Non possiamo pubblicare qui le foto allegate dalla gentile lettrice che ci ha sottoposto il quesito tramite un’email. Possiamo dire che l’oggetto in questione, diremmo a occhio e croce un tubo o conduttura in PVC di medio calibro, non risulta certamente “spezzato o diviso in due o più parti”, come si dice a proposito del verbo rompere nella prima accezione della voce del Vocabolario Treccani on line. Diremmo che il tubo è stato danneggiato – come scrive la nostra lettrice – o, con linguaggio da perizia tecnica, lesionato.

Il punto però è un altro: possiamo benissimo dire di aver rotto quel tubo, anche se non lo abbiamo spezzato o diviso in due o più parti con un movimento secco e rapido. Possiamo dire di averlo rotto perché la voce rompere del Vocabolario non include soltanto quel significato ma ne include altri, validi allo stesso modo e serenamente conviventi con quel primo significato, che sta al primo posto perché rappresenta il significato più ampio e diffuso ma non certo esclusivo.

Leggiamo le accezioni 1. b e 2. a e troveremo qualcosa che fa al caso nostro: 1. b recita: «Interrompere la continuità di un corpo, con fenditure, buchi, lacerazioni o strappi»; meglio ancora, 2. a., in cui non si parla di corpi ma di oggetti: «Guastare, mettere fuori uso, o in condizione di non potere più funzionare, un oggetto». In questo senso, espresso al punto 2. a, gentile lettrice, suo marito incontestabilmente ha rotto il tubo, che con quel paio di buchi o lacerazioni certamente non può funzionare come dovrebbe: se l’acqua che vi scorre dentro esce dalle fenditure, non si può dire che il tubo svolga ancora le funzioni per le quali era stato progettato e costruito, quelle cioè di trasportare liquidi senza che nemmeno una goccia si disperda nell’ambiente circostante durante il tragitto.