Se c’è un’espressione che viene echeggiata nelle dichiarazioni degli esponenti di tutte le parti politiche è scostamento di bilancio. Prima di tutto l’hanno usata, anche in sedi istituzionali, entrambi i Presidenti del Consiglio che si sono succeduti dopo lo scoppio della pandemia (Conte: «Tutta politica, poi, è stata la scelta di destinare, anche ricorrendo a ripetuti e progressivi scostamenti di bilancio, ingenti risorse - più di 100 miliardi di euro, in termini di indebitamento netto - a sostegno di lavoratori, imprese, famiglie e categorie fragili, con ristori in qualche misura correlati rispetto alle perdite subite», Comunicazioni al Senato, 19 gennaio 2021; Draghi: «il Governo (…) si accinge ad adottare nuovi provvedimenti che contribuiranno al riavvio della ripresa economica per mezzo di un ulteriore scostamento di bilancio di 40 miliardi di euro per l'anno 2021», Comunicazioni al Senato, 27 aprile 2021).
Un coro
Negli ultimi mesi la voce è stata usata da tutta la politica: «Abbiamo dunque bisogno (…) di liberare le risorse necessarie, anche attraverso un nuovo scostamento di bilancio, per potenziare gli organici e ridurre il numero di alunni per classi a partire dalle prime di ogni ciclo» (Nicola Fratoianni, «Sinistra italiana», 25 giugno 2020); «Questa volta non voteremo scostamenti di bilancio al buio: pretendiamo di avere delle garanzie dal Governo su come saranno spesi questi ulteriori 25 miliardi e chiediamo di essere ascoltati nel merito» (Giorgia Meloni, «Fratelli d’Italia», 29 luglio 2020); «A Roma stamane davanti a Montecitorio, la Lega al fianco degli ambulanti. Chiediamo al governo lo stanziamento immediato di soldi a fondo perduto (da prevedere con lo “scostamento di bilancio”) per aiutare commercianti, artigiani e partite Iva (loro sí i veri invisibili!)» (Matteo Salvini, «Lega», 28 luglio 2020, su «Facebook»; ma in un post precedente, del 30 aprile 2020, scostamento di bilancio non era tra virgolette: «Senza la Lega e le opposizioni, incredibilmente la maggioranza oggi non avrebbe avuto al Senato i numeri sufficienti per l'approvazione dello scostamento di bilancio, cioè per liberare 55 miliardi per gli Italiani»); «Lo scostamento di bilancio che in questi minuti si sta votando ci consentirà di intervenire sulle prossime scadenze fiscali attraverso una loro sospensione più larga di quella fatta finora che riguardava solo i settori dei codici Ateco» (Roberto Gualtieri, PD, al tempo ministro dell’Economia, 26 novembre 2020); «Ci mancherebbe che non votassimo lo scostamento di bilancio» (Luigi Marattin, «Italia viva», 13 gennaio 2021); «Vi dirò di più, bisogna andare oltre: dobbiamo già programmare anche un nuovo scostamento di bilancio» (Luigi Di Maio, «Movimento Cinquestelle», 15 marzo 2021); «A metà aprile voteremo un nuovo scostamento di bilancio che noi chiediamo sia almeno di 20 miliardi di euro. Pensiamo a interventi mirati per bar, ristoranti, palestre e tutte le attività chiuse da oltre un anno» (Maria Stella Gelmini. «Forza Italia», 2 aprile 2021).
Tecnicismo inglobato nel lessico politico
Una diffusione così trasversale può apparire persino ovvia, dal momento che si tratta di un termine tecnico. Lo scostamento di bilancio (più precisamente lo scostamento dal pareggio di bilancio) è l’atto con cui il governo chiede al parlamento di poter pianificare un deficit maggiore rispetto a quanto già autorizzato (ed è un atto reso necessario dall'introduzione del pareggio di bilancio in Costituzione e dalla legge applicativa del 2012, che consente scostamenti temporanei dagli obiettivi programmatici del bilancio quando si verificano eventi eccezionali).
Scorciamento
Ma l’espressione è entrata pienamente nel lessico politico. Lo dimostrano non solo i contesti citati, che mostrano la propensione di tutti i partiti a impadronirsi del concetto tecnico per promuovere l’immagine della propria parte politica, ma anche un fenomeno formale, cioè lo scorciamento dell’espressione, che spesso viene ridotta al solo scostamento: ancora Matteo Salvini (15 novembre 2020: «Ulteriori esitazioni non sono giustificabili: si voti subito un ulteriore scostamento di 100 miliardi per intervenire con indennizzi efficaci e un grande piano di investimenti, riavviando l’economia prima che scadano gli ammortizzatori sociali Covid e riprendano i licenziamenti») e Nicola Fratoianni (25 febbraio 2021: «Dopo il voto sullo scostamento e in piena crisi politica sembrava addirittura [che il Decreto Ristori] dovesse essere predisposto da un Governo dimissionario»), o Davide Faraone («Italia viva», 22 marzo 2021: «Le risorse nel decreto Sostegno non bastano ed è necessario fare subito un altro scostamento per riparare la ferita di un Paese spaccato a metà tra garantiti e non»).
Eufemismo
Ma c’è pure un aspetto semantico, che appare fondamentale, anche per spiegare il favore con il quale un tecnicismo come questo è stato accolto nel lessico politico: quando l’espressione esce dai contesti strettamente tecnici, diventa decisamente un eufemismo, come ha spiegato bene un utente (Roberto Brazzale) di Twitter il 15 marzo 2021: «avrete notato che da un po’ l’Italia non fa più deficit pubblico. Fa “scostamenti di bilancio”. È proprio vero, non esiste la realtà, soltanto la sua narrazione. Detenerne il monopolio significa avere il potere. L’Italia è una repubblica fondata sull’eufemismo».
Le 54 parole (o locuzioni) già trattate da Michele A. Cortelazzo: menevadismo, contratto di governo, manina, palle, sovranismo, cambiamento, pacchia, mangiatoia, umanità, pigranza, buonista, revengeporn, radical chic, salvo intese, professoroni, rosiconi, gufo, sbruffoncella, rosicare, interlocuzione, rottamazione, ruspa, vaffa, sardine, Italia viva, Germanicum, spallata, non mollare, pieni poteri, zona protetta, ciuffetto, chiudere, riaprire, riapertura, Decreto Rilancio, congiunto, Stati generali, democrazia negoziale, Paesi frugali, zecca, negazionista, Zaiastan, dittatura sanitaria, sanitocrazia, sforzo produttivo, sinistra petalosa, ristoro, DPCM, derenzizzare, costruttori, draghetti, cacciavite, cambio di passo, sostegno, Nuovo Rinascimento
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