08 marzo 2023

Volendo spiegare perché io preferisca dire "lítote" (pronuncia latina) invece che "litóte" (pronuncia greca), ho cercato conforto nel vostro sito, che alla pagina https://www.treccani.it/magazine/lingua_italiana/domande_e_risposte/grammatica/grammatica_322.html propende per l'uguale legittimità delle pronunce. Vi scrivo però non per argomentare a favore della pronuncia latina (che è la più comune – nessuno pronuncia "alla greca" Socrate, Aristotele e Platone – sebbene ci siano ben note eccezioni, come "filosofia", "anatomia" ecc.), ma perché, come illustrazione, leggo: «Sempre nel dominio delle figure retoriche, c'è chi pronuncia ossimòro, alla greca, e non sbaglia, anche se l'uso più diffuso è con l'accento alla latina, ossìmoro, e tanto meno s'incorre in errore scegliendo quest'ultima forma». Chiaramente l'estensore ha per una svista scambiato qui «alla greca» e «alla latina».

Ringraziando il lettore della gentile osservazione (che ovviamente accogliamo: la pronuncia ossìmoro è alla greca), vorremmo comunque ricordare a tutti coloro che ci leggono che la questione della pronuncia dei nomi di persona di trafila colta greca e latina non è assolutamente risolta, nella prassi dell’uso, a favore dell’accentazione latina: altrimenti dovremmo dire tutti Èdipo (alla latina) e Odìsseo (sempre alla latina).


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