16 dicembre 2022

Sono solita informarmi sul vostro sito considerandolo una "fonte sicura" dato il prestigio di cui meritatamente godete, per questo motivo sento il bisogno di segnalare la presenza di una fonte che probabilmente appartiene alla schiera dei siti di disinformazione all'interno della vostra definizione del termine "woke" (https://www.treccani.it/vocabolario/woke_%28Neologismi%29/). Mi riferisco alla citazione di "Jean Gabin, Orazero.org, 26 febbraio 2021, Attualità". Non essendomi mai imbattuta in Orazero.org, ho visitato il sito e sia il "Chi siamo" che il "Disclaimer" si rifanno chiaramente alla retorica complottista; gli autori non sono giornalisti, ma "appassionati di blogging" senza "alcuna pretesa di fare informazione" che usano pseudonimi anziché il proprio nome (lo stesso "Jean Gabin" citato sul vostro sito è evidentemente uno pseudonimo); gli articoli non citano le fonti e sono di stampo complottistico (titoli, tematica e contenuti), con l'evidente intento di alimentare la disinformazione. Mi stupisco come un "baluardo" del sapere in Italia possa affidarsi a tali fonti, abbracciandone l'ideologia.

Pur costretti, per ragioni di sintesi, a tagliare la parte dell’email dedicata dalla nostra gentile lettrice all’illustrazione della scarsa affidabilità culturale e della inquietante matrice ideologica dei gestori del sito citato all’interno di una voce presente tra i “Neologismi” accessibili on line nel sito Treccani.it, non possiamo che dire due cose: 1) i neologismi (o, più precisamente, le parole nuove che forse entreranno nell’uso stabile della lingua italiana) vengono censiti in quanto parole realmente usate, di là dalla loro “correttezza politica”; gli esempi testuali addotti dopo la definizione servono a dimostrare tale fatto: pertanto, che si tratti di un volantino pubblicitario, di un articolo scritto dal direttore di uno dei più prestigiosi quotidiani o di un testo tratto da un sito non istituzionale non fa differenza; è logico poi che, se la parola di cui si forniscono attestazioni, come è il caso di woke, è di per sé, come dire, “di parte”, “partigiana” e divisiva, o in ogni caso polemica, perfino ingiuriosa, ci si possa o deva attendere che qualche esempio sia impregnato di ideologie o posizioni assolutamente non condivisibili nel merito; 2) per quanto appena scritto, è evidente che Treccani non fa proprio, ideologicamente, moralmente, ecc., il contenuto di nessuna delle affermazioni contenute nelle attestazioni di questa o quella parola nuova: Treccani mette semplicemente a disposizione di chi legge la prova che la parola lemmatizzata viene usata.


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