Prima questione. Le due preposizioni proprie fra e tra sono identiche per significato e funzioni. Indicano una posizione intermedia nello spazio o nel tempo, rispetto a due o più punti di riferimento. La scelta fra (o tra) le due preposizioni pertiene esclusivamente al gusto individuale. Non di rado si invocano ragioni di eufonia per giustificare l’uso dell’una o dell’altra preposizione. Si cerca in sostanza di evitare incontri cacofonici (allitterazioni) del tipo tra trattori o fra frati. Può essere un buon criterio, anche se scrivere tra trattori o fra frati non è scorretto.

Seconda questione. L’uso dell’imperfetto in situazioni simili a quella evocata, vale a dire di una telefonata, nel corso della quale ci si predispone a chiedere qualche cosa all’interlocutore, è del tutto normale, legittimo e attestato anche nella lingua della letteratura. Si tratta del cosiddetto “imperfetto di modestia”, che accentua la posizione di garbato rispetto, di richiesta attenuata in cui si mette il locutore. È una modalità paragonabile al condizionale di cortesia (vorrei un etto di prosciutto, grazie; mi scusi, potrei farle una domanda?). Capita che sia spesso impiegata nelle relazioni tra fornitore di servizi (e simili) e utente, quando sia il primo a venire incontro al secondo: per esempio, un negoziante, un commesso che si rivolga al potenziale cliente appena arrivato, domandando «Desiderava?» o «Cercava qualcosa in particolare?».