Covidiota viene usato da qualche tempo dai cosiddetti “negazionisti” o “riduzionisti” in senso del tutto contrario al primo e più cospicuo significato reale e originario della parola, un neologismo degli inizi del 2020, ben spiegato dal linguista Giuseppe Antonelli nel suo recentissimo Il mondo visto dalle parole (Milano, Solferino, 2020): «Particolarmente appropriato si rivela allora l’appellativo di covidiota (dall’inglese covidiot), creato […] con lo stesso meccanismo del mettere insieme due pezzi di parole diverse. La prima in questo caso è il nome covid, la seconda proprio l’appellativo idiota, riservato a chi – non rispettando le regole – mostra di pensare solo a sé stesso e ai suoi interessi. Ma in realtà mette a rischio la propria salute, oltre a quella di tutti gli altri» (p. 191).
Insomma, Daniela Pietrini, nell’articolo del 26 marzo 2020 citato dal nostro lettore, ha esattamente colto l’apparire nella lingua dei media di covidiota: «Ed è una parola macedonia anche l’ultimo nato tra i neologismi del coronavirus: covidiota, contaminazione di covid e idiota, calco dall’anglismo “covidiot” per designare chi ignora stupidamente le misure di sicurezza anti-covid o fa scorte irrazionali di prodotti alimentari incrementando il panico». Tra l’altro, il lettore noterà che la seconda accezione riportata da Pietrini non è poi distantissima da quella da lui proposta però, secondo noi, con qualche forzatura (“psicopatico”, “ipocondriaco ma decisamente più stupido”).
A proposito dell’interpretazione “negazionista” o “riduzionista”, si legga l’articolo pubblicato in bufale.net.