Fabio Rossi e Fabio Ruggiano

Errori, orrori, regole e falsi miti dell’italiano contemporaneo

Fabio Ruggiano

Uno sguardo su verbo: forme, usi, varietà

Firenze, Franco Cesati editore, collana “Italiano di oggi”, 2022

Nel tempo dei testi brevi, anche i saperi specialistici non disdegnano di essere veicolati da prodotti editoriali dall’impostazione sintetica e agile che li avvicini a un più vasto pubblico. La linguistica è tra le discipline che, negli ultimi anni, si è maggiormente giovata di manualetti divulgativi volti a soddisfare il bisogno di approfondimento di lettori non specialisti che pure, in modo sempre crescente, hanno manifestato interesse e curiosità per la lingua. I meccanismi e i fatti linguistici ci riguardano tutti perché in essi siamo tutti quasi amnioticamente immersi, come singoli e come comunità, soprattutto nell’era della comunicazione di massa. Prodotti editoriali snelli rispondono inoltre alla diffusa esigenza di avere risposte chiare ed immediate a dubbi grammaticali, sintattici, testuali, pragmatici: non solo a lavoro, infatti, ma anche nella vita privata, dispositivi elettronici e social media spingono fasce di popolazione sempre più ampie a confrontarsi con la lettura e la scrittura estemporanea.

La collana Italiano di oggi proposta nel 2022 dall’editore Franco Cesati, diretta da Fabio Rossi e Fabio Ruggiano, si inserisce proprio in questo filone di divulgazione qualificata, proponendosi come un viaggio aperto a tutti attraverso molteplici aspetti dell’italiano contemporaneo. Un racconto descrittivo, ma anche prescrittivo – le regole e gli errori da evitare – per offrire a chi lo desideri un prontuario d’uso di facile consultazione. Diverse le trovate editoriali che sostengono il lettore nel suo percorso: sottolineature grafiche dei concetti chiave nel corpo del testo, inserimento di esercizi di autoverifica (con le soluzioni in coda al libro), una bibliografia leggera di letture suggerite e citate, l’individuazione di punti salienti alla fine di ciascun capitolo, ma anche un indice delle cose notevoli che si autodefinisce dubbiario, ovvero una sezione dove provare a trovare risposte a dubbi precisi in modo rapido, fuori da una lettura estesa dell’intera trattazione.

I curatori della collana, Fabio Rossi e Fabio Ruggiano, entrambi professori di Linguistica Italiana all’università di Messina, hanno scritto il primo volumetto che si intitola Errori, orrori, regole e falsi miti dell’italiano contemporaneo. I due autori, che per altro curano per l’Università di Messina il sito DICO – Dubbi sull’Italiano consulenza Online, nella premessa, che è una presentazione dell’intera collana, ribadiscono che «il linguista inviterà a usare con cautela le etichette di giusto e sbagliato, spiegando come nessuna lingua sia monolitica, ma vari nel tempo e in base agli usi sociali che se ne fanno» (p. 8). Questa sottolineatura è quanto mai importante dal momento che in rete persino il discorso sulla lingua, proprio sulla base di una presunta detenzione della “verità grammaticale”, è purtroppo spesso diventato hate speech. L’esortazione a ricondurre la lingua alla sua natura umana e dunque a un’imprescindibile mutevolezza storica e sociale che di fatto rende le sue norme sempre potenzialmente rinegoziabili non deve però essere interpretato come un invito a ignorare i sintomi della patologia dell’italiano. Patologia che non si manifesta tanto in quei singoli aspetti che finiscono quasi ossessivamente sotto la lente d’ingrandimento dei puristi contemporanei (cosiddetta morte del congiuntivo, invasione degli anglicismi, errori ortografici e di punteggiatura vari), quanto «la difficoltà che molti italiani incontrano nel comprendere e riassumere un testo complesso» (p. 11).

Fabio Ruggiano, studioso in particolare degli usi pubblici dell’italiano contemporaneo (politica, pubblicità, social network), si è invece occupato del volume dedicato al verbo: Uno sguardo su verbo: forme, usi, varietà.

