Nel primo caso, non possiamo parlare certo di scorrettezza. Ma dobbiamo tenere conto del fatto che, nell’esempio citato, manca un elemento fondamentale, obbligatorio, cioè l’espressione della persona nella forma del congiuntivo trapassato: TU avessi sbagliato. Senza, la frase risulta di aleatoria disambiguazione. Il tu iniziale va tolto, per motivi di eufonia (visto che in italiano, a parte alcuni casi particolari – come quello appena citato –, si può benissimo sottacere il pronome personale soggetto) e tutto fila liscio: “scrivesti di correggerti quando tu avessi sbagliato”.
In nome dell’estrema chiarezza, non si farebbe male, però, a rendere esplicita l’oggettiva: “scrivesti che io ti correggessi quando tu avessi sbagliato”.
Nel secondo caso, nella proposizione subordinata comparativa è un’opzione stilistica adoperare il congiuntivo (io abbia letto).