Scrivere un ricordo di Fiorenzo Toso suscita in me – come in tutte le persone che lo hanno conosciuto – un turbinio di emozioni che oscillano fra il profondo dolore per la sua recente e prematura scomparsa (Genova, 24 settembre 2022) e le immagini legate ai momenti gioiosi trascorsi insieme. Conobbi Fiorenzo Toso nel 2011, quando da vincitore di una borsa di dottorato in Scienze dei Sistemi Culturali mi presentai con un evidente timore reverenziale nel suo studio sassarese. Lui mi accolse con una stretta di mano, e dopo avermi fatto sedere, esordì dicendomi: «senti, oltre a darmi il tuo numero di telefono, da ora inizia a darmi del tu, perché siamo colleghi». Già questa frase, da lui pronunciata con estrema naturalezza, fa comprendere chi fosse Fiorenzo Toso: una persona geniale, di immensa cultura, ma dotato di grande generosità, disponibilità e semplicità allo stesso tempo.

Amore per la linguistica e la dialettologia

Per descrivere accuratamente il suo profilo accademico e una bibliografia composta da sessanta volumi e oltre cinquecento articoli e contributi, lo spazio qui a disposizione sarebbe insufficiente. Tale mole impressionante nella produzione scrittoria di Fiorenzo Toso è il frutto di un acceso amore per la linguistica e la dialettologia, che fra gli anni ’80 e ’90, fin dai tempi del liceo, lo hanno portato a pubblicare opere di alto valore scientifico per quanto riguarda le parlate liguri e le lingue minori. Fra queste, vale la pena ricordare il Vocabolario delle parlate liguri (quattro voll. realizzati in collaborazione con un comitato scientifico dell’ateneo genovese fra il 1985 e il 1992), la Storia linguistica della Liguria (1995) e La letteratura in genovese (1999-2001). Sempre negli anni ’90 i suoi interessi di ricerca si estendono alla Sardegna, alla Basilicata e alla Toscana oltre che alla Corsica, a Gibilterra, a Chios, alla Provenza e a Monaco.

Il Lessico Etimologico Italiano

La sua proficua collaborazione con il Lessico Etimologico Italiano, iniziata nel 1997, ha contribuito a permettergli di affinare aspetti teorici e pratici di lessicografia, lessicologia ed etimologia, particolarmente utili per la successiva stesura del Dizionario Etimologico Storico Tabarchino (2004), che a quasi vent’anni dalla sua pubblicazione resta di fondamentale importanza per la comunità ligure tabarchina situata a Carloforte e a Calasetta nella Sardegna meridionale, a cui ha dedicato numerose ricerche e lavori. Alle parlate alloglotte della Sardegna, sua terra di adozione dal punto di vista lavorativo fin dal 2007, quando si è insediato come professore associato – diventato ordinario dieci anni dopo – in Linguistica Generale presso il Dipartimento di Scienze Umanistiche e Sociali dell’Università degli Studi di Sassari, ha dedicato nel 2012 la monografia La Sardegna che non parla sardo. Tra la seconda metà degli anni ’90 e oggi si è inoltre occupato di problemi di standardizzazione delle lingue minoritarie e dei concetti di eteroglossia interna ed eteroglossia contigua, oltre che di aspetti generali di linguistica e di lessicografia e storia della lingua italiana, collaborando al Dizionario Italiano Sabatini Coletti per quanto riguarda la datazione dei lemmi e approfondendo la presenza dell’italiano in Liguria e all’estero.

Il contatto linguistico nel Mediterraneo

Dal 2002, in seguito a un assegno di ricerca triennale in Glottologia e Linguistica sul tema dell’obsolescenza linguistica, è entrato a far parte del Centro Internazionale sul Plurilinguismo dell’Università di Udine, sviluppando ulteriormente le ricerche sul tema del contatto linguistico nel Mediterraneo e conducendo con Vincenzo Orioles il progetto “Il Mediterraneo Plurilingue”, continuando a dedicarsi al contatto tra le varietà dialettali, a questioni di toponomastica, alle lingue franche e alle problematiche inerenti gli interventi di politica linguistica, come ad es. in Il Bilinguismo tra Conservazione e Minaccia. Esempi e Presupposti per Interventi di Politica Linguistica e di Educazione Bilingue pubblicato nel 2004 insieme a Carla Paciotto. Fra i suoi lavori più recenti, oltre a numerose traduzioni in genovese come ad es. di A bocca do lô di Remigio Zena (2018), vanno menzionati i cicli tematici di contributi scritti per la Treccani, il Dizionario Etimologico Storico Genovese e Ligure (DESGEL, ancora in prep.) e la collaborazione con l’Università di Innsbruck ai progetti GEPHRAS e GEPHRAS2 per la realizzazione del primo dizionario fraseologico del genovese e la miscellanea Aspetti del plurilinguismo letterario nella Genova barocca (2022), senza però tralasciare la sua attività di poeta (ha pubblicato due volumi di liriche in genovese e un’edizione critica delle poesie del Cavalli) e di traduttore dal francese e dallo spagnolo all’italiano e dall’italiano al genovese.

L’uomo che era

Ma al di là della sua ricchissima bibliografia e dei numerosi riconoscimenti ottenuti – fra i quali la cittadinanza onoraria di Calasetta e Carloforte – Fiorenzo Toso va certamente ricordato anche per l’uomo che era. Straordinariamente empatico nel suo approccio relazionale con studenti e colleghi, non ha mai ostentato la sua enorme conoscenza, e soprattutto non ne è mai stato geloso; anzi, è sempre stato entusiasta nel prodigare consigli a chi richiedeva il suo aiuto, senza per questo lesinare eventuali appunti o critiche, ma sempre con finalità costruttive e mai distruttive. La sua insaziabile sete di ricerca, spesso pionieristica, lo ha spronato a impegnarsi nelle sue passioni fino ai suoi ultimi giorni di vita e l’ingente eredità morale e culturale che lascia servirà da apripista per chiunque voglia seguire il suo esempio.

Tutto questo, e molto altro, fa di Fiorenzo Toso un Maestro, anzi – oserei dire – il Maestro ideale per le nuove generazioni di linguisti e non solo. Per me certamente lo è stato, e a lui mi sento legato da un profondo debito di riconoscenza e di affetto. Se la comunità accademica perde una grande figura di riferimento, io perdo anche un amico sincero.

Grazie di tutto, Fiorenzo!

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Immagine: Al centro, Fiorenzo Toso interviene al convegno “La forza delle parole - Le parole della forza”, svoltosi il 24 ottobre 2019 presso l'Università degli Studi di Bergamo. Foto di Piera Molinelli, curatrice del convegno, che si ringrazia per la gentile autorizzazione alla riproduzione.