Ringraziamo per il suggerimento. Il lessico dei linguaggi giovanili è un moto ondoso superficiale continuo. Da anni, ormai, si assiste a un assorbimento pronto e vorace di parole veicolate dall’angloamericano e dai settori più battuti dai giovani (gadgettistica tecnologicamente avanzata, musica, moda, internet, ecc.). Spesso le parole, accolte come sono o rimorfologizzate con creazione di nuove unità lessicali (per es., proprio il verbo swiffer-are da swiffer, che è sia verbo sia nome, in inglese), durano lo spazio di un mattino, negli stessi parlari dei giovani: vi è, come dire, un’obsolescenza linguistica paragonabile all’obsolescenza dei modelli di gadget di larghissimo uso tra i giovani (come gli smartphone).

Talvolta, il cosiddetto giovanilese riesce a risalire fino a livelli di lingua non generazionale, pur rimanendo nell’àmbito dei registri espressivi non formali, dei modi colloquiali e scherzosi, degli usi figurati e iperbolici. Swiffer ce la farà a durare? Non sappiamo. E swifferare, col suo tipico ibridismo grafico/fonetico? Stesso dubbio. Intanto, accogliamo il suggerimento e raccogliamo testimonianze dell’uso di queste parole nella nostra lingua.

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