L’impostazione piuttosto tradizionale – la disamina si articola per capitoli dedicati alla persona, al modo, al tempo e alle frasi nominali, a loro volta analizzati dal punto di vista morfologico e, soprattutto, semantico e sintattico – è tuttavia il quadro dentro cui si dipanano osservazioni di varia natura: descrittive, funzionali, pragmatiche, puntellate soprattutto da esempi tratti dalla lingua viva dei giornali o di siti web. Un esempio per tutti, alcune indicazioni relative all’uso del condizionale: «Il significato del condizionale è sfruttato, specie nel linguaggio giornalistico, per riportare informazioni o dichiarazioni non confermate […]. Questa tecnica permette di non prendersi la responsabilità delle affermazioni che si stanno facendo, perché le rappresenta come condizionate alla verifica, quindi non fattuali. Consente, in altre parole, di esercitare un distacco epistemico rispetto alle informazioni riportate» (p. 72).

Preziose sono anche quelle che potremmo definire note d’uso, ragguagli che non impongono, ma suggeriscono scelte più meditate, appropriate, efficaci dal punto di vista comunicativo e, come dire, in linea con la contemporaneità, esplicitamente richiamata come nel caso del gerundio: «In generale, nell’italiano contemporaneo il gerundio è molto apprezzato come modo autonomo (mentre il participio è usato essenzialmente per formare i tempi composti degli altri modi e raramente come modo autonomo). Molto comune, e legittima, è la coordinazione di due o più gerundi, tutti con la stessa funzione, o con funzioni diverse […]. Al contrario, sconsigliabile è subordinare gerundi ad altri gerundi (direttamente o attraverso la mediazione di altre proposizioni), perché la funzione di ciascun gerundio risulta offuscata» (p. 86).

Il tenore divulgativo di questi vademecum proposti da Cesati non rinuncia all’uso di una cospicua dose di terminologia tecnica: parola olofrastica, inferire, valenza, completive, verbi inergativi, inaccusativi, causativi e aspettuali, oggetto o accusativo preposizionale, diatesi, eventi contraffattuali, segnali discorsivi, calchi semantici, deissi, segni tachigrafici e tante altre espressioni per lo più evidenziate dal grassetto.

Dalle pagine di Ruggiano e Rossi percepiamo come, ancora nel 2022, la coscienza metalinguistica nazionale sia invischiata nello scontro atavico e segnante della nostra storia linguistica, quello tra norma e uso, oggi per di più uscito dai ristretti campi di battaglia di specialisti, studiosi e intellettuali. In questa dinamica erroneamente oppositiva, riveste ovviamente un ruolo fondamentale la scuola. Le grammatiche scolastiche hanno, per loro natura, il compito di incasellare una complessità a volte sfuggente: «l’italiano descritto nelle grammatiche, salvo eccezioni, è l’italiano scritto di media formalità, senza tratti regionali, con un lessico ricercato ma non troppo specialistico né eccessivamente letterario, con qualche apertura verso la colloquialità, ma senza esagerare» (p. 17). La linguistica invece indaga un orizzonte più ampio, tutti gli usi e tutte le regole, che poi divulgatori e insegnanti sappiano trasformare «in materiale didattico finalizzato a usare meglio la lingua» (p. 21). E cosa significa usare meglio la lingua? Impiegare nei temi, magari dal contenuto dimesso e familiare, un lessico dal sapore libresco e burocratico, con il conseguente risultato di una gestione impropria e stonata del rapporto testo-contesto? Un’adeguata formazione linguistica deve invece mirare a un uso consapevole della lingua, scritta e parlata, pubblica e privata, alla capacità di costruire e cogliere i legami logici tra le frasi e di comprendere il lessico più variegato possibile.

Insomma, maneggiare pienamente la lingua significa giungere al dominio non solo dei registri informali, come le conversazioni tra amici, ma anche di quelli formali, che sono del resto quelli propri degli ambiti di esercizio della cittadinanza (per esempio gli scambi con la Pubblica Amministrazione). Non è un’equazione scontata, tuttavia rimane vero che chi è un parlante e uno scrivente ben dotato, attento e produttivo ha più probabilità di essere un cittadino ben equipaggiato, consapevole e attivo.

I titoli della collana “Italiano di oggi” per ora pubblicati (o di imminente pubblicazione) sono:

Errori, orrori, regole e falsi miti dell’italiano contemporaneo – Fabio Rossi, Fabio Ruggiano

Pronuncia e ortografia – Daniele D’Aguanno

Il testo scritto tra coerenza e coesione – Angela Ferrari

Uno sguardo sul verbo: forme, usi varietà – Fabio Ruggiano