Dal 1982 «Il Nuovo Rinascimento» è la testata del settimanale dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai e «Nuovo Rinascimento» è il nome dell’associazione che, da qualche anno, dà vita al centro culturale milanese «Tempio del futuro perduto» (ma una rivista «Nuovo Rinascimento» rimonta addirittura al 1927 e il libro Nuovo rinascimento come arte dell'io, di Arturo Onofri, è del 1925).

L’espressione era diffusa anche in ambito politico. Limitandoci al 2020, la ministra alle Pari opportunità e alla famiglia, Elena Bonetti (che, ricordo, appartiene a Italia Viva, il partito di Renzi) ha istituito, in aprile, una task force tutta femminile, denominata «Donne per il Nuovo Rinascimento». Sempre in aprile (precisamente il 2 aprile 2020) Luca Zaia, ancora in una delle sue conferenze stampa, aveva così commentato le prospettive di «ripartenza» dopo la prima ondata di Coronavirus, che apparivano sostenute finanziariamente molto meglio in Germania che in altri paesi europei: «L'Europa è finita se il "Nuovo Rinascimento" dopo il coronavirus sarà solo per pochi stati membri».

Non dimentichiamo, infine, anche se il contesto lessicale e politico è diverso, che il movimento politico guidato da Vittorio Sgarbi, attivo dal 2017, si chiama Rinascimento (senza nuovo).

Tutta questa storia è, però, un ennesimo segnale della forza comunicativa di Matteo Renzi. Nuovo Rinascimento, pur presente da decenni nelle riflessioni culturali e da tempo nel discorso politico, è diventato espressione ricorrente, con una pluralità di significati, solo dopo che l’ha usata Renzi, sulla scia di una scelta denominativa di un organismo saudita.

Le 53 parole (o locuzioni) già trattate da Michele A. Cortelazzo**:**menevadismo, contratto di governo, manina, palle, sovranismo, cambiamento, pacchia, mangiatoia, umanità, pigranza, buonista, revengeporn, radical chic, salvo intese, professoroni, rosiconi, gufo, sbruffoncella, rosicare, interlocuzione, rottamazione, ruspa, vaffa, sardine, Italia viva, Germanicum, spallata, non mollare, pieni poteri, zona protetta, ciuffetto, chiudere, riaprire, riapertura, Decreto Rilancio, congiunto, Stati generali, democrazia negoziale, Paesi frugali, zecca, negazionista, Zaiastan, dittatura sanitaria, sanitocrazia, sforzo produttivo, sinistra petalosa, ristoro, DPCM, derenzizzare, costruttori, draghetti, cacciavite, cambio di passo, sostegno

Immagine: Città ideale

Crediti immagine: Galleria Nazionale delle Marche, Public domain, via Wikimedia Commons

© Istituto della Enciclopedia Italiana - Riproduzione riservata