16 novembre 2022

Palazzeschi

 

Gino Tellini

Palazzeschi

Roma, Salerno Editrice, 2021

 

Per la collana «Sestante» della Casa romana, diretta da Andrea Mazzucchi con Antonio Gargano e Matteo Palumbo, Gino Tellini — professore emerito dell’ateneo fiorentino, autore di imprescindibili saggi su Manzoni, Leopardi e Svevo, cofondatore e direttore del Centro di Studi Palazzeschi — pubblica una corposa monografia sul poeta e romanziere fiorentino (Firenze 1885 - Roma 1974), uno dei pochi outsider che abbiano attraversato quasi tutto il Novecento lasciandosi lambire e mai minimamente snaturare da mode correnti scuole (avanguardie storiche, futurismo, crepuscolarismo, neoavanguardia), «restando fedele a se stesso: segno di un’energia interiore e di un’invulnerabile vocazione alla libertà che il tempo non ha scalfito. […] Traumatizzato in gioventù dalla propria omosessualità, fino al pensiero del suicidio, è riuscito nel miracolo di trasformare il dolore in allegria, sì da mettere a punto antenne sensibilissime nel cogliere e valorizzare gli aspetti belli della vita, goduti, come si gode l’incanto di uno strepitoso spettacolo, con la consapevolezza della loro inevitabile e necessaria fugacità. Il miracolo ha occultato, non annullato, la disperazione, che si è depositata negli strati profondi di una personalità dimidiata, che all’insegna del “lasciatemi divertire” ha giorno per giorno combattuto con una condizione permanente di inquietudine e di angoscia» (pp. 13-14).

 

Svolta in dieci folti capitoli ( Le opere e i giorni , Esordio del poeta , Romanzi straordinari , Il poeta: adesione e distacco dal Futurismo , Romanzi della maturità , La trilogia del vegliardo , Mappa del novelliere , Tra cronaca, memoria e scrittura epistolare , L’ultima stagione del poeta , Fortuna critica ), la trattazione tocca non solo ogni opera, sviscerandone temi e motivi, ma ogni singolo snodo della lunga e articolata carriera letteraria palazzeschiana con una capacità di sintesi, un nitore espositivo e soprattutto un senso storico oggi rarissimi tra i nostri letterati, accademici non meno che militanti, per la maggior parte dei quali la critica si riduce a un’operazione tendente a “rivelarsi” tramite dispositivi di sentenza sottratti a qualsiasi possibilità di verifica anziché a intendere e far intendere attraverso analisi, collaudi obiettivi, accertamenti documentali; un processo bulgaro in cui il testo viene giudicato in contumacia: senza istruzione, senza indagini preliminari e senza escussione delle prove a carico e a discarico.

 

Dopo un accurato repertorio bio-bibliografico, Tellini analizza le prime prove poetiche: da Cavalli bianchi (1905), pubblicato a spese dell’autore ventenne come le due successive sillogi e caratterizzato dalla totale cancellazione dell’io (di cui Palazzeschi scrisse nel 1937 alludendo a D’Annunzio e ai dannunziani: «[Mi proponevo] il massimo della semplicità nell’esprimermi; delle notazioni semplici, delle pure linee, ispirate a soggetti campestri un po’ estatici e in cui l’umanità non prendeva maggior posto di un albero, di una statua e di una fonte. […] Dopo tanta magniloquenza e magnificenza di espressione vedevo la poesia come il filo chiaro dell’acqua che scaturiva da una sorgente») a Lanterna (1907), che, pur non segnando una svolta decisiva nella poetica del Nostro, «ne intensifica aspetti e motivi. Se il titolo I cavalli bianchi rimanda a un orizzonte di fiaba infantile, il titolo Lanterna […] rinvia al desiderio di schiarire l’oscurità, al bisogno di luce, alla ricerca d’un orientamento interiore, d’una propria identità» (p. 57) a Poemi (1909), che suscitò l’entusiasmo di Marinetti, il quale non esitò a reclutarlo nelle schiere futuriste.

 

Così il critico introduce la terza sezione, nella quale prende in esame le tre trilogie narrative (i romanzi della giovinezza: :riflessi , Il Codice di Perelà , La Piramide ; i romanzi della maturità: Sorelle Materassi , I fratelli Cuccoli , Roma , e i romanzi del vegliardo: Il Doge , Stefanino , Storia di un’amicizia ): «L’ iter del romanziere, che attraversa quasi per intero il Novecento e procede senza interruzioni dal 1908 al 1971, esprime, per tappe successive e con mutevole estro, l’inedita virtù di celebrare la “varietà” e la libertà fino al paradosso, di non sopportare allineamenti e bandiere, di scrostare con lo sberleffo la consuetudine delle buone maniere e l’arroganza delle parole d’ordine, per rendere omaggio alla carica liberatoria del riso e della comicità. […] Nel complessivo bilancio dei romanzi, contrappuntati da un mosaico combinatorio di riprese e di variazioni a distanza, è naturale che le varie tappe non siano tra loro equivalenti, però circolano ovunque la stessa aria di famiglia, lo stesso marchio di fabbrica, il sigillo della medesima fattura. Il dilemma sulla palma da assegnare all’uno o all’altro di questi romanzi ha tenuto in esercizio l’ingegno di molti interpreti e la vertenza pare destinata a restare aperta. Tuttavia la questione oggi non è di scegliere, ma di capire. Al di là dei primati accertati ( Il Codice di Perelà o le Sorelle Materassi , salvo qualche illustre lettore altrimenti schierato), importa capire la storia del romanziere, la parabola movimentata della sua carriera, che si dipana nell’arco di oltre sessant’anni, tra gli urti di due guerre mondiali (e di una dittatura), dal clima liberty -dannunziano dell’età giolittiana, ancora festante per le luci della belle époque e non scossa dal vento futurista, fino alla ricostruzione postbellica, alla tumultuosa Italia della neoavanguardia e del Sessantotto» (p. 79).

 

Chiude il volume una dettagliata fortuna critica, generosa di dati poco o punto noti, e una altrettanto ricca bibliografia.

 

Riferimenti bibliografici

 

Gino Tellini, La storia e il romanzo , Roma, Salerno Editrice, 1979.

 

Id., Leopardi , ivi, 2001, quarta ristampa 2020).

 

Id., Manzoni , ivi, 2007.

 

Id., Svevo , Roma, Salerno Editrice, 2013.

 

Id., Metodi e protagonisti della critica letteraria , Milano, Mondadori, 2010, 2019.

 

Id., Natura e arte nella letteratura italiana , ivi, 2015.

 

Id., Storia del romanzo italiano , ivi, 2017.


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