Di recente, due lettori della nostra rubrica – Pietro Caruana e Daniela Morghy Vadalà –, attraverso la pagina facebook di Treccani (https://www.facebook.com/treccani), hanno espresso dubbi sull’origine della locuzione partire in quarta, utilizzata (anche) nel linguaggio calcistico: a loro dire, infatti, l’espressione deriverebbe dal lessico della scherma («La “quarta” è la posizione della scherma più offensiva», Pietro Caruana), e non sarebbe – come scrive Paola Russo nell’articolo Viaggio nel lessico del calcese dei due mondiali italiani – un traslato proveniente dai «settori delle scienze e della tecnologia» (questo il passo incriminato: «È successo anche che il calcio ereditasse la terminologia di altri sport, come nel caso di tuffo, scalata, sprint, servizio (dal tennis), melina (dal basket). Anche i settori delle scienze e della tecnologia non sono stati risparmiati: macchina umana, un calibratissimo diagonale, carburare, ingranare, partire in quarta».

L’obiezione mossa dai lettori, che ringraziamo, ci consente di approfondire la questione, alla ricerca dell’origine di questo modo di dire.

I dizionari dell’uso, in realtà, appaiono concordi nell’attribuire la locuzione partire in quarta al linguaggio automobilistico. Vediamo che cosa scrivono nello specifico:

«Partire in quarta loc.v., p. con un veicolo a gran velocità | fig., iniziare un’azione o un progetto con slancio ed entusiasmo» (GRADIT, s. v. quarta);

«Partire in quarta, partire a gran velocità con un veicolo; fig., gettarsi in un’azione o in una discussione con foga» (Devoto-Oli 2014, s. v. partire);

«La quarta marcia nel cambio di velocità degli autoveicoli: mettere, ingranare la q.; andare in q. || fig. Partire in quarta, iniziare qualcosa o prendere un’iniziativa di slancio» (Gabrielli on line, s. v. quarta);

«nei cambi di velocità di autoveicoli e motoveicoli, la quarta marcia: innestare la quarta | massima velocità; slancio, irruenza: è partito in quarta a raccontare di sé; il comune ha ingranato la quarta per approvare la riqualificazione dell’area (Garzanti 2014, s. v. quarta);

«P. in quarta, lanciarsi con decisione e velocemente, detto propr. dell’automobilista come se avesse innestato la 4a velocità, ma per lo più fig., di chi affronta con ardore e impeto eccessivo un’impresa o una discussione» (Treccani on line, s. v. partire; cfr. anche la voce quarta, in cui si legge «mettere, innestare la q. e partire in quarta, sottint. marcia o velocità, di un automezzo)»);

«partire in quarta (fig.) iniziare qlco. con grande energia, affrontare con foga una discussione (detto di automobilista che raggiunge la massima velocità subito dopo la partenza; nella prima metà del Novecento quasi tutte le automobili avevano solo quattro marce)' (Zingarelli 2020, s. v. partire2);

I riferimenti all’automobilismo mancano invece nel Sabatini-Coletti 2015 («fig. partire in q., intraprendere qlco. con grande entusiasmo e buona volontà o scagliarsi impulsivamente contro qlcu.», s. v. quarta).

Nel GDLI l’espressione è ricondotta al linguaggio della meccanica, a partire dal significato specialistico di quarta: «La quarta marcia di un autoveicolo. – Con uso improprio per indicare grande velocità, celerità, impeto nel dare inizio a qualcosa, in partic. nella locuz. idiomatica Partire in quarta: a tutta velocità, in gran fretta (e, al figur., indica una decisione repentina, l’avviamento immediato nell’attuazione di un progetto, ecc.)».

Il repertorio offre inoltre, a corredo di questa accezione, una ricca serie di citazioni d’autore, che attestano come quarta, con questo valore, possa essere utilizzata in combinazione con verbi di movimento come saltare, andare, spingersi, oltre che, naturalmente, partire (abbiamo qui sciolto le sigle del repertorio ed elencato i passi, sottolineando la locuzione che vede coinvolta la voce):

  1. Carlo Linati, Memorie a zig-zag (Torino, 1929), p. 63: Mr. Bigstock allora saltò in quarta e con una volata che fu tutto un ululo all’unisono delle sue batterie foniche, strisciando su rapido, presto fu su l’altura.

  2. Antonio Baldini, Il libro dei buoni incontri di guerra e di pace (Firenze, 1953), p. 438: Il mondo va in quarta e la lingua è ancora in prima!

  3. Bonaventura Tecchi, Gli onesti (Milano, 1965), p. 39: Filippo ebbe un moto d’indignazione, voleva partire subito in quarta. Possibile che il fratello fosse l’infelicità della madre, di una madre già straziata dalla morte del babbo e così presa dalla preoccupazione degli affari?

  4. Pier Paolo Pasolini, Ragazzi di vita (Milano, 1957), p. 126: Mica scese o rallentò su per i viottoli coperti di quattro palmi di polvere, si spinse dentro in quarta.

Altrettanto sicuro appare il DELIN, che attesta la locuzione dal 1943 (B. Migliorini, Lingua contemporanea, p. 85) in senso figurato (‘iniziare q.c. con la massima energia’), e poi dal ’58 in riferimento all’automobilismo, citando a questo proposito una curiosa riflessione di Bruno Migliorini, tratta dall’Appendice curata dallo stesso studioso alla decima edizione del Dizionario moderno di Alfredo Panzini (Milano, 1963, pp. 1-327):

«partire in quarta “la loc. partire in quarta, usata dai non competenti nel senso di ‘partire a grande velocità’ è assurda, perché non è possibile partire da fermo con la quarta marcia”».

