Giancarlo Petrella
Scrivere sui libri. Breve guida al libro a stampa postillato
Roma, Salerno Editrice, 2022
Docente di Storia e conservazione del patrimonio librario, Bibliografia e Biblioteconomia all’Università Federico II di Napoli e di Storia del libro presso la Scuola Superiore Meridionale, direttore e fondatore della rivista «L’Illustrazione. Rivista del libro e della stampa illustrati», nonché titolare d’una bibliografia altrettanto estesa che di grande interesse scientifico (in cui spiccano Uomini, torchi e libri nel Rinascimento , Fra testo e immagine e I libri nella torre ), Giancarlo Petrella pubblica per la collana «Strumenti per l’Università» dell’Editrice romana una delle monografie più informate ed esaurienti sui marginalia presenti nei libri a stampa, concentrando l’attenzione su «quella categoria di libri che è ormai abitudine consolidata, anche al di fuori del contesto accademico, chiamare postillati . Ma cos’è un postillato? E perché l’atto dello scrivere sui libri, anziché dannoso, può in qualche modo aumentare il valore, non solo commerciale, dell’esemplare, restituendone quell’unicità che la produzione tipografica in serie ha in apparenza sottratto all’oggetto libro rispetto all’antenato manoscritto? Sensibilità e attenzione nei confronti delle annotazioni manoscritte trasmesse dai libri a stampa sono conquiste piuttosto recenti. Per secoli postille e marginalia , fatti salvi quelli riconducibili a personaggi e letterati illustri, anziché valore aggiunto, sono stati considerati alla stregua di difetti sia dai librai che dai collezionisti, che ricorrevano persino a interventi chimici per ripulire i margini deturpati. Casse intere di postillati sono stati sacrificati sull’altare del gusto estetico settecentesco per essere offerti a bibliofili ossessionati dalla “smania di avere volumi belli e puliti”, come lamenta un noto libraio all’alba del Novecento. Molta strada da allora è stata fatta, soprattutto in Italia, rispetto ad alcune voci isolate che ancora nella prima metà del secolo scorso prestarono attenzione ai segni lasciati dai lettori sui libri. […] La moda del libro immacolato, ricondotto a colpi di sbiancamenti a una pretesa verginità astorica, sembra definitivamente tramontata» (pp. 10, 13).
Il primo impulso a scrivere sui libri (fin dagl’incunaboli, ossia i libri a stampa quattrocenteschi impressi non oltre il 31 dicembre 1500) scaturì dalla necessità di dichiararne la proprietà sul frontespizio o in apertura per agevolarne la restituzione in caso di smarrimento; ciò avveniva o con una semplice firma o con frasi come possidet hunc librum/libellum o pertinet/spectat ad o, ancora, ex libris seguito dal nome del proprietario, a significare l’appartenenza del volume a un’ampia raccolta libraria. Abbiamo poi
‒ la formula … et amicorum , «che suggerisce come la raccolta privata si aprisse alla consultazione di sodali e discepoli, in un contesto umanistico intriso di reminiscenze classiche nel quale l’uso condiviso già del libro manoscritto e poi di quello a stampa è occasione di dialogo e apprendimento» (p. 107);
‒ ad usum , formula di prestito apposta dagli enti religiosi;
‒ attestazioni di lasciti da parte di benefattori; un solo esempio tra i numerosi elencati dall’Autore: nell’esemplare oxoniense dell’ Expositio super tres libros Aristotelis de anima di Alexander de Ales (1481) si legge l’annotazione Iste liber est ex dono Rogeri Balkwell ut occupantes eum orent pro anima illius ;
‒ note d’acquisto: «Quanto costava un libro a fine Quattrocento? E qualche decennio più tardi? E, ancora, da chi fu comperato? Anche queste e altre domande trovano risposta nel sistematico rilevamento e studio delle note manoscritte disseminate soprattutto sui libri dei primi secoli della stampa tipografica. […] l’indicazione del prezzo sborsato fornisce una messe di informazioni cruciali per lo studio del commercio librario, che gli storici hanno cominciato a prendere in seria considerazione in anni recenti» (p. 140).
Questo per quanto riguarda le note di possesso o d’acquisto, preziose per i motivi suddetti ma mute circa l’uso che del libro è stato fatto nei secoli. A ciò rispondono i segni di lettura e marginalia di mano dei lettori: le reading practices (sottolineature, maniculae atte a richiamare l’attenzione su una porzione di testo ecc.); disegni illustrativi e interpretativi; correzioni di refusi; integrazioni, anche autoriali; notabilia , ossia trascrizioni a margine di parole chiave e concetti per facilitarne lo studio; traduzioni e parafrasi spesso interlineari.
Riferimenti bibliografici
Giancarlo Petrella, L’officina del geografo. La Descrittione di tutta Italia di Leandro Alberti e gli studi geografico-antiquari tra Quattro e Cinquecento. Con un saggio di edizione , Milano, Vita e Pensiero, 2004.
Id., Arnaldo Segarizzi storico, filologo, bibliotecario. Una raccolta di saggi , Trento, Provincia Autonoma, 2004.
Id., ‘Libri mei peculiares’. Petrarca e le sue letture nella Biblioteca di via Senato. Catalogo della mostra , Milano, Biblioteca di Via Senato Edizioni, 2005.
Id., Uomini, torchi e libri nel Rinascimento , premessa di Luigi Balsamo, Udine, Forum, 2007.
Id., Fra testo e immagine. Stampe popolari del Rinascimento in una miscellanea ottocentesca , presentazione di Dennis E. Rhodes, Udine, Forum, 2009.
Id., Gli incunaboli della biblioteca del Seminario Patriarcale di Venezia. Catalogo , Venezia, Marcianum Press, 2010.
Id., La Pronosticatio di Johannes Lichtenberger. Un testo profetico nell’Italia del Rinascimento , presentazione di Ottavia Niccoli, Udine, Forum, 2010.
Id., L’oro di Dongo ovvero per una storia del patrimonio librario del convento dei Frati Minori di Santa Maria del Fiume (con il catalogo degli incunaboli) , presentazione di Rosa Marisa Borraccini, Firenze, Olschki, 2012.
Id., I libri nella torre. La biblioteca di Castel Thun: una collezione nobiliare tra XV e XX secolo (con il catalogo del fondo antico) , presentazione di Marielisa Rossi, Firenze, Olschki, 2015.
Id., À la chasse au bonheur. I libri ritrovati di Renzo Bonfiglioli e altri episodi di storia del collezionismo italiano del Novecento , presentazione di Dennis E. Rhodes, Firenze, Olschki, 2016.
Id., L’impresa tipografica di Battista Farfengo a Brescia fra cultura umanistica ed editoria popolare (1489-1500) , Presentazione di Edoardo Barbieri, Firenze, Olschki, 2018.
Id., «Ne’ miei dolci studi m’acqueto». La collezione di storia della scienza Carlo Viganò , Firenze, Olschki, 2020.