25 gennaio 2010

Durante una discussione sono emerse due interpretazioni del termine "capospalla", dal gergo della moda. La prima lo intende come pezzo fondamentale del guardaroba personale. La seconda come giacca, cappotto, soprabito, ovvero come tutti quegli abiti costruiti sulle spalle. Qual è l'interpretazione corretta?

Marco Clari

Termine dell'industria dell'abbigliamento, nell'ambito classificatorio delle linee di produzione capospalla si riferisce a differenti capi, secondo che si tratti della "linea uomo" o della "linea donna". Nella "linea uomo", capospalla è un iperonimo (cioè un vocabolo che ha un significato più esteso e comprensivo rispetto ad altri dello stesso ambito semantico) di vestito, giacca, soprabito, paletot o cappotto (così come, per esempio, imbarcazione è iperonimo di nave, battello, barca). In buona sostanza, ciascuno dei prodotti designati dai termini ora elencati si può qualificare come tipo di capospalla. Nella "linea donna", capospalla è iperonimo di tailleur, soprabito, paletot o cappotto. Nel Devoto-Oli 2004-2005, capospalla è definito «capo d'abbigliamento fornito di spalle, come i cappotti e le giacche, per la cui confezione è richiesta particolare cura e competenza».


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