A giudicare dai repertori lessicografici, quindi, non c’è dubbio che l’espressione partire in quarta derivi dal linguaggio automobilistico. Certo, potrebbero tutti sbagliare, e non sarebbe peraltro la prima volta: proviamo perciò a rovesciare l’ordine delle cose, rinunciando per una volta alla novacula Occami e partendo proprio dal significato di quarta nella scherma.

Come scrive Pietro Caruana, in effetti, quarta rappresenta anche un tecnicismo schermistico (‘guardia in cui il braccio che porta la spada si trova su una linea interna alla linea del ginocchio’), che ha dato luogo a locuzioni come quarta bassa, invito di quarta e parare di quarta, quest’ultima usata anche in senso figurato nel modo di dire parare di quarta e rispondere di quinta con il significato di ‘rendere la pariglia con qualcosa in aggiunta’. Tuttavia, mentre per tale espressione si possono trovare attestazioni anche lontane nel tempo («Ella, che di Zerbin sa l’odio a pieno / né in mala voluntà vuole esser vinta, / un’oncia a lui non ne riporta meno: / la tien di quarta e la rifà di quinta», Ludovico Ariosto, Orlando furioso, XXI, 71), le occorrenze di partire (saltare, andare, ecc.) in quarta non risalgono a prima del Novecento (non se ne trova traccia, tra l’altro, in Panzini 1905, forse a riprova della recenziorità della locuzione).

Nondimeno, non solo è possibile retrodatare le citazioni del GDLI, ma proprio sulla scorta di queste si può persino affermare, con una certa approssimazione, che la locuzione risale ai primi del Novecento, ed era in origine partire in (o alla) quarta velocità, proprio in riferimento alle automobili:

«Una signora elegantissima vi si trovava dentro e con un gesto preciso della mano finemente guantata diede ordine della fuga e l’automobile partì alla quarta velocità» (La Stampa, 5 gennaio 1908, p. 5);

«Ci prepariamo a partire in quarta velocità per Amiens [...]», La Stampa, 17 luglio 1915, p. 3); «Se avete l’automobile, partite in quarta velocità» (Numero. Settimanale umoristico illustrato, 5 dicembre 1915, p. 2).

E se già alla metà degli anni Dieci la locuzione era ricondotta facilmente alle automobili, in particolare a quelle da corsa («[La grande tartaruga, un mezzo corazzato] Parte come le automobili da corsa in quarta velocità», La cultura moderna. Rivista quindicinale illustrata_, anno XXV [1916], p. 710), poco_ più tardi essa compare anche in senso figurato («Una passione vigorosa, allegra, violenta, rapida; un amore in quarta velocità», Ardita. Rivista mensile del Popolo d’Italia, 1919, p. 198; «[i]l giovane scrittore che quest'anno s’è deciso a partire in quarta velocità, senza silenziatore», Rivista d’Italia_, anno XXX [1927], vol. III, p. 343)._

Ci fermiamo qui. Si tratta ovviamente di una conclusione “aperta”, che lascia ancora spazio alla ricerca e a diverse interpretazioni sulla base di nuovi documenti.

Per il momento, nella speranza di aver risposto in modo appropriato ed esaustivo alle perplessità dei lettori, invitiamo tutti al prossimo appuntamento della rubrica Un treno di parole verso gli Europei di calcio 2021 nella sezione Lingua italiana del portale treccani.it.

Dizionari citati:

DELIN = Dizionario etimologico della lingua italiana, seconda edizione a cura di Manlio Cortelazzo e Michele A. Cortelazzo, Bologna, Zanichelli, 1999 (1a ed.: DELI, a cura di Manlio Cortelazzo e Paolo Zolli, 5 voll., Bologna 1979-1988).

Devoto-Oli 2014 = Il Devoto-Oli 2014. Vocabolario della lingua italiana, a cura di Luca Seriannie Maurizio Trifone, Firenze, Le Monnier, 2014.

Gabrielli on line = Grande dizionario Hoepli Italiano di Aldo Gabrielli, a cura di Massimo Pivetti e Grazia Gabrielli, Milano, Hoepli, 20153 (https://dizionari.repubblica.it/italiano.html).

Garzanti on line = Garzanti italiano, Milano, Garzanti, 2013 (https://www.garzantilinguistica.it).

GDLI = Salvatore Battaglia (poi Giorgio Bàrberi Squarotti), Grande Dizionario della Lingua Italiana, Torino, UTET, 21 voll., 1961-2002 (ora disponibile on line all’indirizzo www.gdli.it).

GRADIT = Grande Dizionario italiano dell’uso, ideato e diretto da Tullio De Mauro, con la collaborazione di Giulio C. Lepschy e Edoardo Sanguineti, 6 voll., Torino, Utet, 1999.

Panzini 1905 = Alfredo Panzini, Dizionario moderno. Supplemento ai dizionari italiani, Milano, Hoepli, 1905.

Sabatini-Coletti 2015 = Francesco Sabatini e Vittorio Coletti, Dizionario Italiano Sabatini Coletti, Milano, Sansoni, 2015.

Treccani on line = Aldo Duro, Vocabolario della lingua italiana, Roma, Istituto della Enciclopedia italiana, 1997, 5 voll. (disponibile all’indirizzo internet https://www.treccani.it/vocabolario).

Zingarelli 2020 = Lo Zingarelli 2020. Vocabolario della lingua italiana di Nicola Zingarelli, a cura di Mario Cannella e di Beata Lazzarini, con la collaborazione di Luciano Canepari et alii, Bologna, Zanichelli, 2019.

Immagine: 2012 Bahrain Grand Prix

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