Non dovremmo darla vinta a chi? Alle persone che fanno scorrere o spostano dati o insieme di dati? Scherzi a parte, comprendiamo l'atteggiamento di fastidio del nostro gentile lettore. Facciamo però notare che la forma shiftare non è lemmatizzata autonomamente: l'informazione della sua esistenza è data, come utile arricchimento, in coda alla descrizione degli usi del sostantivo shift, da tempo presente nella lingua dell'informatica (e in altri sottocodici, come quello della lingua della chimica).

Possiamo senz'altro dolerci del fatto che shiftare sia una sorta di ircocervo italinglese, il cui difetto più grande non è il fatto che ci provenga dall'inglese tecnico dell'informatica (in questi casi, i prestiti possono essere davvero necessari, se in italiano non esiste un vocabolo che sintetizzi il concetto nuovo rappresentato dalla forma inglese), quanto piuttosto che sia un ibrido fonetico, perché la sequenza -shi- nella nostra lingua non esiste, e non è di immediata perspicuità come si deva pronunciare.