A novanta anni dalla nascita (31 marzo 1932), questo Speciale dedicato a Tullio De Mauro, curato da Silvana Loiero, raccoglie contributi che fanno luce su aspetti non sempre noti della sua poliedrica personalità: l’attenzione alla educazione permanente, alle e agli insegnanti di ogni ordine e grado di scuola, alle istituzioni, alla lettura e comprensibilità dei testi, al digitale e ai dati, da cui prendono avvio ricerche e analisi della società italiana. Tullio De Mauro intitolò “Documenti e questioni marginali” le sezioni, le Appendici di “Storia linguistica dell’Italia unita” (1963) e di “Storia linguistica dell’Italia repubblicana” (2014). In tutte e due i casi ci si trova di fronte a porzioni corpose di testo in cui si ritrovano documenti e saggi su questioni significative, che dovrebbero trattare aspetti secondari e che invece svelano la loro specifica significatività nel complesso delle opere. Rifacendoci a quella tradizione per ricordare Tullio De Mauro il vocabolo “marginalia” è apparso il più adeguato a trattare, in questo Speciale, aspetti non centrali rispetto alla sua produzione più significativa legata alla semantica, alle teorie del linguaggio, alla storia del pensiero linguistico, alla storia linguistica dell’Italia e degli italiani, alla lessicologia e lessicografia, di cui si sono occupati volumi e riviste dal 2017 in avanti. Studiose e studiosi, compagne e compagni di ricerca e di vita che si sono trovati accanto a Tullio De Mauro per motivi accademici, eventi o anche casi fortuiti sono stati chiamati a ricordare tratti della sua personalità, ripercorrendo un singolo, specifico aspetto dei suoi molteplici interessi, conosciuto con e attraverso Tullio, soffermandosi su questioni, minori solo in apparenza, che hanno un radicamento profondo nel suo pensiero, nel suo modo di essere e nella sua azione di studioso, intellettuale e politico. Il rapporto con i numeri non può essere considerato marginale essendo le due storie linguistiche intessute con i numeri dei livelli dell’istruzione, delle emigrazioni, dei dislivelli culturali, degli usi linguistici con una pervasività che giustificano il titolo scherzoso offerto all’attenzione di Linda Laura Sabbadini e ricorrendo i numeri in ogni analisi delle condizioni linguistiche e culturali degli italiani. Tanto meno periferici sono il leggere e rivolgersi ai testi letterari come atti ineludibili di una formazione di giovani e meno giovani, come si rilegge nei contributi di Giovanni Solimine e Silvana Ferreri. O ancora, l’attenzione alla comprensibilità dei testi come anticamera delle elaborazioni del “Vocabolario di base” e del “Grande dizionario italiano dell’uso” è raccontata da Stefano Gensini e la necessità di una formazione iniziale e continua degli insegnanti è rappresentata da Dario Missaglia. L’attenzione alla comunicazione pubblica viene filtrata dall’esperienza di rendere leggibile la bolletta ENEL, come narra Annamaria Testa. Due eventi, la nomina a ministro della Pubblica Istruzione nel governo di Giuliano Amato nel 2000 e l’accostarsi alle nuove tecnologie attraverso la nomina a Presidente della Fondazione Gioventù digitale, danno la stura a ricordi e narrazioni di Fabio Marsilio, Marco Rossi-Doria, Mirta Michilli. Infine, lo scambio intenso con Gianni Rodari, cementatosi nella redazione del giornale «Paese sera», di cui scrive Silvana Loiero. Tanti fili si annodano a comporre a maglia più fitta il ritratto di Tullio De Mauro a novant’anni dalla nascita (31 marzo 1932). Immagine di copertina: Ritratto di Tullio De Mauro (Roberto Calò, su foto di Mario Boccia). [testo di Silvana Ferreri e Silvana Loiero]