Componenti della segreteria nazionale del GISCEL (Gruppo d’Intervento e Studio nel Campo dell’Educazione Linguistica), attivo dal 1973 e autore delle Dieci tesi per l’educazione linguistica democratica_, Silvana Loiero, Nicola Grandi, Miriam Voghera hanno inviato lunedì 21 settembre al presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte e alla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina la seguente lettera aperta, che volentieri qui di seguito pubblichiamo._

Le competenze linguistiche di Gianni e Pierino ai tempi di don Lorenzo Milani erano separate da un solco profondo, tracciato dalle differenze di classe sociale. Era colpa in buona parte di questo solco se “la lingua che parla e scrive Gianni è quella del suo babbo” poco istruito mentre Pierino, figlio del dottore, “scrive bene”. Col tempo il solco si è un po’ modificato, forse si è ristretto, ma quest’anno, con le ricadute didattiche del coronavirus, si è nuovamente, e sicuramente, allargato. La didattica a distanza ha avvantaggiato chi, avendone la possibilità e avendo ricevuto stimoli adeguati dall’ambiente famigliare e dal contesto sociale in cui è cresciuto, aveva accumulato una maggiore dimestichezza con gli strumenti informatici e – corollario fondamentale – con i processi cognitivi e rielaborativi propri della comunicazione mediata dal computer, e inoltre poteva lavorare al computer in un ambiente favorevole e con le modalità migliori (spazi adeguati, assenza di interferenze, disponibilità di ausili vari, tecnologici e umani); e ha simmetricamente svantaggiato chi non possedeva questi prerequisiti. Detto in slang pedagogico, il confinamento ha aggravato il dislivello tra i portatori di competenze, abilità e capacità variamente dipendenti da fattori socioeconomici e ambientali.

Non solo. Come abbiamo imparato dalle esperienze recenti, l’interazione attraverso il computer comporta una gestione atipica dei segnali non verbali (tono, volume, ritmo, gestualità), e la distanza virtuale altera la percezione e la gestione dei rapporti interpersonali: in altre parole, si alterano le modalità della comunicazione. È così accaduto che l’apprendimento, nei mesi della DaD, si è almeno in parte allontanato dall’obiettivo di incremento della competenza di comunicazione, che è obiettivo trasversale e irrinunciabile di tutte le discipline.

Oggi dunque, alla riapertura delle scuole, bisogna partire proprio da qui: dalla necessità di riavvicinare Gianni a Pierino, di utilizzare quel che abbiamo imparato dall’involontaria ma utile esperienza DaD per recuperare il tempo perso e tornare a impegnarci per offrire a tutti, senza distinzione, gli strumenti per comunicare nella società moderna, nel modo più ricco e vario: nell’interazione diretta e in quella mediata dal computer, sfruttando tutti i registri e le varietà possibili, a partire dall’idioma nativo.

E per far questo dobbiamo mettere al primo posto fra i traguardi da raggiungere quelli che sono centrali in educazione linguistica: dare a tutti la competenza che sarà sempre più necessaria per la DaD, ma anche riprendere con nuova consapevolezza tutte le azioni educative indispensabili per garantire davvero a tutti il diritto alla parola. Che non è solo capacità di comprensione e produzione ma è realizzazione piena della personalità di ognuno all’interno di una società democratica. Partire dunque dall’educazione linguistica democratica, ancorando l’‘heri dicebamus’ della ripresa con la ancora più forte consapevolezza della centralità della lingua nell’educazione alla cittadinanza.

Ripartire dall’educazione linguistica, dunque, con la consapevolezza della sua trasversalità rispetto alle altre discipline: le capacità linguistiche, orali e scritte, ricettive e produttive, incidono infatti sul rendimento scolastico complessivo dell’allievo. Ecco perché la responsabilità di “garantire la padronanza della lingua italiana, valorizzando al contempo gli idiomi nativi e le lingue comunitarie” diventa responsabilità di tutti i docenti (Indicazioni Nazionali 2012).

Ma non solo: l’educazione linguistica, lungi dall’esaurirsi nell’insegnamento dell’italiano e di altre lingue, va prioritariamente riferita al linguaggio in generale, di cui occorre agevolare sempre più lo sviluppo. Tutti gli allievi devono acquisire la capacità di muoversi con flessibilità e intelligenza nel complesso mondo semiotico di linguaggi diversi, fatti non solo di parole, in cui siamo immersi. Da tutto ciò discende la necessità che gli insegnanti, oggi più che mai, rinforzino la loro formazione linguistica per adeguarla alle contingenze.

La formazione linguistica dei docenti è stato un tema portante per il GISCEL sin dalla metà degli anni ’70, al punto che nelle Dieci Tesi, documento fondativo dell’associazione, è stata dedicata una intera Tesi, la IX, dal titolo “Per un nuovo curriculum per gli insegnanti”, esclusivamente alla formazione. Lungo il percorso di “intervento e studio” per un’educazione linguistica democratica il GISCEL ha spesso collaborato anche con altre associazioni mosse da intenti comuni: convegni, seminari, progetti di formazione realizzati con e per il MIUR e l’INDIRE hanno stimolato esperienze di ricerca didattica, dando spessore teorico alla sperimentazione e alla validazione di nuove metodologie. Queste esperienze costituiscono risorse importanti. E in un momento difficile qual è quello attuale è quanto mai necessario creare occasioni di dialogo e confronto tra il Ministero e le associazioni qualificate e riconosciute come tali.

Il GISCEL, accreditato presso il Ministero dell’Istruzione come associazione qualificata per la formazione in servizio dei docenti, vanta un’attività scientifica di quarantacinque anni, in gran parte documentata da numerosissime pubblicazioni visualizzabili sul sito www.giscel.it; è ramificato su tutto il territorio nazionale con gruppi regionali in cui operano attivamente insegnanti di tutti i livelli scolastici e docenti universitari.

In questo momento così difficile per la scuola il GISCEL, come in passato, ribadisce la propria disponibilità a collaborare sui problemi della didattica in presenza e a distanza (DDI), mettendo le proprie idee ed esperienze a disposizione del Ministero dell’Istruzione e del Governo tutto per aiutare i docenti delle scuole di ogni ordine e grado a realizzare il dettato costituzionale di rimuovere gli ostacoli per il pieno raggiungimento dei diritti linguistici di allieve e allievi, tutte e tutti, senza discriminazioni.

Immagine: Cuore foto di scena, film del 1948, diretto da Duilio Coletti e Vittorio De Sica

Crediti immagine: Almanacco del cinema 1952