Nella tradizione cattolica viene indicato con il nome di quaresima il periodo penitenziale di quaranta giorni durante il quale ci si prepara alla Pasqua; nella prassi odierna, ma secondo un uso risalente al IV secolo, comincia il mercoledì delle ceneri e si prolunga per sei settimane, fino al giovedì santo.
Da un punto di vista etimologico l'italiano quaresima, come anche il francese carême, deriva dal latino ecclesiastico quadragäsëma, femminile sostantivato dell'aggettivo quadragäsëmus "quarantesimo" e pertanto significa propriamente "quarantesimo giorno (prima di Pasqua)". Più interessante, invece, è la trafila etimologica dell'equivalente inglese lent, abbreviazione della forma arcaica lenten da connettersi con long "lungo": il suo primo significato è "primavera", con probabile riferimento all'allungamento delle giornate proprio della stagione primaverile, e ad esso poi si è aggiunto quello di "quaresima", esclusivo dell'inglese e, quindi, estraneo a tutte le altre lingue germaniche.
Con uso estensivo, e per lo più antico o raro, si usa il sostantivo quaresima anche per indicare un qualsiasi periodo riservato a digiuni e astinenze, sia prescritto dalla Chiesa sia osservato per particolare devozione; questo significato, largamente attestato nel latino medievale, è documentato, nel Glossarium mediae et infimae latinitatis del Du Cange, dal seguente passo di Burcardo, dove, fra l'altro, si trovano anche molti dettagliati riferimenti ai cibi dai quali ci si debba astenere: "tres Quadragesimas per legitimas ferias debes jejunare, primam ante Pascha cum caeteris Christianis: alteram ante festivitatem S. Joannis Baptistae, et si quid remanet post adimpleas: tertiam ante Nativitatem Domini, a vino, a medone, mellita cervisia, a carne, sagimine, et a caseo et a pinguibus piscibus".
Molto comuni sono le locuzioni fare, osservare la quaresima "osservare il precetto del digiuno e dell'astinenza nei giorni prescritti" e il loro contrario rompere la quaresima; analogamente, molto diffuse in francese sono le espressioni equivalenti faire, observer le carême e rompre le carême, di quest'ultima, in particolare, ci offre un buon esempio Madame de Sévigné: "Il va rompre le carême pour un rhume".
Possiamo, infine, concludere ricordando alcuni dei proverbi, menzionati dal Tommaseo nel suo Dizionario della lingua italiana, nei quali alla quaresima si fa riferimento: Quando il padre fa carnevale, a' figliuoli tocca far la quaresima Chi vuol quaresima corta faccia debiti da pagare a Pasqua Tal pensa a salvarsi a pasqua, che è preso a mezza quaresima Chi vuol moglie a Pasqua la quaresima se l'accatti.
Immagine: Niccolò Tommaseo, litografia di A. Fattalini. Fonte: http://www.museotorino.it/view/s/8dc859cbaa094b1fbc68eef0ba0b7128. Crediti: Museo Nazionale del Risorgimento Italiano di Torino.