Voce di origine dialettale, adoperata nell'Italia meridionale, soprattutto nella varietà d'italiano parlata in Sicilia, l'interiezione mìzzica (con le varianti mìzzeca, mìzziga, mìzzega) è di origine incerta. Probabilmente si tratta di un camuffamento eufemistico del sostantivo minchia. Si usa di solito come elemento olofrastico (vale a dire da solo, in luogo di un’intera frase) per esprimere stupore, meraviglia o fastidio, irritazione, stizza.

Un esempio d'autore: «Ricordavano intercalando ai silenzi: “A quella pure ci piacìa”, “Avoglia!”, “Che caldo che c'era!”, “Nel frumento come i viddani!”, “Mizzica!”» (Simonetta Agnello Hornby, La zia marchesa).