Luca Cignetti – Simone Fornara
Il piacere di scrivere. Guida all'italiano del terzo millennio
Carocci editore, 2014 Gli autori hanno deciso di partire da esperienze concrete, sviluppando analisi e meditazioni sulle prove d'italiano rese da «generazioni di studenti alle prese con la problematicità della scrittura di oggi» (p. 23), sulla falsariga delle diagnosi, delle interpretazioni e delle strategie proposte da Luca Serianni (non per caso qui prefatore del volume) nei suoi più recenti studi, tutti citati in bibliografia: Italiani scritti, Prima lezione di grammatica, L'ora di italiano. Scuola e materie umanistiche, Leggere, scrivere e argomentare e Scritti sui banchi. L'italiano a scuola tra alunni e insegnanti, quest'ultimo a quattro mani con Giuseppe Benedetti.
Il manuale di Cignetti e Fornara, due linguisti che insegnano Didattica dell'italiano alla Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana, mantiene ciò che promette nella Premessa: far sì che la realtà della lingua e degli usi guidi il percorso di intervento del docente, cioè, in termini più restrittivi ma chiari, che in prima battuta (nella prima parte del libro), chi ha il compito di insegnare a scrivere bene colga e illustri l'errore, sia come infrazione della norma, sia come scelta pragmaticamente infelice, facendo dell'errore l'occasione della riflessione e dell'esercizio sul funzionamento della lingua. La teoria sta nella testa dei linguisti, che si fanno raccoglitori di esempi di lingua poco efficace e prospettano un cammino fatto di pensiero ed esercizio che porti lo scrivente a governare i meccanismi della scrittura tanto bene da trasformarne la pratica in un piacere. La prima parte del libro è dunque dedicata a Identificare e risolvere i problemi di scrittura. Anche se strettamente legata e funzionale alla seconda, questa ampia sezione può essere letta e riletta come un sotto-manuale a sé stante, una sorta di compatta e corposa grammatica degli errori, delle sciatterie, dei cumuli di usi più o meno legittimi che costellano i luoghi critici della lingua scritta: l'ortografia – molto esposta alla censura sociale e poco (efficacemente) insegnata a scuola -, la punteggiatura – di capitale importanza -, la proprietà nell'uso delle parole, la capacità di argomentare, la consapevolezza di registri e àmbiti d'uso.
Oggetto del manuale è «la scrittura formale che ricorre nelle pratiche di scrittura di tutti i giorni e in contesti di formazione (la scuola, l'università, gli istituti professionalizzanti» (p. 21). Fuori dall'uscio resta il mare mosso della cosiddetta “scrittura creativa” («i testi narrativi, i testi letterari e le poesie», p. 21).
Di conseguenza, il libro è rivolto agli studenti universitari e agli studenti «di quasi ogni ordine scolastico (in particolare dalla scuola media in su)» – scrivono gli autori -, ma soprattutto (secondo chi sta scrivendo ora), vista la densità, ricchezza e minuziosità analitica delle fattispecie studiate, smontate e rimontate, a docenti desiderosi di munirsi di un agguerrito armamentario pratico-teorico per simulare lo svolgimento di operazioni “a cuore aperto” di analisi e ricostruzione testuale da mostrare e far apprendere ai discenti: testo giornalistico, tesine espositive e/o argomentative, saggio, lettera ed e-mail, curriculum vitae, recensione, riassunto, relazione, verbale. Si tratta dei contenuti del settimo capitolo della prima parte del libro (Rispettare le tipologie e i generi testuali), che confinano con la seconda parte, davvero puntuale e articolata, intitolata Pianificare e controllare i processi di scrittura, che ha l'obiettivo di portare alla produzione di efficaci testi espositivo-argomentativi, proprio quel tipo di testi che è (dovrebbe essere) centrale nel percorso formativo degli studenti. Alle dinamiche testuali di coesione e coerenza che caratterizzano un testo argomentativo valido, gli autori hanno già dedicato le necessarie osservazioni nel quinto capitolo (prima parte).
In questa seconda parte, invece, si tratta di percorrere passo passo la strada che permetterà di portare il testo dalla virtualità fondativa dell'”idea” (che, scrivono gli autori, non è un'operazione scontata imparare a trovare; vedi cap. 8, Trovare le idee) alla pianificazione (mappa concettuale, scaletta, indice), alla documentazione (ottima l'idea di approfondire i problemi posti dalla consuetudine con internet, madre incerta di tutte le fonti), alla stesura vera e propria, alla raccolta di fonti e alla compilazione della bibliografia, all'importante lavoro finale di rilettura e revisione.
In ultimo, occorre sottolineare la presenza, alla fine di ogni capitolo, di una serie di esercizi e di riassunti sui temi trattati, da considerare più di allenamento condiviso (in classe, in interazione col docente) che di verifica, anche se in appendice si trovano soluzioni per gli esercizi ed esempi di riassunti che permettono allo studente di gestire da sé il combinato disposto.