Lucio Zinna
Le ore salvate
Palermo, Thule, 2020
«La nuova silloge di Lucio Zinna […] si connota — oltre che per il consueto linguaggio, essenziale e incisivo — per il ventaglio tematico, percorso dal fundus unificante della dispersività del tempo, a cui ci costringono il vivere contemporaneo e la necessitante gestione della quotidianità. Ne deriva l’esigenza di salvaguardare quei frammenti esistenziali che si rivelano sintonici con la nostra vita spirituale, aderendo a quella interiore dimensione in cui va a consistere la zona più autentica del nostro essere»: così, felicemente, Tommaso Romano nella bandella dell’ultima raccolta tripartita di Lucio Zinna, mazarese trapiantato a Bagheria, autore di testi poetici (Il filobus dei giorni, Un rapido celiare, Sàgana, Abbandonare Troia, Bonsai, La casarca, Il verso di vivere, La porcellana più fine, Poesie a mezz’aria, Stramenia), narrativi (Antimonium 14, Come un sogno incredibile. Il caso Nievo, Il Ponte dell’Ammiraglio, Trittico clandestino, Un’estate a Ballarò e altri racconti) e saggistici (La parola e l’isola. Opere e figure del Novecento letterario siciliano, Lettere siciliane. Autori del Novecento dentro e fuori circuito) nonché fondatore e direttore della rivista «Arenaria» e dei suoi quaderni.
Meraviglia a prima giunta la rara proprietà di linguaggio, l’esattezza lessicale, perfino chirurgica, e soprattutto il governo della cosa sintattica altrettanto in ipo- che in paratassi: doti non certo comuni in un’epoca come la presente, in cui poetare equivale troppo sovente a celebrare il tesoro tematico (quasi sempre niente affatto tesaurizzabile), l’ipertrofia dell’io e la confessione resa con le prime parole che vengono alla penna:
Fondi nome e cognome in minuscoletto
come fece «guidogozzano» anticipando
l’indirizzo di poesia elettronica
rendili confacenti a quanti
giocarono con te al ribasso
compreso quante volte te stesso.
Disse di sé Mallarmé «mi pagheranno
i vivi le ore che mi hanno rubato»
le mie non le pagherà nessuno
e il totale è alto in una vita
vissuta di corsa e facile all’errore.
Càpita di rado d’imbattersi in una poesia ipercogitante, pregna di sostanza concettuale, persino sapienziale e profondamente religiosa, e tuttavia avvolgente, a tratti poco meno che straziante:
Non la partenza conta
né la fermezza o l’instabilità
del punto in cui ti muovi.
Conta quel che lasci
e cosa ti porti
(nel centro della pupilla
in un rincón del cuore)
il dolce e l’amaro.
E l’agrodolce.
Le esaltazioni e le paure.
E le albe
coi loro tramonti.
E il prossimo quando lo è.
Non l’arrivo conta
né la solidità o fluidezza
del punto verso cui ti muovi.
Conta quel che ti attende
se qualcuno ti attende
che cosa ti attendi
il cuore che vi conduci
se sono nuove le tue pupille.
E ancora le albe
coi loro tramonti.
E il prossimo se lo sarà.
Conta la vita
lì — nel suo spigolo —
a contare i passi.
Timida si leva la preghiera
dalle profondità dell’essere
e — implicita — si fa richiesta d’ausilio
prostrazione di noi che siamo terra
celebrazione della tua grandezza.
Muta — o Dio — in terraferma
di certezze il mare d’angoscia
in cui si naviga rendi possibili
i nostri passi nel fiume delle ore […]
Non mancano vere e proprie schede critiche (come quella — fulminante — Per il «transrealismo» del pittore Guadagnuolo, che rappresenta, se non c’inganniamo, anche la poetica del Nostro) e schegge di storia letteraria vissute dall’interno:
Si supera il reale percorrendolo
e (come per erbe di campo)
indugiando a raccoglierne
impressioni-suggestioni-umori
e clamori-disarmonie-orrori.
Poi (e senza trans non c’è post_)_
tutto si colloca in visione nova
che nella linfa rechi
solidità di millenni
‘certezza’ del relativo
compresenza di tempi
_e le correlazioni dell’_altro
e le pulsioni dell’oltre.
Trans è passaggio-pasqua
renaissance_._ […]
[…] Palermo anni Sessanta — nel clima
lucido ludico casuale del Gruppo Beta
e dei suoi poeti di strada
ho amato la Parigi notturna di Soupault
(Westwego) le brulicanti road di Kerouac
scali e scalini bordelli e marciapiedi
della Hong Kong di Robbe-Grillet
ho sogguardato un’immutata oblunga
Via Maqueda franta dal crocevia
scenico della sua Porta del Sole
con gli occhi di Nievo garibaldino
ho centellinato passeggiate furtive
con una ragazza-astro essenziale
corporeità cotidiano spirito-guida.
Sull’opposto versante, ecco i referti del più intimo privato e i bozzetti famigliari di sliricazione assoluta, fin oltre i limiti del prosaico:
In tempi di stretto dopoguerra
tutto potevo sognare tranne
che a un ragazzino come me
qualcuno regalasse una bici
era già miracoloso
un surrogato di cioccolata.
Sulla bicicletta non riuscivo
a mantenermi in equilibrio
ci riprovavo testardo
tutte le volte che potevo.
Me ne prestarono una a scopo
didattico e mentre cercavo
d’intendermi tra cadute e risalite
mi massacrai il femore
(un gesto istintivo evitò la frattura)
sbattendo sul cemento di recinzione
della villa comunale. […]
Il mio nipotino Manuele Mattia —
anni quattro — curioso di tutto
mi suggerisce accorgimenti
informatici ama la musica
lo attrae il disegno non ama
il milieu scolastico vi si adatta
per legge biologica vi esercita
la virtù di sorella pazienza
e di sua cugina la rassegnazione.
Si fa voler bene pratica i giochi
(ma lì ne farebbe anche a meno)
sa che trillerà il campanello d’uscita.
Seppure ridente la scuola per lui
non è materna è esilio
per piccoli incolpevoli. […]
Riferimenti bibliografici
Lucio Zinna, Il filobus dei giorni, Palermo 1964.
Id., Antimonium 14, Palermo 1967.
Id., Un rapido celiare, Palermo 1974.
Id., Sàgana, Palermo 1976.
Id., Abbandonare Troia, Forlì 1986.
Id., Il Ponte dell’Ammiraglio, Palermo 1986.
Id., Bonsai, Palermo 1989.
Id., Trittico clandestino, Siracusa 1991.
Id., La casarca, Palermo 1992.
Id., Il verso di vivere, Marina di Minturno 1994.
Id., La porcellana più fine, Caltanissetta 2002.
Id., Come un sogno incredibile. Il caso Nievo, Pisa 1980; Marina di Minturno 2006.
Id., La parola e l’isola. Opere e figure del Novecento letterario siciliano, Palermo 2007.
Id., Poesie a mezz’aria, Faloppio 2009.
Id., Stramenia, Salerno 2010.
Id., Un’estate a Ballarò e altri racconti, Roma 2011.
Id., Lettere siciliane. Autori del Novecento dentro e fuori circuito, Milano-Udine 2019.
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