22 febbraio 2023

Anna Maria Carpi: poesia, “sorella pazza della prosa”

 

La possibilità di un’auto-antologia o di un’antologia personale è un privilegio riservato a chi ha alle spalle un percorso sostanzioso non solo in termini di quantità, ma soprattutto di coerenza e contenuto della propria poetica. Il genere permette di mettere bene in luce e in una prospettiva critica complessiva la lingua, lo stile e le tematiche di un autore, e di collocarlo dunque all’interno del suo contemporaneo. L’uscita di L’aria è una (Einaudi, 2022) di Anna Maria Carpi, antologia personale che raccoglie testi tratti dalle precedenti raccolte e inediti, suona come una definitiva conferma dopo un ventennio di costanti pubblicazioni in cui l’autrice ha dimostrato una scrittura riconoscibile, colta e raffinata. Di fatto un’antologia, oltre che servire come strumento critico, è anche un prodotto editoriale che permette una più immediata fruizione e comprensione dell’opera di un autore rispetto alla singola raccolta. È dunque d’augurio che questa nuova pubblicazione possa servire a una sempre maggiore circolazione e fortuna della scrittura di Anna Maria Carpi, tra le migliori autrici d’oggi. Colpisce poi la scelta di organizzare quest’antologia non secondo l’ordine cronologico dei testi, bensì quello tematico, operazione che porta sicuramente la lettura a un livello più profondo, evidenziandone i nuclei fondamentali.

 

Il mistero tra parola e mondo

Una sezione, intitolata “Sorella pazza della prosa”, raccoglie testi non propriamente meta-poetici ma che hanno a vedere con un personale tentativo di raccontare la poesia. Ma ancora meglio si dovrebbe dire che questa raccolta descrive il complesso rapporto che intercorre tra vita e poesia. Poesia è quella “sorella pazza della prosa”, questa invece leggibile e comprensibile, che trasforma la lingua, inventa nuovi significati alle cose, instilla il mistero tra parola e mondo. E qualcuno, come l’Io che scrive, si ostina a questa “follia”, a questo “modo di esprimerci traslato / questo parlar diverso dal parlato” per una ragione fondamentale che muove ogni testo di Anna Maria Carpi, la trascurabilità del vero. «Anch’io osservo, anch’io guardo, / anch’io ci sono e c’ero. / Il fatto è che del vero non m’importa»; la poesia è arrogante, come la definisce, e non le importa poi tanto di restare nei canoni del reale, che riconosce ma che contribuisce a reinventare. Il poeta è un Io doppio, che pur vive la sua vita concreta e quotidiana tra lavoro, famiglia e casa, ma è destinato a una “stortura” che ogni tanto lo distrae. A questa fuga dal vero, a questo dare nuovi volti alla vita di cui la poesia si fa carico, non corrisponde un altrettanto volo della lingua e dello stile, che restano semplici e immediati, talvolta prosastici, mai lirici. Se a un primo approccio teorico un doppio movimento del genere potrebbe stridere, esso è in realtà la cifra caratteristica dell’autrice, lo spazio misterioso e singolare che si apre quando parole semplici, unite nel verso, danno esiti rivelatori. Sempre nella sezione “Sorella pazza della prosa” Carpi riserva alcune piccole invettive a un certo atteggiamento dei poeti che sperano di esser “figli unigeniti di Dio”, peccando di egocentrismo, di invidie e di saccenza. Sono i poeti dell’“io scrivo ergo sono”, logorati dall’ansia di apparire e di restare, mentre tutto, lo sa bene Carpi, finirà nell’oblio, come spiega nella metafora del pesce che tira fuori la testa dal mare per un attimo, fa il suo spettacolo di onde e schiuma per poi risprofondare.

 

È dei vivi il non farcela

Nel poemetto La carne è un altro, contenuto nell’omonima sezione, un uomo è appena morto, e nel ricordo della sua vita fatta di “obbedienza e routine” qualcosa di lui sembra essere fuoriuscito dallo spazio e dal tempo, un altro corpo o un’altra anima forse persiste: «Perché c’è ancora / e dove vaga adesso che vien notte / fuori città dove non è mai stato?». Un altro poemetto ricorda il momento della morte dei genitori: «Le tenevo la mano sulla testa / su quel suo grumo di memorie e accuse, / finché fu fredda. Ma era ancora lei», qualcosa era rimasto lì, qualcosa di suo come la vestaglia con cui la figlia torna indietro dall’ospedale. Costanti sono le domande sulla presenza di Dio (un’intera sezione, “O Dio c’è o non c’è”, è dedicata al tema), sull’improbabile ipotesi di un aldilà, su cosa resti di noi al di qua, e non c’è risposta perché compito della poesia non è necessariamente quello di capire ma piuttosto raccontare. Fin dalla sua origine tale racconto è stato una forma di narrazione ora mimetica ora fantastica, ma mai necessariamente corrispondente al reale. La vita che Carpi prova a raccontare è una scena di teatro dove si traslano i concetti di tempo e di spazio, dove i corpi e le loro anime assumono una diversa tridimensionalità e una differente inconsistenza, non abbandonandosi mai dunque del tutto al triste obbligo dell’invecchiamento e della morte. Se non che una piccola risposta, chiusa in un oracolo, è data in un verso potentissimo: «è dei vivi il non farcela». «Ad uno ad uno se ne sono andati / i padri», se ne va la giovinezza ed è nella vita che si attraversano tante morti, spesso senza farcela veramente. In vita si smania per restare, per lasciar segni di noi, per lo più invano, e si lotta contro un altro pazzo, il corpo imprevedibile che «un improvviso battito nel petto / un prurito alla testa da impazzire / e quel crampo al ginocchio». Ma sul palcoscenico della poesia, quella sorella pazza, ogni percezione cambia e non esiste un’altra età possibile alla giovinezza, non esiste la sconfitta dei vivi: «Io non so abitare / che la giovinezza / io nello zaino ho solo la speranza».

 

 

Bibliografia

 

Anna Maria Carpi

A morte Talleyrand, Campanotto, 1993

Compagni corpi, Scheiwiller, 2004

E tu fra i due chi sei, Scheiwiller, 2007

L’asso nella neve, Transeuropa, 2011

Quando avrò tempo, Transeiropa, 2013

L’animato porto, La vita felice, 2015

E io che intanto parlo, Marcos y Marcos, 2016

Né io né tu né noi, La vita felice, 2018

E non si sa a chi chiedere, Marcos y Marcos, 2020

L’aria è una, Einaudi, 2022

 

Immagine: Anna Maria Carpi

 

Crediti immagine: Luigi Tiriticco, CC BY 2.0 <https://creativecommons.org/licenses/by/2.0>, via Wikimedia Commons


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