Nella mia città, Padova, è tempo di elezioni. Il 12 giugno verrà eletto il sindaco per il nuovo quinquennio. Il sindaco in carica, Sergio Giordani, si ripresenta. Da tempo ha distribuito una sua lettera agli elettori, nella quale si legge, tra l’altro, che nel periodo della pandemia «non abbiamo mai mollato perché Insieme siamo Padova: perché non ci siamo disuniti, perché abbiamo superato le difficoltà come una comunità, perché non abbiamo mai ceduto a polemiche e litigi sterili».

La mano di Dio

Non ci siamo disuniti potrebbe far pensare alla battuta fondamentale del film È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino: «non ti disunire Fabio» dice l’attore che impersona Antonio Capuano. L’espressione ha avuto subito un’ampia eco, al punto da far venire a Stefano Bartezzaghi (su «Repubblica» del 23 dicembre 2021) l’idea che _«_Sorrentino abbia ereditato quella funzione di inoculatore di nuovi tormentoni nel discorso pubblico che Nanni Moretti ha svolto per decenni, sino al "deficit di accudimento", che però è già di qualche film fa». Nella battuta del film, l’espressione sembra valere ‘agisci in modo composto’, ‘resta fedele a te stesso’, secondo un uso praticato a Napoli, come dichiara Bartezzaghi, in sostituzione di una prima ipotesi (che però è fatta propria dal vero Antonio Capuano), che vede l’origine dell’espressione nell’ambito degli sport di squadra, a cominciare dal calcio.

Negli sport di squadra

Il significato sportivo è registrato anche nei dizionari («nel linguaggio sport., perdere la coordinazione dei movimenti», spiega il Vocabolario Treccani) e, come precisa l’«Huffington Post» del 1° gennaio 2022, viene usato dagli allenatori per dire alla squadra di rimanere compatta tra i vari reparti: quando una squadra di disunisce, magari per la fretta di segnare, è facile che poi prenda goal. Ce ne offre un esempio, tra i mille (provenienti anche da sport diversi dal calcio), Massimiliano Allegri, dopo la sconfitta della Juventus ad opera dell’Empoli il 28 agosto 2021: «Non è un problema di personalità, subito il gol ci siamo disuniti. Bisogna avere più tranquillità e pazienza, non dovevamo giocare singolarmente ma di squadra».

Nell’uso fattone dallo staff di Sergio Giordani ci può essere l’eco mediatico della citazione dal film di Sorrentino (come la collocazione cronologica fa sospettare), ma deve essere considerato prioritario il significato sportivo. Questo, per due motivi: il primo che il sindaco di Padova ha familiarità con l’ambiente del calcio, e quindi con il suo lessico (dal 1994 al 1996 è stato Presidente del Padova Calcio, nel biennio in cui è rimasto in serie A, e un ex calciatore di quella squadra è assessore della sua giunta); il secondo, più rilevante in termini generali, che l’espressione è usata da tempo (ben da prima del film di Sorrentino), sporadicamente ma con continuità, nel linguaggio politico.

Molto prima di Sorrentino

L’attestazione più lontana nel tempo risale al 18 febbraio 2009, in un commento a una vignetta di Makkox (il Marco D’Ambrosio di «Propaganda Live»), nel blog Macchianera: «Perdiamo perché ci siamo disuniti sulla base Dal Molin?». Il 15 aprile 2013 è la volta di Maurizio Saudelli («La Destra»), in un commento su Roma Today (la punteggiatura è quella originale): «Certo la batosta l’abbiamo presa in campagna elettorale, ma non ci siamo disuniti anzi più consapevoli di prima della nostra forza ... altri di batoste ne hanno prese ...». Nel 2018 è Maurizio Martina, in quel momento (la citazione è tratta da «Repubblica» del 28 ottobre) segretario del Partito Democratico, a usare la locuzione: «Non è vero che il congresso sia destinato a spaccarci. Dipende come lo facciamo. Il confronto è lo strumento dell’unità. Noi ci siamo disuniti o addirittura separati quando non ci siamo confrontati». Nel maggio 2019, poi, troviamo l’espressione in riferimento a un movimento locale, la Lista Civica Progetto Comune di Quiliano (in provincia di Savona), che appoggiava il candidato sindaco Nicola Isetta, poi risultato eletto: «È un progetto che si pone in continuità con l’esperienza iniziata, dal nostro gruppo, nel 2014. Nonostante cinque anni fa abbiamo perso (per pochi voti), non ci siamo disuniti, abbiamo trovato nuove adesioni, abbiamo continuato a lavorare, a formare cittadini».

Infine, il 20 febbraio 2021 (la fonte è ancora «Repubblica») l’eurodeputato del Movimento Cinquestelle Dino Giarrusso ha dichiarato: «Ci siamo disuniti e non abbiamo gestito le diverse posizioni. Non credo ci sia un responsabile unico: chi aveva malumori ha sbagliato ad aizzare gli attivisti ad esempio, altri hanno fatto delle partite personali, altri ancora hanno creato correnti anche se lo negano: non prendiamoci in giro».

Uso limitato e saltuario

Insomma, il volantino del sindaco di Padova ci ha permesso di rintracciare nel lessico politico degli ultimi anni un’espressione proveniente dal lessico sportivo. Rispetto a traslati ben più noti (come il classico scendere in campo) è di uso limitato e saltuario, ma ben distribuito in tutte le forze politiche, nella politica di alto livello e in quella locale, nei politici di professione e nei semplici militanti o appassionati. Oggi, forse, ne avvertiamo meglio l’uso, grazie alla diffusione della citazione dal film È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino; ma la sua diffusione è ben ripartita nel tempo, almeno dal 2009.

Le 74 parole (o locuzioni) già trattate da Michele A. Cortelazzo:

Immagine: Screenshot tratto dal film È stata la mano di Dio (2021) di P. Sorrentino