È uscito qualche giorno fa un libro di Luca Zaia, dal titolo Ragioniamoci sopra. Dalla pandemia all'autonomia, edito da Marsilio. Il contenuto è così presentato nella scheda editoriale: «il governatore [sic] del Veneto si racconta in un coinvolgente viaggio nella memoria, tra radici culturali e origini popolari». Nel titolo è riconoscibile una frase tipica del Presidente del Veneto, per la quale possiamo richiamare, ad esempio, un brano della sua conferenza stampa del 9 maggio 2020, nella quale esprimeva un suo parere sul virus che causa il Covid-19: «Posso dire una roba che magari farà incazzare qualcuno? Se perde forza vuol dire che è artificiale. Ragionateci sopra». Sia della prima parte (nei resoconti giornalistici spesso mitigata in «posso dire una cosa che magari farà arrabbiare qualcuno»), sia della seconda si è presto appropriato Maurizio Crozza che dal 29 maggio ha inserito Luca Zaia nel repertorio delle sue imitazioni satiriche, trasformando le due frasi in tormentoni. La scelta di Crozza ha stupito lo stesso Zaia, che non si era reso conto del suo tic linguistico, come emerge chiaramente da una delle sue tante conferenze stampa (non sono riuscito a datarla). Dialogando con un giornalista che si era richiamato a Crozza, scopre che sì, «ragionateci sopra» era una sua battuta ricorrente: «“Ragionateci sopra”? Sì … ma lo dico proprio così spesso? Nooo … Ah sì?».
Dal voi al noi
Adesso Zaia, o il suo editor, si è riappropriato di uno dei due tormentoni (se mi è permesso un filo di ironia, noto che fortunatamente si è riappropriato del secondo), con due mosse che rivelano intelligenza comunicativa e politica. La prima è quella di accettare la satira, e semmai girarla a proprio favore (un processo analogo a quello effettuato da Giorgia Meloni, quando ha utilizzato una sua frase, anch'essa diventata tormentone polemico, come titolo dell'autobiografia Io sono Giorgia). La seconda mossa, ben più significativa, è il cambio della persona del verbo, dalla seconda plurale del tic di Zaia e del tormentone che ne era derivato alla prima plurale del libro, con il noi inclusivo (con un trasferimento che si è notato anche negli sketch di Crozza). Non è una differenza da poco: nel primo caso, il pensiero soggiacente rispondeva a una logica di superiorità (io so come vanno le cose, ti do gli elementi che ritengo necessari, ora completa tu il ragionamento verso il quale ti ho indirizzato), nel secondo a una più egualitaria logica del rispecchiamento (abbiamo queste informazioni, ragioniamoci assieme per giungere alle conclusioni).
Il rilancio di Crozza
L'eco che il tic di Zaia ha avuto, indubbiamente grazie al rilancio di Crozza (senza del quale il «ragionateci sopra» sarebbe rimasto confinato ai Veneti spettatori fedeli delle sue conferenze stampa), è dimostrato dalle citazioni dirette o indirette che abbiamo incontrato nelle aree politiche e nelle sedi più diverse. Magari, non ci stupisce di trovare l'espressione nel titolo di un articolo di Stefania Piazzo nella «Nuova Padania» dell'8 luglio 2020 (ma non, se non ho visto male, nel corpo dell'articolo): «Le due Italie. Se del Nord ne parla solo un governatore, che non è leghista. Ragionateci sopra…». Più interessante è incontrarlo in un post, dell'8 settembre 2021, del blog «NoVax News» (che ha, come sottotitolo, «News dal mondo NoVax»): «"Sportivo ventenne deceduto in seguito a malore”: ebbene, digitate queste parole chiave, contatene i casi nell’unità di tempo e poi ragionateci sopra, magari con l’aiuto di un pallottoliere»; e, ancor più, rinvenirlo, con un'allusione dichiarata, in un articolo di uno dei maggiori giornalisti scientifici italiani, Piero Bianucci, sulla «Stampa», del 22 febbraio 2021: «E i nostri ricercatori? Come sono i nostri giovani e i nostri ricercatori? Quale scuola li forma? Che Paese si trovano intorno? Citando ironicamente Zaia: ragionateci sopra».
Tormentoni e tic linguistici
Il «ragionateci sopra» di Zaia non è che l'ultimo esempio di tormentone derivante da qualche tic linguistico di un noto leader politico. Come dimenticare l'ormai davvero proverbiale «mi consenta» di Silvio Berlusconi? O il «che ci azzecca» di Antonio Di Pietro? Oppure, per richiamarci ancora a consuetudini idiolettali osservate da Maurizio Crozza, il «ma anche» di Walter Veltroni (che poi idiolettale non era, visto che si trattava dell'uso epigonale di un'espressione, ma soprattutto di una linea di pensiero, di lunga tradizione nel partito comunista) e la lista di avverbi attenuativi, come «pacatamente, serenamente» sempre di Veltroni. A riprova della capacità dei tormentoni di incidere sul discorso politico, possiamo citare un discorso alla Camera, pronunciato il 13 dicembre 2010, da Enrico La Loggia (allora del «Popolo delle libertà»): «Allora, quando le ho sentito dire ieri, per ben quattro volte, con atteggiamento teatrale, la parola vergogna, ebbene, mi consenta, molto pacatamente e serenamente, come direbbe il suo sodale Veltroni, si vergogni lei, onorevole Bersani, si vergogni, si vergogni, si vergogni». Ma anche «ragioniamoci sopra» è arrivato in Parlamento, guarda caso, nell'intervento del ministro Giancarlo Giorgetti, il 17 marzo 2021 (spesso affiancato a Zaia nella geografia interna della Lega): «questo è un problema: io non voglio che un giorno qualcuno si svegli e se la prenda con il Governo, con la politica o non so con chi perché non vede più la televisione. Ragioniamoci sopra».
Le 64 parole (o locuzioni) già trattate da Michele A. Cortelazzo: menevadismo, contratto di governo, manina, palle, sovranismo, cambiamento, pacchia, mangiatoia, umanità, pigranza, buonista, revengeporn, radical chic, salvo intese, professoroni, rosiconi, gufo, sbruffoncella, rosicare, interlocuzione, rottamazione, ruspa, vaffa, sardine, Italia viva, Germanicum, spallata, non mollare, pieni poteri, zona protetta, ciuffetto, chiudere, riaprire, riapertura, Decreto Rilancio, congiunto, Stati generali, democrazia negoziale, Paesi frugali, zecca, negazionista, Zaiastan, dittatura sanitaria, sanitocrazia, sforzo produttivo, sinistra petalosa, ristoro, DPCM, derenzizzare, costruttori, draghetti, cacciavite, cambio di passo, sostegno, Nuovo Rinascimento, scostamento di bilancio, recovery, resilienza, diarchia, green pass, gilet arancioni, metadone di Stato, calendismo, mettere a terra, patetico
Immagine: Il ragionamento deduttivo umano assimilato a un meccanismo
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